Contratto Metalmeccanici: un disegno di legge per sbloccare gli aumenti

Proposta di disegno di legge per il comparto Metalmeccanico: esenzione da imposte e contributi per gli aumenti retributivi legati ai rinnovi contrattuali. .

Mag 8, 2025 - 11:23
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Contratto Metalmeccanici: un disegno di legge per sbloccare gli aumenti

Arriva da Forza Italia la proposta di un disegno di legge a sostegno dei lavoratori e delle imprese del settore metalmeccanico. L’iniziativa è mirata a varare una misura triennale per l’esenzione totale da imposte e contributi per gli aumenti retributivi che derivano dai rinnovi contrattuali. Una novità che avrebbe valore solo sugli incrementi riconosciuti dopo l’entrata in vigore della normativa.

La proposta si colloca nell’ambito della trattativa per il rinnovo del CCNL Metalmeccanici, in stallo dallo scorso novembre e oggetto di numerosi scioperi. L’approvazione di un ddl ad hoc permetterebbe di sboccare gli aumenti a favore dei Metalmeccanici aprendo le porte a stipendi più alti, senza tuttavia creare aggravi per le imprese ed evitando minori entrate per lo Stato o per l’INPS.

Le mobilitazioni dei lavoratori di aziende aderenti al contratto nazionale Federmeccanica-Assistal (scaduto a giugno 2024) si ripetono ormai a cadenza periodica, senza tuttavia scalfire le posizioni datoriali sulle richieste sindacali di un aumento fisso nel triennio 2024-2027 che, a regime, corrisponderebbe a 280 euro lordi per il livello C3 (ex quinto livello). Il principale punto di rottura è proprio questa modalità di applicazione degli incrementi: elemento fisso contro l’attuale elemento economico basato sulla rivalutazione IPCA.

La proposta di ddl potrebbe contribuire ad ammorbidire i toni della concertazione. Come spiega il deputato Maurizio Casasco, infatti, si propone che gli aumenti retributivi derivanti dai rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) siano esentati dal pagamento di imposte e contributi previdenziali per i prossimi tre anni; dunque che le somme corrisposte ai lavoratori a titolo di aumento contrattuale non concorrano alla formazione del reddito imponibile ai fini fiscali e non siano soggette a contribuzione.

La misura permetterebbe di raggiungere un molteplice obiettivo: potenziare il potere d’acquisto degli stipendi, incentivare la contrattazione collettiva e il rinnovo dei contratti, nonché favorire la competitività delle imprese del settore.