Banco Bpm si schiera con Mps Sì all’aumento per Mediobanca

Erano i sì più attesi (e prevedibili) e si sono manifestati: Banco Bpm e Anima voteranno a favore dell’aumento di capitale di Monte dei Paschi che servirà all’offerta di scambio da 13,3 miliardi su Mediobanca. I cda dell’ex popolare e della sgr — rispettivamente azionisti di Siena con il 5% e il 3,9% — proprio […] L'articolo Banco Bpm si schiera con Mps Sì all’aumento per Mediobanca proviene da Iusletter.

Apr 16, 2025 - 15:29
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Erano i sì più attesi (e prevedibili) e si sono manifestati: Banco Bpm e Anima voteranno a favore dell’aumento di capitale di Monte dei Paschi che servirà all’offerta di scambio da 13,3 miliardi su Mediobanca. I cda dell’ex popolare e della sgr — rispettivamente azionisti di Siena con il 5% e il 3,9% — proprio ieri hanno deliberato in tal senso, a soli due giorni dall’assemblea che a Rocca Salimbeni chiamerà a raccolta tutti gli azionisti.

A dare il loro appoggio all’operazione ci sono già gli altri soci pesanti del Monte, vale a dire il Ministero dell’Economia (11,7%), Delfin (9,7%), Caltagirone (9,9%) a cui si sono uniti Algebris (1,5%), Pimco (1,5%) Norges Bank (2.5%), Amundi (1%), alcune fondazioni bancarie (1%, «Sosteniamo l’azione della Fondazione Montepaschi e abbiamo un accordo per cui seguiamo le sue indicazioni», ha detto il presidente di Cariplo, Giovanni Azzone), Enpam ed Enasarco (5% circa assieme) a cui è probabile che possano aggiungersi i fondi in capo agli asset manager italiani (un altro 1%). E ci sono altre posizioni favorevoli che potrebbero emergere. Tutti assieme consegnerebbero nelle mani del ceo Luigi Lovaglio il 54% circa del capitale, quindi una solida maggioranza in assemblea, per cui si ipotizza una partecipazione del 70%, più alta delle solite assise. Non sono mancati tuttavia gli scettici anche sulla scia della bocciatura all’operazione da parte del proxy Iss: State Board of Administration Florida, Calvert, New York City Comptroller e Cpp Investments.

«Guardiamo con interesse a operazioni come Mps-Mediobanca: non solo come un’operazione di mercato, ma come un passo per rendere più competitivo il settore finanziario del nostro Paese”, ha detto ieri al Foglio Francesco Milleri, presidente di Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio, confermando la sua scelta di azionista.

Con l’ops Mps punta ad acquisire «l’intero capitale» di Mediobanca — recita un documento di integrazione della banca richiesto da Consob — ma «conferma l’obiettivo» di arrivare a detenere «almeno il 66,67% dei diritti di voto» di Piazzetta Cuccia, soglia che rappresenta una delle condizioni di efficacia dell’offerta, seppur rinunciabile. «Il raggiungimento di una soglia almeno pari al 50% è quella che abilita l’accelerazione nell’utilizzo» delle Dta (attività fiscali differite) di Mps «facendo leva su una base imponibile consolidata più elevata» che ne porta il totale «a 2,9 miliardi di euro», afferma la banca, mentre per quanto riguarda le sinergie e gli obiettivi strategici dell’offerta «saranno realizzabili non solo mediante l’acquisizione del controllo di diritto», per cui serve almeno il 50% del capitale più un’azione, «ma anche nel caso di scenari diversi» con il solo «controllo di fatto», «seppur con possibili variazioni e ritardi nella loro implementazione». Nel caso invece la presa su Mediobanca non arrivasse al 50% il Monte non potrebbe accelerare nell’utilizzo delle Dta, rallentando le sinergie.

Appuntamento quindi domani a Siena e poi tra una settimana con l’altra grande, combattuta assemblea, quella di Generali dove sul rinnovo del mandato a Philippe Donnet si confronteranno le liste di Mediobanca e Caltagirone, con i convitati di pietra Assogestioni e Unicredit.

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