Bayer chiude ancora in rosso
Bayer ha chiuso il 2024 con una perdita netta di 2,55 miliardi. Ecco perché

Bayer ha chiuso il 2024 con una perdita netta di 2,55 miliardi. Ecco perché
Il 2025 sarà un anno “cruciale” in termini di risultati finanziari, con un fatturato netto più o meno in linea con l’anno precedente e un calo degli utili (per il terzo anno consecutivo) e del free cash flow. La previsione è di Bayer che, però, ha alzato la prospettiva di un ritorno alla crescita degli utili a partire dal 2026, rassicurando gli investitori e facendo salire ieri le sue azioni che, tuttavia, sono ancora in calo di quasi l’80% da quando ha acquisito Monsanto nel 2018.
A pesare ancora sui conti dell’azienda tedesca produttrice di farmaci e pesticidi per l’agricoltura è soprattutto il contenzioso sul glifosato, ereditato da Monsanto, insieme a quello sulle sostanze chimiche tossiche note come PCB. Ma anche il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli e la nuova concorrenza per uno dei suoi farmaci più venduti.
UN 2024 NERO PER BAYER
Bayer ha chiuso il 2024 con una perdita netta di 2,55 miliardi, in calo dai -2,9 miliardi del 2023. “Sul risultato – scrive Il Sole 24 Ore – hanno pesato oneri eccezionali (5,5 miliardi) per le svalutazioni delle attività di agrochimica (Crop Science Division). L’Ebitda è calato del 13,5% a 10,1 miliardi su ricavi leggermente migliorati (+0,7%) a 46,6 miliardi rettificati: l’effetto valutario è stato fortemente negativo per 1,349 miliardi (al netto delle operazioni di copertura) e l’elevata incertezza geopolitica, l’aumento della volatilità, con il loro impatto sulle fluttuazioni dei cambi, continueranno ad essere monitorati da vicino dal gruppo, che produce l’80% dei suoi ricavi fuori dalla zona dell’euro”.
LA RISTRUTTURAZIONE DI BAYER
Per contenere i costi, l’amministratore delegato di Bayer, Bill Anderson, nell’ambito della ristrutturazione dell’azienda, sta tagliando posti di lavoro manageriali, accelerando il processo decisionale e riducendo la burocrazia ma deve anche affrontare le pressioni degli investitori che in passato hanno spinto per uno smembramento delle attività, che però il Ceo ha ribadito che sarà rinviato di uno o due anni.
I suoi sforzi di riduzione delle spese operative hanno generato risparmi per 500 milioni di euro l’anno scorso e dovrebbero portare ad altri 800 milioni di euro quest’anno.
A proposito di tagli, il gruppo ha fatto sapere di aver eliminato 7.000 posti di lavoro in tutto il mondo nel 2024 e che i tagli proseguiranno.
Anderson ha poi aggiunto che, apportando modifiche al portafoglio prodotti, alla ricerca e allo sviluppo e ad altre aree, Bayer potrebbe ottenere oltre 1 miliardo di euro di guadagni aggiuntivi entro il 2029.
ANCHE IL 2025 NON PROMETTE NULLA DI BUONO
Per quest’anno l’azienda ha previsto un Ebitda rettificato tra i 9,3 e i 9,8 miliardi di euro, sulla base dei tassi di cambio di fine 2024. Tale previsione è in calo rispetto ai 10,1 miliardi del 2024 e si confronta con un consenso di mercato di 9,4 miliardi. Inoltre, “gli utili per azione delle attività core – aggiunge Il Sole – sono stimati tra 4,5 e 5 euro (5,05 nel 2024 in calo del 21%) e il free cash flow tra 1,5 e 2,5 miliardi”, mentre “il debito è stimato a 31-32 miliardi a fine 2025”.
“Le previsioni per il 2025 non sono particolarmente incoraggianti, ma le prospettive a lungo termine dell’azienda e i piani per affrontare i problemi principali offrono qualche speranza di miglioramento futuro”, hanno dichiarato gli analisti di Deutsche Bank in una nota riportata da Bloomberg.
PREVISIONI PER IL 2026 E OLTRE
Oltre a prevedere un ritorno alla crescita degli utili a partire dal 2026, Bayer prevede anche un ritorno alla crescita dei ricavi nel settore farmaceutico nel 2027, con le vendite di Nubeqa e Kerendia che dovrebbero raggiungere complessivamente 2,5 miliardi di euro, e un aumento dei margini a partire dal 2028.
La sua divisione Crop Science dovrebbe generare 3,5 miliardi di euro di ricavi entro il 2029 grazie alle nuove innovazioni.
L’IMPREVEDIBILE EFFETTO DEI DAZI
Riguardo all’impatto della guerra commerciale scatenata dai dazi statunitensi, il Ceo del gruppo ha affermato di vedere un “effetto misto”, poiché Bayer importa relativamente poco da Messico, Canada e Cina negli Stati Uniti, mentre i livelli di produzione farmaceutica in Europa sono più elevati e, dunque, “è davvero difficile dire a questo punto quali saranno gli effetti”.