Confprofessioni: no all’esclusione dal Concordato preventivo biennale dei professionisti che operano in forma aggregata

lentepubblica.it Lo schema di decreto correttivo in materia di adempimenti tributari e concordato preventivo biennale all’esame del Parlamento contiene alcune norme potenzialmente penalizzanti per i professionisti che operano in forma aggregata e intendono aderire al concordato preventivo biennale (CPB). Per tali ragioni, la Confederazione italiana libere professioni ne chiede una revisione urgente. di Carlo Girella, Confprofessioni […] The post Confprofessioni: no all’esclusione dal Concordato preventivo biennale dei professionisti che operano in forma aggregata appeared first on lentepubblica.it.

Mag 9, 2025 - 10:26
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Confprofessioni: no all’esclusione dal Concordato preventivo biennale dei professionisti che operano in forma aggregata

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Lo schema di decreto correttivo in materia di adempimenti tributari e concordato preventivo biennale all’esame del Parlamento contiene alcune norme potenzialmente penalizzanti per i professionisti che operano in forma aggregata e intendono aderire al concordato preventivo biennale (CPB). Per tali ragioni, la Confederazione italiana libere professioni ne chiede una revisione urgente.


di Carlo Girella, Confprofessioni

 

Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) costituisce una delle novità più importanti del processo di riforma fiscale in atto. Si tratta di uno strumento introdotto per favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari da parte di professionisti e imprese, che si sostanzia in un accordo preventivo tra Agenzia delle Entrate e contribuenti volto a predeterminare il reddito imponibile di questi ultimi per un periodo di due anni. L’obiettivo è garantire maggiore certezza fiscale e ridurre il rischio di accertamenti, incentivando la compliance fiscale: tant’è che l’adesione al CPB implica che l’ammontare delle imposte dovute venga definito sulla base del reddito preconcordato in luogo di quello effettivamente prodotto.

Le nuove disposizioni e le preoccupazioni dei professionisti

Tuttavia, alcune disposizioni contenute nello schema di decreto legislativo sulle “Disposizioni integrative e correttive in materia di adempimenti tributari, concordato preventivo biennale, contenzioso tributario e sanzioni tributarie” (AG 262) sollevano preoccupazioni nel settore professionale. In particolare, Confprofessioni, attraverso il presidente Marco Natali, esprime forti perplessità sulle limitazioni imposte ai professionisti operanti in forma aggregata.

Le esclusioni dal CPB: penalizzazione per gli studi associati

Secondo la Confederazione, le nuove cause di esclusione e cessazione dal Concordato preventivo biennale (CPB) rischiano di penalizzare gravemente gli studi associati e le società tra professionisti (STP), impedendo loro di accedere ai benefici previsti dalla misura. «Il problema nasce da una norma secondo cui il “destino concordatario” della società/associazione professionale di appartenenza è legato a quello di ogni professionista del sodalizio. Pertanto, la cessazione del CPB in capo a un singolo socio/associato travolgerebbe non solo la STP/associazione ma anche tutti i suoi soci/associati, generando un’incertezza che potrebbe dissuadere i professionisti dall’aderire al CPB», sottolinea Natali.

L’incoerenza con le politiche volte a incentivare l’aggregazione professionale

Confprofessioni evidenzia inoltre l’incoerenza tra questa norma e le politiche che, nell’ambito del medesimo percorso di riforma fiscale, hanno visto il Governo varare provvedimenti volti a promuovere e incentivare i processi di aggregazione professionale, a cominciare dall’applicazione del principio di neutralità fiscale alle operazioni di aggregazione e riorganizzazione degli studi professionali. È necessaria quindi una revisione urgente del decreto, affinché anche i professionisti in forma aggregata possano continuare a beneficiare del CPB, in linea con gli altri operatori economici.

La richiesta di Confprofessioni: correggere il decreto correttivo

La discussione sul provvedimento è attualmente in corso presso la Commissione Finanze della Camera, dove Confprofessioni ha trasmesso una memoria dettagliata per sostenere la sua richiesta di modifica.

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