Hyundai Inster, la prova de Il Fatto.it – Il city-suv elettrico pratico ed eccentrico – FOTO

La piccola eco-chic della casa coreana può contare su uno stile distintivo e su un listino che parte da poco sotto i 25 mila euro L'articolo Hyundai Inster, la prova de Il Fatto.it – Il city-suv elettrico pratico ed eccentrico – FOTO proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 14, 2025 - 13:23
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Hyundai Inster, la prova de Il Fatto.it – Il city-suv elettrico pratico ed eccentrico – FOTO

Insolita ma carina, con un elevato grado di riconoscibilità. Corta (3,82 metri) e stretta, ma comoda e spaziosa dentro, perché alta e le ruote sono posizionate quasi agli estremi, praticamente sui…calci d’angolo, dilatando il volume dell’abitacolo. La Inster vuole farsi identificare come un’auto elettrica piccola, cool e dal prezzo abbordabile. Per imporla a un pubblico numericamente corposo, la Hyundai la lancia con un listino che parte di un amen sotto i 25 mila euro e sottolineando due temi extra-tecnici: 1) questa Suv urbana sembra fatta per l’Italia, dove i segmenti A e B sono stati fondamentali sul mercato, e la Inster è lunga appena 3,82 metri ma con un maxi-interno e una larghezza così contenuta (1,61 metri) da infilarsi quasi ovunque, come gli apecar che fanno impazzire i turisti americani diretti ai più glamour alberghi di Capri o Ischia; 2) a proposito di glamour: grazie ai film, alle serie tv, alla musica K-Pop e e financo al make-up per le ragazzine, oggi la Corea è cool.

Quindi, pensano alla Hyundai, okay, continuiamo certo a essere un marchio rassicurante, razionale, fedele al “value for money” ma, perbacco, noi possiamo benissimo essere percepiti come modaioli. Proprio a cominciare da una vettura che nasce elettrica fino al midollo, col suo pavimento piatto piatto e un design allegramente disordinato, ideale per far girare il capo ai passanti incuriositi. Il simpatico scatolotto con occhioni rotondi davanti e dietro, led come se piovesse (i 48 quadratini piazzati sul portellone sono uno spasso), bizzarra e piena di cose davanti e dietro, lateralmente è minimalista come la Daihatsu Materia, incompreso monumento della nipponica spartanità.

Siccome la Inster è piccola e elettrica, veniamo al sodo. Quanto costa? Che autonomia ha? Misceliamo gli ingredienti ed ecco che, per la versione con batteria a 42 kWh, si spendono i succitati 25 testoni scarsi con la livrea basica (Xtech, con cerchi in acciaio da 15 pollici), ottenendo in cambio 97 cavalli di potenza e una promessa di autonomia di 473 km nel ciclo urbano e di 327 in quello combinato. Vogliamo un po’ più di potenza e km a disposizione: con 26.500 euro ci portiamo a casa, pardon nel garage, la versione da 49 kWh da 115 cavalli, che incorpora una speranza di 518 km in città e di 370 km nel misto. Per entrambe le motorizzazioni c’è anche l’allestimento XClass, che nella variante più ricca costa 28.650 euro, e ha i cerchi in lega da 17 pollici, il volante in pelle, i sedili posteriori scorrevoli separatamente. L’esemplare che abbiamo guidato supera i 31 mila euro, ed è ovviamente pieno di upgrade tecnologici.

Guidandola, seduti comodamente in posizione rialzata, la piccola Suv asiatica si rivela agile. La visibilità è corretta in tutte le direzioni, lo sterzo preciso, le sospensioni efficaci anche su terreni non perfettamente lisci. Funzionale pure il sistema di frenata rigenerativa, che consente di guidare, specialmente in città, con il solo pedale dell’acceleratore senza dover ricorrere al freno. Anche fuori dai centri urbani, tuttavia, la Inster se la cava bene. Con la batteria più grandina va da zero a 100 all’ora in 10,6 secondi e nelle curve “veloci” rolla un pochettino ma non si imbarca, nonostante l’ampio spazio sopra la testa dei passeggeri, una volta a bordo fa quasi impressione. Anche se il volume interno favorisce i passeggeri, il bagagliaio non è sacrificato: 351 litri con i sedili alzati. Una curiosità: è alta da terra quanto è larga, ovvero 161 centimetri.

Nel breve test su strada, l’eco-utilitaria con l’aspetto da piccolo off-road ha consumato 14,4 kWh per 100 km per percorrere 46,4 km, effettivi, all’andata. Nel ritorno, più lunghetto e affrontato con un briciolo di velocità in più, i 48,4 km si sono mangiati 14,0 kWh. Condotta con piede leggero, insomma, la vetturetta ha costi d’esercizio davvero limitati, inferiori a quelli del metano, sostengono i manager Hyundai. Per ricaricarla (lo sportellino per il cavo è sul muso) ci vogliono 4 ore o 4 ore e mezza (per la batteria da 49 kWh). E nella modalità di ricarica veloce, basta mezz’oretta per passare dal 10 all’80 per cento.

Nell’offerta di lancio si pagano 149 euro al mese di rata e si può scegliere tra due “regali”: la Easy Wall Box o una card che vale ricariche per 5 mila km. Tra qualche mese sarà sul mercato anche la versione a cinque posti e più avanti toccherà alla Inster Cross, dal look più aggressivo e fuoristradistico, con tanto di vasca portatutto sul tetto.

Il test è iniziato e finito a pochi passi dalla Fondazione Prada, in uno dei quartieri più trendy della Milano attuale, dove sta prendendo forma anche il villaggio olimpico per le Olimpiadi invernali del prossimo anno. Per quest’anno, la casa coreana conta di vendere in Italia oltre 5 mila macchine elettriche, di cui 4 mila Inster. Se le previsioni si riveleranno azzeccate, molto probabilmente una grossa fetta di quelle 4 mila le vedremo girare proprio tra le strade di Milano, che non sarà più totalmente da bere come ai “bei” tempi ma in fatto di tendenze ancora fa scuola. O almeno ci prova, anche tirandosela un po’.

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