Banco BPM, successo su Anima. Per Ubs il titolo non sale più
Gli analisti del gruppo svizzero hanno tagliato la raccomandazione a Neutral da Buy, pur alzando il target price a 10 euro. Con l’adesione del gruppo Caltagirone, l’Opa su Anima supera il 50%. Adesso il nodo è il Danish Compromise: dal sì della Bce dipende il rilancio di Unicredit

Lunedì 24 marzo le adesioni all’offerta lanciata dal Banco BPM su Anima hanno superato il 50% del capitale della società del risparmio gestito. Dopo le adesioni di Poste italiane (11,7%), di Fsi (9,6%) e del top management guidato dal Ceo Alessandro Melzi d’Eril, la banca milanese ha registrato ieri l’adesione all’Opa del gruppo Caltagirone, titolare di un pacchetto del 5,84% di Anima. L’insieme di queste quote, aggiunte al 22% che Banco BPM ha in portafoglio, supera la metà del capitale di Anima.
L’offerta di Banco BPM, partita il 17 marzo e destinata a chiudersi il 4 aprile, è formalmente vincolata all’acquisizione di almeno due terzi della società di gestione del risparmio, ma la banca si è riservata la possibilità di rinunciare a tale condizione se dovesse raggiungere almeno il 45% delle azioni di Anima più una azione.
Per il management dell’istituto milanese si tratta di un importante successo, arrivato prima della decisione della Bce sulla possibilità o meno di fare ricadere l’acquisizione all’interno del Danish Compromise.Com’è noto, il progetto del Ceo Giuseppe Castagna è di fare crescere la banca secondo un piano stand alone, contrastando l’Opas lanciata da Unicredit che vuole acquisire il Banco BPM sulla base di un’offerta di scambio che al momento è inferiore al prezzo di mercato delle azioni Banco BPM.
Al rapporto di concambio proposto di 0,175 azioni Unicredit per ogni azione Banco BPM, oggi le azioni Banco BPM vengono valorizzate 9,51 euro contro una quotazione corrente di 10,15 euro.
Il Ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ha recentemente dichiarato che un rilancio sarà possibile se la Bce riconoscerà a Banco BPM il Danish Compromise. In caso contrario, l’operazione verrà attentamente rivalutata. Con il Danish Compromise, ha detto Orcel, la transazione su Anima di Banco Bpm “ha un ritorno sull’investimento superiore al 15% e consuma pochissimo capitale, poche centinaia di milioni”. Invece, senza il compromesso, il ritorno “è dell’11% e consuma miliardi di capitale”. Di fatto, considerando questo aspetto, “quello che si acquista è molto meno capitalizzato di quello che si aveva all’inizio”. La conclusione di Orcel è che Unicredit è disponibile ad alzare il prezzo della sua offerta, ma ciò potrà avvenire “se saremo convinti che c’è più valore”.
Sul valore di Banco BPM è intervenuta oggi Ubs, che ha alzato il target price a 10 euro da 9,40 euro, ma ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Buy. Per gli analisti della banca svizzera, dopo un rialzo del 30% dall’inizio dell’anno e del 65% negli ultimi 12 mesi, oggi BPM è correttamente valutata dal mercato. La nuova raccomandazione Neutral riflette la convinzione che i potenziali benefici derivanti dall’integrazione degli utili aggiuntivi di Anima siano diventati limitati, poiché l’azione Banco BPM è già scambiata a premio rispetto ai suoi concorrenti.
Inoltre, Ubs ricorda che l’approvazione del Danish Compromise, che deve ancora essere concessa, è un fattore che influenza le future performance del titolo.
Dopo il cambio di raccomandazione di Ubs, oggi su 15 analisti che coprono Banco BPM otto raccomandano di comprare le azioni e sette hanno un giudizio neutrale. La media dei target price è 9,6 euro, inferiore all’attuale quotazione.