Banda 6GHz per le reti mobili, l’appello all’Ue delle Telco: “Serve più spettro per la corsa al 6G”
Le Tlc in Europa di fronte a una sfida crescente sulla politica dello spettro 6GH (e delle reti di nuova generazione) L’industria delle telecomunicazioni in Europa si trova a un bivio critico nella sua ricerca di posizionamento e futura leadership nel campo della rete 6G. Un consorzio delle principali aziende di telecomunicazioni del continente, tra […] The post Banda 6GHz per le reti mobili, l’appello all’Ue delle Telco: “Serve più spettro per la corsa al 6G” appeared first on Key4biz.

Le Tlc in Europa di fronte a una sfida crescente sulla politica dello spettro 6GH (e delle reti di nuova generazione)
L’industria delle telecomunicazioni in Europa si trova a un bivio critico nella sua ricerca di posizionamento e futura leadership nel campo della rete 6G. Un consorzio delle principali aziende di telecomunicazioni del continente, tra cui Vodafone, Deutsche Telekom, Orange, TIM, Telefonica, Kpn, Bt Group, è riportato dalla Reuters, ha lanciato un allarme riguardo al ritardo dell’Unione europea (Ue) nell’allocare la banda superiore dei 6GHz per le reti mobili.
In una lettera indirizzata ai regolatori, questi colossi delle telecomunicazioni avvertono che l’Europa rischia di rimanere indietro rispetto sia agli Stati Uniti che alla Cina nella corsa alla diffusione della prossima generazione della tecnologia wireless, il 6G.
“Gli operatori avvertono che, senza un accesso completo alla banda 6.425-7.125 GHz, sarà impossibile rispondere alla crescita del traffico mobile prevista per il prossimo decennio e sostenere la futura connettività digitale”.
Il problema in questione è la disponibilità della banda superiore dei 6GHz, una delle ultime ampie porzioni di spettro a banda media adatte ai servizi mobili.
Questa frequenza è fondamentale per garantire l’elevata capacità di trasmissione dei dati e la copertura necessarie per supportare sia l’enorme aumento del traffico delle reti mobili previsto nei prossimi decenni, sia le crescenti richieste della tecnologia 6G.
L’Europa, però, non ha ancora preso una decisione definitiva sull’uso futuro di queste frequenze per le reti mobili, mentre altre regioni stanno compiendo progressi significativi nell’utilizzo della banda dei 6GHz.
Lo stesso Enrico Letta, ricordano nella lettera di cui si è occupato anche il Sole 24 Ore, “ha chiarito nel suo recente rapporto che lo sviluppo del 5G e del 6G in Europa è strategicamente importante, evidenziando il ruolo cruciale della banda superiore a 6 GHz“.
La corsa globale per il 6G, tra indipendenza digitale e competitività
La corsa globale per il dominio del 6G si sta intensificando e le aspettative sono più alte che mai. Gli Stati Uniti hanno fatto un passo decisivo nel 2020 aprendo la banda dei 6GHz all’uso del Wi-Fi, mentre la Cina l’ha già allocata per i servizi 5G e 6G nel 2023.
Al contrario, l’Europa è ancora in sospeso, senza un’azione concreta sull’uso della banda per le reti mobili. I leader delle telecomunicazioni avvertono che i ritardi nell’allocazione dello spettro potrebbero avere conseguenze disastrose per il vantaggio competitivo dell’Europa nello sviluppo del 6G e per l’obiettivo generale di una maggiore e crescente indipendenza digitale e tecnologica del continente.
La banda superiore dei 6GHz, che va dai 6,0 ai 7,0 GHz, è vista come uno spettro cruciale per le future reti wireless. A differenza delle bande a frequenze più basse, che offrono una copertura più ampia ma velocità inferiori, la banda dei 6GHz offre un equilibrio ideale tra capacità e copertura, consentendo una trasmissione dati più rapida pur mantenendo un servizio affidabile su ampie aree.
L’elevata capacità di questa banda è particolarmente adatta per gestire le applicazioni ad alta intensità di dati che definiranno il 6G, come la realtà virtuale ad altissima definizione, i sistemi autonomi e l’Internet of Everything (IoE).
I leader delle telecomunicazioni sostengono che il ritardo nell’accesso alla banda superiore dei 6GHz per le reti mobili metterebbe l’Europa in una posizione di svantaggio significativo. “Se la decisione di rendere disponibile la banda superiore dei 6GHz agli operatori mobili europei venisse ritardata, mentre gli interessi tecnologici degli Stati Uniti possono ottenere una maggiore capacità nei 6GHz, la competitività dell’Europa sarebbe minacciata”, è scritto nella lettera.
Il rischio, va ribadito, è chiaro: in gioco c’è l’autonomia tecnologica e la leadership dell’Europa nell’arena globale delle telecomunicazioni.
Politica dello spettro: un collo di bottiglia critico per il dispiegamento di 5G e 6G
L’industria delle telecomunicazioni in Europa è da lungo tempo vincolata da una politica dello spettro frammentata e lenta. Sebbene i paesi europei stiano progressivamente mettendo all’asta le frequenze nella gamma 3,4–3,8 GHz per il dispiegamento del 5G, molti sostengono che la disponibilità attuale dello spettro non sia sufficiente per soddisfare la crescente domanda di servizi mobili. Il problema è aggravato dall’enorme volume di dati che sarà necessario gestire per sostenere le reti 5G e facilitare il passaggio al 6G.
Senza la piena disponibilità della banda superiore dei 6GHz per le reti mobili, l’Europa potrebbe trovarsi di fronte a gravi limitazioni di capacità, ostacolando sia le operazioni 5G esistenti che le potenziali avanzamenti nel 6G.
Gli operatori delle telecomunicazioni avvertono che la mancata acquisizione dello spettro necessario porterà a una crescita più lenta dei servizi, a un aumento della congestione e a un divario tecnologico sempre più ampio rispetto ad altre regioni come gli Stati Uniti e la Cina.
In effetti, la dipendenza del settore delle telecomunicazioni dalla politica governativa per sbloccare nuovo spettro è al centro delle sfide dell’Europa. Lo spettro è una risorsa finita, e i responsabili politici devono bilanciare le esigenze degli operatori di rete mobile con quelle di altri settori, tra cui le comunicazioni satellitari, il Wi-Fi e i servizi di sicurezza pubblica.
Tuttavia, il rapido ritmo di evoluzione tecnologica richiede che i responsabili politici agiscano con urgenza e lungimiranza per garantire che l’infrastruttura necessaria per i servizi wireless di prossima generazione sia pronta.
La risposta dell’UE: un bivio per il futuro delle telecomunicazioni in Europa
Il gruppo di politica dello spettro radio dell’Unione Europea (RSPG) dovrebbe emettere una bozza di parere sulla banda dei 6GHz a giugno, che includerà raccomandazioni sul suo utilizzo futuro. Sebbene questo rappresenti un passo verso la risoluzione del problema, gli operatori di telecomunicazioni sono sempre più frustrati per la mancanza di azioni concrete. Con la concorrenza da parte degli Stati Uniti e della Cina che già accelera, cresce la sensazione di urgenza all’interno della comunità delle telecomunicazioni europee per garantire che l’Europa non rimanga indietro nella corsa per il 6G.
Il potenziale di un ritardo nell’allocazione dello spettro è particolarmente preoccupante poiché l’industria delle telecomunicazioni si trova ad affrontare un’ondata di discontinuità tecnologica. Oltre alla diffusione del 5G, che è ancora in corso in molti paesi europei, la ricerca e lo sviluppo per il 6G sono già in corso. Gli esperti prevedono che il 6G potrebbe essere lanciato commercialmente nel corso degli anni 2030, ma le basi per queste reti avanzate devono essere gettate oggi. Senza accesso allo spettro necessario, l’Europa potrebbe perdere l’opportunità di svolgere un ruolo di leadership nell’ecosistema globale del 6G.
Il futuro dell’industria delle telecomunicazioni in Europa: navigare nella strada da percorrere
Guardando al futuro, il settore delle telecomunicazioni europeo si trova di fronte a un momento decisivo. I prossimi mesi saranno cruciali per determinare se l’Europa potrà posizionarsi come leader globale nel 6G o se rimarrà indietro rispetto ai suoi concorrenti internazionali. Le scommesse non sono solo economiche: sono anche geostrategiche.
In un mondo in cui il potere tecnologico è sempre più legato agli interessi economici e alla sicurezza nazionale, garantire che l’Europa abbia accesso allo spettro di cui ha bisogno è una questione di importanza strategica.
Mentre i responsabili politici a Bruxelles e nelle capitali europee continuano a deliberare sul futuro della banda superiore dei 6GHz, la richiesta dell’industria delle telecomunicazioni è chiara: “è il momento di agire”.
La prossima generazione di tecnologia wireless, il 6G, sarà una forza trasformativa, e l’Europa deve garantire di non rimanere ai margini di un mondo che gira sempre più velocemente, soprattutto quando si parla di tecnologie di punte e abilitanti nuovi interi settori economici.
The post Banda 6GHz per le reti mobili, l’appello all’Ue delle Telco: “Serve più spettro per la corsa al 6G” appeared first on Key4biz.