Bonolis (CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni): "MiCA, la nuova frontiera delle cripto attività in Europa"
Il regolamento, entrato in vigore a fine 2024, definisce le caratteristiche di una vasta gamma di asset digitali, introducendo regole e modalità per lo svolgimento di servizi in tali beni. L'articolo Bonolis (CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni): "MiCA, la nuova frontiera delle cripto attività in Europa" proviene da FundsPeople Italia.

Il Regolamento europeo sulle cripto-attività (MiCA), entrato in vigore a fine 2024, definisce le caratteristiche di una vasta gamma di asset digitali, introducendo regole e modalità per lo svolgimento di servizi in tali beni. FundsPeople ha approfondito i punti centrali della normativa con Paolo Bonolis, a capo del Dipartimento di diritto bancario e finanziario dello Studio Legale e Tributario CMS Adonnino Ascoli Cavasola Scamoni.
Tratto dalla rivista FundsPeople n. 92.
Cosa regola e cosa non regola il Regolamento MiCA?
Il Regolamento MiCA è volto a creare una disciplina uniforme e coerente per le cripto attività nell’Unione europea. Entrato in vigore il 30 dicembre scorso (con l’eccezione di alcune previsioni che avranno attuazione in successive fasi), definisce le caratteristiche di una vasta gamma di asset digitali, tra cui stablecoin, utility token e token di moneta elettronica e dei servizi ad essi correlati. Vi sono una serie di esclusioni, tra cui gli strumenti finanziari, come azioni e obbligazioni, che sono già regolati dalla direttiva MiFID II e dalle norme attuative adottate nei singoli Paesi UE (in Italia il Testo Unico della Finanza). Per lo stesso motivo, sono esclusi i security tokens, in quanto asset digitali che presentano le caratteristiche di strumenti finanziari e che come tali ricadono nella disciplina MiFID II, e gli NFT che differiscono dagli altri token perché non fungibili, in quanto rappresentano specifici beni (opere d’arte, immagini, collectibles e così via).
Perché è così importante la distinzione tra security token e le altre categorie di token?
Perché determina quali norme trovano applicazione per ciascun tipo di cripto attività. Se le cripto attività hanno le stesse caratteristiche degli strumenti finanziari, come detto, ricadono nella disciplina della MiFID. Se non hanno tali caratteristiche, e quindi sono qualificati quali criptovalute, utility token o token di moneta elettronica, rientrano nel regime del MiCA, che offre agli utenti tutele di natura diversa, anche se per certi versi simile, a quelle garantite dalla MiFID.
Le entità finanziarie stanno muovendo le pedine in vista del MiCA?
In Italia le istituzioni finanziarie sono già molto attive in vista della piena attuazione del MiCA. Sebbene l’attenzione si concentri prevalentemente sui servizi destinati ai consumatori finali, molte banche italiane, soprattutto quelle già in linea con gli standard di sicurezza richiesti dal MiCA, stanno pianificando di ottenere licenze aggiuntive per entrare nel mercato delle cripto attività, in particolare per la custodia e la gestione di criptovalute e security token. Un esempio interessante è quello di UniCredit, che sta esplorando alleanze con startup blockchain e società fintech per diversificare i propri servizi. Inoltre, alcuni istituti come Intesa Sanpaolo hanno istituito un team ad hoc, composto da esperti provenienti da tutte le aree della banca per analizzare i possibili impatti e benefici della blockchain nel settore finanziario e stanno ampliando la propria operatività nel settore delle cripto attività anche attraverso investimenti diretti in criptovalute.
Cosa succederà alle entità non finanziarie che già prestavano servizi di criptoattività?
I soggetti non finanziari che fino ad ora hanno operato nel settore delle cripto attività sostanzialmente senza alcun controllo, se non per aspetti antiriciclaggio, dovranno adeguarsi ai nuovi requisiti previsti da MiCA. Questo comporterà la necessità di ottenere specifiche autorizzazioni e di adattare delle proprie strutture organizzative per conformarsi ai requisiti imposti dalla nuova normativa. Soprattutto per i grandi operatori internazionali (le piattaforme exchange) sarà possibile costituire un’unica entità centrale in Europa da cui svolgere servizi in tutti i Paesi EU su base transfrontaliera, avvalendosi del “passaporto europeo”, quindi senza la necessità di costituire entità locali.
Quali altri scenari apre MiCA?
Potrebbe spingere istituti bancari e finanziari ad ampliare le proprie offerte digitali e attirare nuovi visitatori nel mercato europeo, rafforzandone la competitività. Ma una così capillare regolamentazione potrebbe rivelarsi idonea a disciplinare una realtà in continua evoluzione e fenomeni del tutto nuovi (come la De.Fi.) e sortire l'effetto contrario, ossia la localizzazione dei principali operatori in altri hub mondiali più flessibili, come Singapore, Dubai e gli stessi USA se l'amministrazione Trump conferma le aperture al mondo crypto.
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