Bitcoin, considerazioni per un'allocazione in criptovalute
Le criptovalute possono svolgere un ruolo importante nel processo di asset allocation, contribuendo potenzialmente a modificare l’equilibrio tra le diverse fonti di rischio nel portafoglio o a migliorare l’indice di Sharpe. Ma un investimento in criptovalute richiede un’analisi rigorosa, un dimensionamento preciso delle posizioni e un approccio disciplinato. L'articolo Bitcoin, considerazioni per un'allocazione in criptovalute proviene da FundsPeople Italia.

Le criptovalute rimangono un tema di grande attualità sui mercati finanziari, che spesso polarizza l’opinione degli investitori tra strenui difensori e scettici detrattori. Secondo la piattaforma finanziaria Trading View, le criptovalute rappresentano ormai circa lo 0,70% del portafoglio composto da tutti gli strumenti di investimento disponibili su scala globale. Di dimensioni ormai troppo grandi per essere ignorate, si sono guadagnate a pieno titolo il diritto a essere prese in considerazione dagli investitori ampiamente diversificati.
Le criptovalute sono al centro di un acceso dibattito, ma quando si tratta di definire l’allocazione contano solo i dati. Senza entrare nel merito del dibattito di carattere fondamentale sulle criptovalute, basta studiare i dati empirici per valutare il rendimento, il rischio e la correlazione delle criptovalute che dominano il mercato, bitcoin ed ethereum. Inoltre, è interessante analizzarle in base a tre modelli standard utilizzati per la costruzione dei portafogli: il portafoglio di mercato globale, l’approccio Risk Parity e l’ottimizzazione.
Tratto dalla rivista FundsPeople n. 92.
Rendimento e rischi estremi
I risultati ottenuti nei tre contesti dimostrano che bitcoin ed ethereum possono svolgere un ruolo importante nel processo di asset allocation per gli investitori ampiamente diversificati, non a fini di riduzione del rischio, ma per modificare potenzialmente l’equilibrio tra le diverse fonti di rischio nel portafoglio o migliorare l’indice di Sharpe. Tuttavia, un investimento in criptovalute richiede un’analisi rigorosa, un dimensionamento preciso delle posizioni e un approccio disciplinato per beneficiare appieno di questi strumenti senza esporre i portafogli a un rischio eccessivo.
Nella loro breve vita, bitcoin ed ethereum hanno registrato livelli estremi di rischio e rendimento. Di fatto, la scala del grafico che riporta i loro rendimenti insieme a quelli degli strumenti tradizionali deve essere compressa perché il confronto abbia senso. Nonostante la volatilità molto elevata registrata da bitcoin ed ethereum, con un drawdown massimo di oltre il 90% in certi periodi, i profili storici di rischio e rendimento potrebbero non essere indicatori attendibili del loro potenziale andamento futuro, dato che l’adozione crescente da parte degli investitori istituzionali e l’ecosistema fiorente dovrebbero apportare liquidità e stabilità alle due criptovalute.
Portafoglio di mercato globale
Per chi preferisce il Capital Asset Pricing Model (CAPM), il portafoglio di mercato globale è un punto di partenza fondamentalmente utile per la costruzione dei portafogli. Il portafoglio di mercato trova applicazione nella teoria più che nella pratica, ma rappresenta in modo efficace tutti gli strumenti di investimento con le rispettive ponderazioni di mercato. Secondo il risultato di uno studio indipendente di DWS, a giugno 2023 i digital asset avevano un peso dello 0,68% nel portafoglio di mercato globale. La capitalizzazione di mercato delle criptovalute, pari a circa 1.200 miliardi di dollari, è stata quindi utilizzata per approssimare il mercato dei digital asset.
L'oro, in quanto strumento alternativo ben consolidato, aveva una ponderazione del 3 per cento. L'allocazione nelle criptovalute è minore, dato che si tratta di un'asset class che esiste da molto meno tempo, ma rappresenta già quasi un quarto delle dimensioni del mercato aurifero, il che segnala un cambiamento nella composizione del portafoglio per includere i digital asset nell'ambito di una strategia di investimento più ampia.
Approccio Risk Parity
L'approccio Risk Parity alla costruzione del portafoglio cerca di equiponderare il più possibile il contributo al rischio di ogni asset class utilizzata. A livello pratico si tratta di una strategia molto popolare. A fronte della sua alta volatilità, in passato anche una quota modesta ha avuto un impatto significativo. In un modello di portafoglio Risk Parity, partendo da 11 asset class e aggiungendo al dodicesimo posto qualsiasi delle due criptovalute con una quota modesta come l'1,4% per il bitcoin e l'1,2% per l'ethereum, il contributo al rischio sarebbe pari a quello di ognuna delle altre asset class.
Ottimizzazione
Applicando il modello di ottimizzazione della media varianza, il rendimento atteso del portafoglio viene massimizzato per ogni obiettivo di volatilità. Partendo dalle ipotesi del mercato dei capitali a lungo termine di DWS per le asset class tradizionali, l'allocazione ottimale del bitcoin viene valutata in base a ipotesi di rendimento variabili comprese tra lo 0 e il 35% l'anno. Il grafico sotto mostra le allocazioni in bitcoin risultanti da questa analisi (fatte salve tutte le ipotesi e le limitazioni di questo approccio). Ad esempio, un investitore che ha un obiettivo di volatilità del portafoglio dell'8-9% e prevede un rendimento annualizzato del bitcoin del 14-16% potrebbe assegnare alla criptovaluta una quota del portafoglio compresa tra il 3 e il 5 per cento.
È chiaro che per gli investitori avversi al rischio e al bitcoin, che vogliono dormire sonni tranquilli, può essere meglio non detenere criptovalute. Al contrario, per gli investitori in grado di tollerare rischi maggiori e convinti che il più alto rischio del bitcoin possa essere accompagnato da rendimenti superiori, un'allocazione più consistente non dovrebbe tenerli svegli la notte. Ma non bisogna dimenticare che, all'interno delle fasce di rischio e rendimento utilizzate in questa analisi, anche gli investitori più bullish in cerca della massima esposizione al rischio non dovrebbero comunque superare una quota del 14 per cento.
È importante tenere presente che, quando si tratta di strumenti più rischiosi, il più grande alleato dell'investitore è il corretto dimensionamento delle posizioni. La stessa analisi applicata all'ethereum produce risultati simili, che per questo non vengono riportati nel dettaglio. Va sottolineato infine che, sebbene le due criptovalute siano sostanzialmente equivalenti sul piano dei dati statistici, non si può dire lo stesso dei rispettivi utilizzi economici. Gli aspetti qualitativi meritano la stessa considerazione di quelli quantitativi.
Grafico 1: Ottimizzazione della varianza media dell'allocazione nel bitcoin per diversi obiettivi di rendimento e rischio atteso
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