Conclave, il cardinale Müller: «Non voglio un nuovo Francesco»

Guidò l’ex Sant’Uffizio. E al Fatto Quotidiano in merito alle benedizioni alle coppie gay spiega: «Le lobby vogliono soltanto strumentalizzare la Chiesa per la loro propaganda, ma non sono interessate alla nuova vita in Gesù Cristo» L'articolo Conclave, il cardinale Müller: «Non voglio un nuovo Francesco» proviene da Open.

Mag 1, 2025 - 08:30
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Conclave, il cardinale Müller: «Non voglio un nuovo Francesco»

Gerhard Ludwig Müller

«Le lobby vogliono strumentalizzare la Chiesa, serve un Papa che non parli per piacere ai mass media». Queste le parole del cardinale Gerhard Ludwig Müller, 77 anni, prefetto emerito della Congregazione per la dottrina della fede e curatore dell’Opera Omnia di Benedetto XVI. Diventato cardinale grazie a Papa Francesco nel 2014, oggi a Il Fatto Quotidiano racconta il Papa che vorrebbe in vista dell’imminente Conclave: «Il papa o chiunque nella Chiesa non deve confondere questa missione personale che viene da Gesù Cristo di essere il vicario di Cristo sulla terra, il successore di Pietro, con un ufficio politico, con il potere, vivendo e parlando secondo il piacere del mondo, dei mass media o di diverse lobby che con la loro agenda, globalista o dell’ideologia del gender, vogliono governare il mondo secondo i criteri dell’ateismo che negano la natura umana, negano anche la natura e la vita divina. Vogliamo un papa che sia preparato anche per il martirio con la sua parola e la sua vita». E sulla Fiducia supplicans sulla
benedizione delle coppie gay spiega che era una piccola dichiarazione del prefetto del Dicastero per la
dottrina della fede, non di tutto il dicastero. «Alcuni – spiega – che sono vicini a questa ideologia hanno lodato e pensato che con questa dichiarazione la Chiesa è diventata moderna e così tutte le coppie gay adesso entrano nella Chiesa. Penso che queste lobby vogliano soltanto strumentalizzare la Chiesa per la loro propaganda, ma non sono interessate alla nuova vita in Gesù Cristo».

«Francesco II? Non è il senso di questa indicazione divina»

Davanti all’osservazione del cardinale Camillo Ruini che ha chiesto un Papa buono e cattolico, sottolinea: «Tutti i vescovi devono vivere nella unità della Chiesa, ma l’unità in Cristo, nella verità. Non solo un’unità come la si fa in un partito politico, ma un’unità nella fede. D’altra parte, il papa, tutti i vescovi e anche i parroci sono pastori, buoni pastori, non sono comandanti di un esercito e nemmeno come alcuni politici
che sono di un certo autoritarismo. Il papa non deve essere una persona debole, deve avere un sano carattere». E sull’ipotesi di un “Francesco II” è netto. «Dobbiamo scappare da questa situazione. Alcuni dicono: “Abbiamo bisogno di Francesco II”. Nel senso che il prossimo papa sia la copia del suo immediato predecessore. E ciò non è il senso di questa indicazione divina». «Papa Francesco ha avuto la sua linea e la sua esperienza di vita. Ha scritto tante autobiografie dove spiegava la sua personalità – spiega – ma dal punto di vista teologico tutto ciò non fa parte del magistero. Sono elementi personali, non sostanziali per essere cattolico: la vita personale, la spiritualità e l’esperienza del papa».

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