Con Trump, il progetto autoritario globale degli oligarchi è a uno stadio avanzato
Trump è l’argument du jour. Fino al suo insediamento (20 gennaio) era tutto un minimizzare, un ‘figuriamoci se davvero…!’. Qualcuno sperava che avrebbe portato la pace nel mondo, e la giustizia. Dopo il 20 gennaio le illusioni cadono veloci, ma l’opinione pubblica ha ancora grandi difficoltà a mettere insieme i ‘pezzi del puzzle’, a coglierne […] L'articolo Con Trump, il progetto autoritario globale degli oligarchi è a uno stadio avanzato proviene da Il Fatto Quotidiano.

Trump è l’argument du jour. Fino al suo insediamento (20 gennaio) era tutto un minimizzare, un ‘figuriamoci se davvero…!’. Qualcuno sperava che avrebbe portato la pace nel mondo, e la giustizia. Dopo il 20 gennaio le illusioni cadono veloci, ma l’opinione pubblica ha ancora grandi difficoltà a mettere insieme i ‘pezzi del puzzle’, a coglierne il disegno complessivo. Una difficoltà alimentata ad arte dall’avvio frenetico del neopresidente: punta “al fatto compiuto, prima che [i nostri avversari] capiscano” (S. Bannon).
L’errore di molti è ridurre tutto alla “imprevedibilità”, “incompetenza”, “stupidità”, insomma all’“irrazionalità” di Trump: non credono a una strategia unificante, perché loro non la vedono. Altri assemblano due-tre pezzi del puzzle (= informazioni) e credono di essere arrivati a dama. Ad esempio, Paul Krugman ritiene che il vero obiettivo di Trump sia “arricchirsi”: è vero (vedasi la vicenda bitcoin), ma grossolanamente incompleto.
Il terzo errore frequente è di tipo ideologico: c’è chi non vuol vedere alcuni pezzi del puzzle: “Dietrologia!”. Il quarto errore è considerare Trump un leader solitario, isolato dalle forze storiche profonde del nostro tempo. Il quinto errore è farsi condizionare dai troll organizzati, molto presenti on line.
Nel 2024 avvertivo: Trump è il frontman americano di una grande controrivoluzione globale promossa da alcuni poteri forti (oligarchi, mafie, leader autoritari), che mira a sovvertire gli effetti politici della seconda guerra mondiale. “Trump è un fascista”, scrivevo, “fa sul serio!”.
Offrivo quattro previsioni:
1. Negli Usa “Trump intende sovvertire l’ordine costituzionale”
Il golpe è ora in pieno svolgimento. Nel III millennio non mandano i militari in strada: sequestrano le istituzioni, i dati, i sistemi di pagamento, violano la privacy, esautorano gli altri Poteri dello Stato. Oltre lo ‘spoil system’, massicce purghe investono il Pentagono, la Cia, l’Fbi, la Commissione Elettorale Federale, le Agenzie Indipendenti, i Ministeri. L’amministrazione (incluso l’esercito) deve obbedire al Presidente prima che alla Costituzione. Dai siti ministeriali sono spariti i dati online (d’ora in poi il governo racconterà quel che vuole). Distruggono le istituzioni. Ad esempio la Cia ha invitato tutti i suoi dipendenti a lasciare l’organizzazione in cambio di 7 mesi di stipendio (come lo spieghiamo? Per chi lavora Trump?). All’Fbi annunciano il probabile licenziamento di metà dei 38.000 dipendenti. Queste azioni sono illegali perché scavalcano il Congresso. Ma Trump si appresta ad ignorare anche i decreti dei giudici.
2. Nel mondo “si chiude l’era della Democrazia, iniziata nel 1783-1789”
Nel 2016, secondo molti autorevoli studi, le interferenze della Russia sono state ‘probabilmente decisive’ per il successo di Trump. I russi hanno poi raffinato i propri metodi, passando dalla fake news all’informazione ‘selettiva distorta’. Musk nel 2022 ha sperimentato nuovi metodi in Florida (elezione di Rubio). L’informazione sulle manipolazioni del 2024 è ancora dispersa, ma su base aneddotica è chiaro che Trump è stato eletto (al netto degli errori dei ‘dem’) con l’aiuto decisivo della profilazione di massa al servizio delle tecniche di “disinformazione personalizzata” di Musk e Putin.
Non a caso, appena insediata la nuova amministrazione, ha subito preso il controllo del – cancellato i dati, e chiuso – la sezione Fbi che combatte le interferenze elettorali esterne.
Il punto è che il metodo Putin-Musk è replicabile ovunque, anche in Europa: “Dove si fermeranno?” chiede la politologa Anne Applebaum. In Germania l’AfD, appoggiata da Musk, ha già il 20% dei consensi. In Uk Farage è in testa. In Brasile Musk ha twittato ai Lula: “Perderete le prossime elezioni”. La Romania ha annullato il voto: non perché “ha vinto l’altro”, ma perché le democrazie non sono preparate alla ‘guerra ibrida’ di cui sono oggetto. La gente, ignara, sottovaluta; ma Bill Gates contesta a Musk la destabilizzazione elettorale “degli Usa e altre democrazie”.
3. Nelle relazioni internazionali, “Trump intende sovvertire l’ordine mondiale basato sul diritto… internazionale… è la fine del multilateralismo”
“Oggi inizia il nuovo ordine internazionale” multipolare – ha detto Putin il 7 novembre 2024. Ovvero: inizia il concerto delle superpotenze, con la suddivisione del mondo in “zone di influenza”, all’interno delle quali ciascuna superpotenza fa ciò che vuole delle altre nazioni… “colonie di fatto” (Putin). Alla Russia spettano le repubbliche ex sovietiche, e l’Europa; agli Usa il continente americano e il Medio Oriente; ai cinesi il Sud-Est asiatico. Ecco perché Trump annuncia di volersi prendere Panama, Groenlandia, Canada… e Gaza, senza la minima obiezione della Russia! (solo Trudeau risponde come Churchill!).
Con l’Ucraina, Trump gioca al gatto col topo. Ha tolto loro discretamente gli aiuti umanitari e civili (ma non a Israele ed Egitto), non rinnova gli aiuti militari. Finge di minacciare ‘sanzioni’ alla Russia: una manfrina! È d’accordo con Putin.
4. Trump, Musk, e Putin coltivano da tempo dei legami anche personali
Xi, Kim e gli ayatollah iraniani sono associati all’impresa tramite Putin. Gli oligarchi americani verranno associati al progetto da Musk.
Nel 1987 Trump fu invitato a Mosca dal governo sovietico. Al suo ritorno cominciò a vagheggiare di candidarsi alla Presidenza Usa. I legami con i russi crebbero nel tempo. Qual è oggi, esattamente, il rapporto fra Trump e Putin? Dipendenza, ricatto, amicizia, affari comuni, debiti…? Fatto sta che alla testa dei servizi segreti Usa ha messo degli ambigui filorussi.
Anche Musk nel 2022 è stato invitato a Mosca ed è diventato filo-russo; parla spesso al telefono con Putin; ha tolto Starlink all’Ucraina e a Taiwan. È vicino a Xi; a Shanghai ha una mega fabbrica di Tesla.
In conclusione: il progetto autoritario globale degli oligarchi è a uno stadio avanzato. La battaglia cruciale è ora in America.
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