Gas, dazi e geopolitica: la nuova partita tra Usa, Ue e Russia
Più volte ho espresso la convinzione che con il passaggio dal gas russo a quello americano saremmo transitati da una dipendenza pericolosa a un’altra anch’essa potenzialmente pericolosa, ma non pensavo che ne avremmo avuto sentore così presto. Donald Trump sta applicando i dazi commerciali che aveva promesso, partendo da Canada e Messico. Contemporaneamente, in un’intervista […] The post Gas, dazi e geopolitica: la nuova partita tra Usa, Ue e Russia first appeared on QualEnergia.it.

Più volte ho espresso la convinzione che con il passaggio dal gas russo a quello americano saremmo transitati da una dipendenza pericolosa a un’altra anch’essa potenzialmente pericolosa, ma non pensavo che ne avremmo avuto sentore così presto.
Donald Trump sta applicando i dazi commerciali che aveva promesso, partendo da Canada e Messico.
Contemporaneamente, in un’intervista a “La Stampa” il ministro Urso aveva dichiarato che “dovremmo guardare con attenzione all’export di gas americano”, mentre, in direzione opposta, “La Verità” scrive che non meglio precisate personalità politiche europee starebbero valutando di riaprire i rubinetti del gas russo via tubo per acquisire potere negoziale verso gli Stati Uniti.
Molte sono le novità. Proviamo a commentarle.
Riguardo alle dichiarazioni di Urso, direi che il corridoio navale di gas liquefatto americano è già piuttosto trafficato e che dovrebbe un po’ preoccuparci il fatto che gli Stati Uniti stanno acquisendo facoltà di determinare il prezzo globale del Gnl grazie alla notevole capacità produttiva e alle decisioni strategiche di attivare o meno nuova capacità di liquefazione.
Nella furia d’attacco di Trump, non è chiarissimo com’egli possa aspirare a mettere dazi all’import e contemporaneamente esportare più gas, dando per scontato di non subire alcuna ritorsione.
E proprio in termini di risposte ai dazi, soprattutto se c’è un disimpegno americano nell’aiuto all’Ucraina che renda inevitabile un armistizio, non è poi così fantascientifica l’ipotesi de “La Verità”: “l’Ue potrebbe mettere sul piatto la riapertura dei tubi del gas russo per indurre Mosca a cessare il fuoco a condizioni non vessatorie per l’Ucraina”.
Sarebbe una specie di mossa di isolamento degli USA.
Ma anche senza spingersi in queste fantasie, che i dazi e il protezionismo isolino chi li pratica è fuor di dubbio, ed è anche vero che a pagarne il conto saranno in primis i consumatori americani.
Infatti, benché le tariffe vengano vendute come un danno ai soli esportatori, rendere più costosi i beni precedentemente importati potrebbe non essere una gran mossa in termini di futura popolarità di Trump.
Per l’Europa, il protezionismo americano verso Cina e altri paesi importanti nella fornitura di tecnologie e materiali necessari alla decarbonizzazione potrebbe rivelarsi un potenziamento di potere di mercato come acquirenti, e portare a prezzi ancora più bassi di quelli che paghiamo ora, per esempio, per pannelli fotovoltaici, inverter e batterie.
Il protezionismo, in generale, può aguzzare l’ingegno di chi lo subisce.
Lo stesso vale per il proibizionismo riguardo all’export. Le limitazioni che ormai da tempo gli Usa hanno imposto all’export verso la Cina di chip avanzati per l’intelligenza artificiale potrebbero aver avuto un ruolo decisivo nella nascita di Deep Seek: se non puoi avere i chip “intelligenti”, puoi rendere intelligente (e più efficiente) il tuo algoritmo.
Insomma: tra i modi di reagire al protezionismo di Trump, il migliore potrebbe essere integrare ancora di più gli scambi tecnologici tra i paesi che quel protezionismo lo subiscono. E l’avanzamento tecnologico va verso elettrificazione e rinnovabili, non verso il gas, con buona pace di Trump.
L’articolo è stato pubblicato sul n.1/2025 della rivista bimestrale QualEnergia, con il con il titolo “Confini chiusi”.The post Gas, dazi e geopolitica: la nuova partita tra Usa, Ue e Russia first appeared on QualEnergia.it.