Cecilia Payne Gaposchkin, la storia della donna che svelò la composizione dell’universo (e che per anni è stata ignorata)

Cecilia Payne Gaposchkin è una figura fondamentale nell’ambito dell’astrofisica, ma la sua eredità è stata per lungo tempo oscurata dal pregiudizio del suo tempo. Nata il 10 maggio 1900 a Wendover, in Inghilterra, Cecilia affrontò fin da giovane una serie di sfide, tra cui il difficile contesto familiare dovuto alla morte prematura del padre. Nonostante...

Mar 28, 2025 - 17:24
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Cecilia Payne Gaposchkin, la storia della donna che svelò la composizione dell’universo (e che per anni è stata ignorata)

Cecilia Payne Gaposchkin è una figura fondamentale nell’ambito dell’astrofisica, ma la sua eredità è stata per lungo tempo oscurata dal pregiudizio del suo tempo. Nata il 10 maggio 1900 a Wendover, in Inghilterra, Cecilia affrontò fin da giovane una serie di sfide, tra cui il difficile contesto familiare dovuto alla morte prematura del padre.

Nonostante le difficoltà, si distinse presto per le sue capacità intellettuali, sviluppando un profondo interesse per la scienza e in particolare per l’astronomia. Inizialmente non trovò supporto nelle scuole che frequentò, ma fu grazie all’incontro con alcuni insegnanti e la lettura dei Principia di Newton che decise di intraprendere la sua carriera scientifica.

Nel 1919, grazie a una borsa di studio, Cecilia si iscrisse al Newnham College di Cambridge, dove si distinse in chimica e botanica, anche se il suo cuore apparteneva alla fisica e all’astrofisica. Fu in questo periodo che venne profondamente influenzata dalla conferenza di Arthur Eddington sull’eclisse solare, che confermava la relatività generale di Einstein. Questo evento segnò un punto di svolta, spingendola a concentrarsi sull’astrofisica.

Fu la prima donna a dirigere il dipartimento di astronomia ad Harvard

Nel 1923, Cecilia si trasferì negli Stati Uniti per continuare gli studi all’Università di Harvard, dove, nel 1925, divenne la prima donna a conseguire il dottorato in astronomia. La sua tesi, che studiava le atmosfere stellari, rivelò una scoperta sconvolgente: il Sole e le stelle sono principalmente composte da idrogeno ed elio, non da metalli pesanti, come si pensava all’epoca.

Questa scoperta rivoluzionaria, che avrebbe cambiato la nostra comprensione dell’universo, venne inizialmente ignorata dai colleghi più anziani, inclusi eminenti scienziati come Henry Norris Russell che la costrinsero a modificare la sua conclusione. Solo anni dopo, Russell avrebbe riconosciuto la validità del suo lavoro.

Cecilia proseguì la sua carriera come assistente, sempre sottopagata rispetto ai colleghi maschi, ma senza mai cedere alla frustrazione. Nel 1956 divenne la prima donna a dirigere il dipartimento di astronomia ad Harvard, dove rimase fino al suo pensionamento nel 1965.

Cecilia non cercò fama o riconoscimenti materiali, ma trovò la sua ricompensa nella passione per la scienza e nel contributo che diede alla comprensione dell’universo. La sua vita e la sua carriera sono esempi di determinazione e il suo lavoro, sebbene inizialmente ignorato, ha avuto un impatto profondo e duraturo nell’ambito dell’astronomia.

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