Che mondo sarebbe se scoppiasse un conflitto nucleare, anche se locale?
La crisi per ora sventata tra India e Pakistan, due potenze nucleari, ha messo in allerta la comunità internazionale: e non è l'unico fronte caldo.

- Uno studio evidenzia i rischi che corre la popolazione mondiale in caso di conflitto nucleare, anche su scala locale.
- Per esempio l’eventuale utilizzo, anche minimo, di piccole testate tra India e Pakistn costerebbe alla lunga 2 miliardi di morti.
- Per ora il cessate il fuoco regge nel Kashmir, ma aumentano gli appelli per la denuclearizzazione.
Un cessate il fuoco che al momento sembra reggere, ma per ora non è una pace permanente. Le ruggini al confine tra India e Pakistan, le due superpotenze nucleari asiatiche tra cui non scorre buon sangue per via della contesa sul territorio del Kashmir, tengono ancora con il fato sospeso tutta la regione dopo gli attacchi del 6 e del 7 maggio, quando l’India ha lanciato l’operazione Sindoor in risposta a un presunto attentato contro cittadini indiani dello scorso aprile. Ma in realtà a tremare, in caso di malaugurata ripresa ed escalation del conflitto, dovrebbe essere una buona fetta di pianeta Terra. Un po’ come in tutti i casi di conflitti in cui si contrappongono due potenze nucleari.
Il rapporto Nuclear famine dell’Ippnw (International physicians for the prevention of nuclear war), pubblicato nel 2022, mostra infatti come persino una guerra nucleare “limitata” avrebbe effetti catastrofici su scala globale, con conseguenze ben oltre il conflitto diretto. Il caso più estremo portato dal rapporto è quello di una guerra nucleare totale tra Stati Uniti e Russia, riedizione in chiave catastrofica della guerra fredda: 5 miliardi di vittime, ovvero tre persone su quattro nel mondo. Un’ipotesi che appare al momento piuttosto remota, anche se un perdurare dell’aggressione russa in Ucraina potrebbe aprire chissà quali scenari.
L’improvvisa esplosione delle tensioni da sempre latenti in Kashmir invece hanno fatto accendere la luce rossa proprio sul versante indo-pachistano: Delhi e Islamabad, come detto, sono due tra le principali potenze nucleari al mondo e come ricorda il coordinatore campagne di Rete Pace Disarmo, Francesco Vignarca nel suo libro Disarmo nucleare, edito da Altreconomia, al momento “il governo di New Delhi possiede 164 testate nucleari e dispone di capacità nucleari terrestri, marittime e aeree, mentre quello di Islamabad oggi ne ha 70 ma con un ritmo di crescita elevatissimo che potrebbe arrivare a 220-250 testate entro il 2025”.
India e Pakistan, tensioni da tenere d’occhio
E proprio un eventuale conflitto nucleare tra India e Pakistan, spesso considerato un’ipotesi “limitata” per scala geografica e arsenali coinvolti, è considerato come esempio di ‘gravità media’, che avrebbe in realtà comunque conseguenze globali catastrofiche: secondo lo studio citato, infatti, l’esplosione di appena 250 testate da 100 kilotoni – in totale meno del 3 per cento dell’arsenale nucleare mondiale – provocherebbe non solo decine di milioni di vittime immediate (circa 100 milioni, secondo le stime), ma la morte per fame di oltre 2 miliardi di persone nei due anni successivi.
Il perché è presto spiegato: gli incendi nelle città genererebbero decine di milioni di tonnellate di fuliggine, oscurando il Sole, abbassando le temperature globali fino a 5,5°C e causando un crollo dei raccolti “senza precedenti nella storia moderna”, secondo lo studio. Un rischio globale, che non riguarderebbe solo l’Asia meridionale: a essere colpite più duramente sarebbero infatti le principali aree agricole del pianeta, come gli Stati Uniti, l’Europa, la Cina e la Russia, quindi anche a decine di migliaia di chilometri di distanza. In un mondo raffreddato, con l’ozono atmosferico gravemente danneggiato e le riserve alimentari dimezzate, la sopravvivenza stessa della civiltà moderna sarebbe messa in discussione.
Una catastrofe da evitare con il disarmo
Per questo motivo l’Ippnw ha subito chiesto un cessate il fuoco immediato nell’Asia meridionale dopo la prima tornata di attacchi transfrontalieri da parte di India e Pakistan.”Un conflitto tra questi due stati dotati di armi nucleari comporta il rischio di un conflitto nucleare catastrofico”, ha spiegato il direttore esecutivo Michael Christ. E visto il cessate il fuoco attuale “il mondo potrebbe essere fortunato e schivare di nuovo la pallottola nucleare, ma non possiamo continuare a giocare alla roulette nucleare in questo modo. L’unico modo per garantire di non inciampare in un olocausto nucleare è eliminare queste armi prima che eliminino noi”.
L’Ippnw ha esortato tutte le nazioni ad unirsi ai quasi 100 stati che hanno già firmato il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e ad impegnarsi ora, mentre sono impegnati in tale processo, a non utilizzare mai i propri arsenali nucleari. Ma la realtà è molto meno rassicurante di quanto è scritto sulla carta: la minaccia del nucleare è spesso sventolata dalla Russia di Vladimir Putin, così come dalla Corea del Nord in un altro conflitto latente più a Oriente, mentre per quanto affinché le armi nucleari indiane, spiega Vignarca, “rimangono saldamente sotto il controllo civile ed esiste un articolato meccanismo di comando e controllo, per impedirne l’uso accidentale o non autorizzato”; non così invece per il Pakistan che “a differenza dell’India, non ha dichiarato una politica di no first use e ha invece scelto di enfatizzare le armi nucleari più piccole sul campo di battaglia o “tattiche” per contrastare le forze convenzionali più grandi e superiori dell’India”. Senza contare che “non si conoscono i dettagli delle procedure di utilizzo delle armi nucleari pakistane, ma nell’aprile 2019 la Bbc ha rivelato un filmato in cui si suppone che l’allora primo ministro, Imran Khan, fosse accompagnato da una valigetta nera contenente i codici per le testate”.
Come si domanda lo stesso Vignarca nel suo libro, “possiamo fidarci della catena di comando di controllo di due Paesi come l’India e il Pakistan? Crediamo davvero che garantisca la pace e non sia invece un pericolo grave consentire la gestione di arsenali nucleare a due eserciti che nel Kashmir si stanno combattendo (e ora pure la Cina, altra potenza nucleare, sembra volersi aggiungere al braccio di ferro) e con incidenti recenti che hanno anche coinvolto la popolazione civile?”.