Che cosa succede nel centrodestra e nel centrosinistra su ReArm Europe
Più divisioni nel centrosinistra che nel centrodestra su ReArm Europe. La nota di Sacchi.

Più divisioni nel centrosinistra che nel centrodestra su ReArm Europe. La nota di Sacchi
La maggioranza di governo avrà pure sul piano del “Riarmo” europeo posizioni diverse al momento ma non cosi diverse come quelle che scuotono il Pd, anche al suo stesso interno, e tutte le opposizioni.
Ieri, ad esempio, a dispetto della narrazione che lo descrive o forse soprattutto lo agogna da sempre come un possibile guastafeste del governo, Matteo Salvini, ai banchetti della Lega per la pace fiscale e la pace in Ucraina, pur ribadendo la sua linea contro il piano di Ursula von der Leyen, non ha spaccato la maggioranza. Che lui ha descritto “compatta”. E ha sottolineato due cose sulle quali è d’accordo con tutta la coalizione: il no a Musk a un possibile disimpegno Usa dalla Nato, una difesa comune per l’Ucraina con l’estensione dell’articolo 5, anche se non entrerà nella Nato, che fa scattare il soccorso dei membri dell’Alleanza Atlantica, proposta fatta per prima dal premier Giorgia Meloni. Ai cui auguri per i suoi 52 anni, Salvini risponde con un confidenziale “Grazie, Gio'”.
Salvini afferma che “il governo è compatto” e aggiunge: “Dopo tre anni e dopo mezzo milione di morti, bisogna lavorare per la pace, non per la guerra. E quindi se siamo in mille piazze in tutta Italia in un solo fine settimana, che è uno sforzo enorme, è perché c’è finalmente voglia di pace. Gli italiani, gli ucraini, i russi, gli europei vogliono la pace e quindi la Lega non sosterrà mai chi usa parole di guerra”.
Così il vicepremier, titolare del Mit e leader della Lega a Milano replica a chi gli chiede se le sue posizioni sulla guerra in Ucraina rischiano di dividere il governo. Parlando dell’estensione dell’articolo 5 della Nato proposta da Meloni, Salvini sottolinea che “la Lega è d’accordo con tutto quello che avvicina la pace”. Prosegue: “Zelensky parla di pace, Putin parla di pace, grazie a Trump si parla di pace. In Europa qualcuno parla di armi nucleari, esercito europeo, di soldati da mandare in Ucraina”. Ma osserva, Salvini: “Mettere sotto una difesa comune il territorio ucraino può essere un ragionamento assolutamente percorribile”.
Quello che per la Lega “non ha senso – sottolinea – è fare centinaia di miliardi di euro di debito, non per le scuole, gli ospedali o le pensioni, ma per nuove armi”. Questo però, e qui arriva l’altra osservazione in comune con tutta la maggioranza, non significa che la Lega non sia d’accordo sugli investimenti per la sicurezza proposti l’altro ieri dal ministro degli Esteri, vicepremier e leader di FI, Antonio Tajani. “Diciamo come Lega investire per potenziare l’esercito italiano sì, per pagare di più e meglio poliziotti, carabinieri, militari sì, per comprare nuovi mezzi per le nostre forze armate sì, ma metterci in comune con chi parla di guerra, e ogni riferimento è a Macron, no”, precisa il leader leghista. Che è diventato l’involantaria causa di una bagarre che manda in tilt il Pd e la sinistra. Il leader leghista fa una battuta sul post in cui il Pd fa i ‘complimenti’ a Salvini per la sua posizione sulla guerra: “Si saranno sbagliati quelli del Pd, loro saranno in piazza settimana prossima per sostenere chi parla di guerra, noi invece siamo in piazza per chiedere la pace e la gente che si avvicina ci sta dando ragione”.
Ma nel Pd la posizione di Elly Schlein contro il “Riarmo” ha creato una spaccatura con i riformisti che con Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo, sono insorti contro una posizione diversa anche dallo stesso Pse, di cui il Pd fa parte. D’accordo per il piano “Ursula” anche l’ex commissario Paolo Gentiloni e l’ex presidente della commissione Romano Prodi. E a questo punto ci si chiede per quale Europa sarà la piazza del 15 marzo, con il Pd di Schlein che sembra rincorrere sulle stesse posizioni, seppur con toni più sfumati, Giuseppe Conte che però a sua volta ha già tracciato un solco con quella manifestazione per farne una tutta a Cinque Stelle in aprile.