Negli ultimi trent’anni, il meteo nel Bacino del Mediterraneo ha intrapreso un percorso di trasformazione profonda, che risulta ormai irreversibile. Il fenomeno più evidente è il graduale spostamento verso nord della fascia climatica tropicale, un mutamento che sta rivoluzionando non solo la dinamica stagionale, ma anche l’intera fisionomia climatica dell’Europa meridionale. Questo avanzamento è strettamente connesso a stagioni calde sempre più estese, che alterano profondamente il ciclo stagionale tradizionale. Il clima caldo si spinge sempre più a nord Nel nostro emisfero settentrionale, si osserva una progressiva estensione della zona tropicale verso latitudini più alte, mentre nell’emisfero meridionale la tendenza è opposta, con un’espansione in direzione sud. Questo slittamento delle fasce climatiche avviene in modo graduale ma costante, alimentato da estati sempre più lunghe e torride. Le stagioni calde sembrano non finire mai,
dando vita a una nuova normalità meteorologica, profondamente diversa da quella sperimentata fino agli inizi degli anni Duemila. A dominare questa dinamica climatica globale è la zona di convergenza intertropicale (nota come ITCZ, Intertropical Convergence Zone), ovvero l’area in cui si incontrano gli alisei dei due emisferi. Durante i mesi più freddi, la ITCZ tende a scendere verso sud, portando con sé sistemi perturbati. Ma con l’arrivo dell’Estate, si assiste a una risalita verso nord, che la porta a influenzare in modo sempre più diretto l’intero bacino del Mar Mediterraneo, introducendo ondate di calore tropicale che ricordano da vicino quelle dei paesi equatoriali. Il ruolo decisivo dell’aria calda africana Durante l’Estate, in particolare nel cuore di Luglio e Agosto, l’area mediterranea viene sovente invasa da aria rovente proveniente dal Deserto del Sahara. Questa massa d’aria torrida trasforma il tradizionale clima mediterraneo in qualcosa di più arido e instabile, caratterizzato da lunghi periodi di siccità, cieli limpidi e temperature che spesso superano i 40 gradi. Un tempo, questo tipo di situazione era mitigato dalla presenza regolare dell’Anticiclone delle Azzorre, che con la sua Alta Pressione oceanica fungeva da barriera naturale, deviando le masse d’aria africane e garantendo estati calde ma equilibrate. Tuttavia, con il passare del tempo, si è assistito a una costante ritirata dell’Anticiclone atlantico, sempre più debole nel difendere il continente. Questa sua assenza ha lasciato via libera a bolle di calore subtropicali che salgono indisturbate verso il Nord Italia, raggiungendo talvolta persino la Svizzera, la Francia centrale e la Germania sud-occidentale. Il risultato è una configurazione atmosferica sempre più dominata da Anticicloni africani, capaci di stazionare per settimane intere sull’Europa centro-meridionale, contribuendo a temperature record, notte tropicali e stress idrico diffuso. Estate 2003: la stagione del non ritorno Il punto di svolta che ha segnato l’inizio di una nuova era climatica viene indicato da numerosi esperti come l’Estate del 2003. In quell’anno, si registrarono temperature straordinariamente alte per un periodo prolungato, accompagnate da un’assenza quasi totale di piogge. Le città europee sperimentarono per la prima volta il concetto di “caldo persistente”, un evento che fino ad allora era tipico delle regioni sub-sahariane. In diverse zone del Centro Europa, come la Pianura Padana, ma anche nel Sud della Francia e in Svizzera, i termometri toccarono valori superiori ai 43 gradi. L’umidità relativa bassa e le notti senza refrigerio causarono danni gravissimi all’agricoltura, problemi sanitari e un drammatico aumento della mortalità legata al caldo. Da quell’anno in avanti, le estati mediterranee non sono più tornate alla normalità degli anni ’80 e ’90. Le ondate di calore si sono fatte più frequenti, intense e durature, e le precipitazioni estive, già scarse, si sono ulteriormente ridotte, spingendo il Meteo Mediterraneo verso un modello semi-arido. Oramai le Estati si spingono oltre Ferragosto In passato, l’Estate mediterranea era scandita da un andamento abbastanza regolare: Giugno temperato, Luglio caldo, e Agosto più instabile e soggetto a temporali. Ma da almeno un ventennio, questo ritmo stagionale tradizionale è stato completamente stravolto. Oggi, l’Anticiclone Africano tende a intensificarsi proprio nella seconda metà dell’Estate, con episodi di caldo estremo che spesso si manifestano dopo Ferragosto, talvolta anche nei primi giorni di Settembre. Questo slittamento termico stagionale sta trasformando la percezione stessa della stagione estiva, che appare più lunga e meno variabile, con picchi di temperatura che superano regolarmente i 38-42 gradi anche a fine Agosto. A risentirne è anche il ciclo delle coltivazioni, la gestione delle risorse idriche e il sistema energetico, messo a dura prova dai consumi per climatizzazione. Le proiezioni per il futuro: un Mediterraneo sempre più tropicale I modelli previsionali più accreditati a livello internazionale, come quelli elaborati dal NOAA statunitense e dal Met Office britannico, delineano scenari che, pur variando nei dettagli, concordano su un aspetto centrale: il riscaldamento globale continuerà a crescere, trascinando con sé l’espansione del clima tropicale verso il cuore dell’Europa. Questo significa che anche eventuali fasi temporaneamente fresche, come quelle che possono ancora verificarsi a Giugno, non devono trarre in inganno. Si tratta perlopiù di anomale tregue termiche, destinate a cedere il passo a lunghi periodi dominati da Alte Pressioni subtropicali, che porteranno nuovamente caldo intenso e prolungato. Il Meteo Mediterraneo, pertanto, sembra destinato a diventare sempre più simile a quello delle regioni tropicali-secche, con precipitazioni concentrate in episodi brevi e violenti e un dominante soleggiamento estivo, rotto solo occasionalmente da temporali di calore. L’intero assetto stagionale sta mutando, in una transizione climatica che riguarda non solo l’Italia, ma anche la Spagna orientale, la Grecia, i Balcani e persino la Germania meridionale. Il Mediterraneo come zona climatica “nuova” Con il progredire di questi fenomeni, il bacino mediterraneo sta assumendo sempre di più le caratteristiche di una zona climatica ibrida, situata a metà tra l’antico clima temperato e un nuovo equilibrio subtropicale. Le Alte Pressioni africane tendono a sostituire quelle atlantiche, mentre i venti meridionali prevalgono sui flussi occidentali. Le isoterme si spostano verso nord, e le stagioni intermedie, come la Primavera e l’Autunno, si fanno sempre più brevi e instabili. Questo processo non si limita al meteo estivo: anche l’Inverno è interessato da anomalie importanti, con sempre meno giorni di gelo e temperature minime in netto aumento, soprattutto nelle aree urbane. Tuttavia, è l’Estate a rappresentare la stagione più emblematica di questo nuovo decorso meteorologico,
segnato dalla permanenza di alte pressioni, dalla quasi totale assenza di pioggia e da un caldo che non dà tregua, né di giorno né di notte.Ci siamo, tra poco parte il meteo tropicale (e non è una bella cosa)