“Come ho elaborato il mio lutto? Cercando di non chiudermi. Giocando a pallone per strada con gli amici e con le figurine”: Eduardo Scarpetta a FqMagazine

L'attore è il protagonista della serie tv Netflix in sei puntate L'articolo “Come ho elaborato il mio lutto? Cercando di non chiudermi. Giocando a pallone per strada con gli amici e con le figurine”: Eduardo Scarpetta a FqMagazine proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 18, 2025 - 11:44
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“Come ho elaborato il mio lutto? Cercando di non chiudermi. Giocando a pallone per strada con gli amici e con le figurine”: Eduardo Scarpetta a FqMagazine

“Storia della mia famiglia” è la nuova serie in sei puntate di Netflix. Al centro della storia c’è Fausto, interpretato da Eduardo Scarpetta. La serie – diretta da Claudio Cupellini e creata da Filippo Gravino – parte dall’ultimo giorno di vita di Fausto, che affida i suoi figli ad una famiglia improbabile e sgangherata in cui ci sono mamma Lucia (Vanessa Scalera), il fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo) e gli amici Maria (Cristiana Dell’Anna) e Demetrio (Antonio Gargiulo).

“Per interpretare Fausto mi sono informato sulla sua malattia, – ha spiegato Scarpetta – che ho vissuto in casa perché mio padre l’ha avuta. Poi ho studiato la dispnea, che ti porta ad essere costantemente in una situazione di affanno, quindi ho lavorato sul respiro e sulla tosse”.

Qual è l’antidoto alla paura e la tristezza dovute alla perdita di una persona cara?
Credo che ognuno ha il proprio, ognuno trova il proprio nei propri cari, nelle proprie amicizie, io alle volte lo trovo nella musica in un film, in una serie. Credo che sia una cosa strettamente personale, quindi in realtà non c’è una risposta.

Secondo la tua esperienza personale quali sono le fasi salienti dell’elaborazione del lutto?
Parlando della mia esperienza personale, io non ricordo come ho superato il mio lutto. Credo facendo cose, impegnandosi la mente, svagando, stando con le persone, con gli amici. Nel mio caso da piccolo era giocare a calcio, in mezzo alla strada con gli amici, le figurine, i panini, con i miei compagni di classe, con i miei amici.

Cosa rappresenta per te la morte?
La morte esiste. Che cosa ci vogliamo fare? È intorno a noi, anche se non la vogliamo vedere. C’è, c’è stata e ci sarà e quando arriva tanto noi non ci ne accorgiamo, siamo, come dire, diventiamo un peso solo per gli altri. Però esiste, non è un tabù, nel senso Si può parlare, si deve parlare della morte perché è una cosa da contemplare, perché se c ‘è la vita c ‘è la morte, alla fine della vita a un certo punto, a metà da piccoli però la morte esiste.

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