Banco Bpm, pressing su Unicredit: "Deve dirci se va avanti nell’Ops"

L’offerta è di fatto congelata dai paletti onerosi posti dal governo. L’ad Castagna: basta incertezze

Mag 1, 2025 - 06:16
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Banco Bpm, pressing su Unicredit: "Deve dirci se va avanti nell’Ops"

"Il nostro percorso non può finire qui". Questo il leitmotiv con il quale i vertici di Banco Bpm, l’ad Giuseppe Castagna e il presidente Massimo Tononi, aprono l’assemblea dei soci al MiCo di Milano e rigettano – ancora una volta- l’Ops lanciata da Unicredit. Gae Aulenti "deve decidere: rinunci alle condizioni o all’offerta", è l’ultimatum di Piazza Meda. L’Ops è iniziata, infatti, lunedì 28 aprile per concludersi il 23 giugno. Un arco temporale nel quale gli azionisti del Banco dovranno scegliere "la casa nella quale abitare".

Ma a rendere la partita di Andrea Orcel più intricata – oltre alla nuova Ops lanciata da Mediobanca su Banca Generali e all’acquisizione della tedesca Commerzbank – è arrivata la decisione di Palazzo Chigi di entrare a piede teso nel risiko bancario, con la spada di Damocle del golden power. Ecco perché Unicredit ha chiesto udienza al governo – ad ora senza riscontro – affermando di non essere in grado di assumere "una decisione definitiva sull’offerta".

Un clima di incertezza che "inizia onestamente ad essere poco ragionevole e apprezzabile" tuona Tononi. Ora "ci sono condizioni di efficacia che non si sono realizzate e non si realizzeranno" continua il banchiere, riferendosi non solo ai nuovi paletti imposti dal governo, ma anche al rialzo del prezzo su Anima e alla mancata concessione del Danish Compromise. Tra le richieste dell’esecutivo a Gae Aulenti, quella di uscire dal mercato russo in nove mesi. Un’uscita che, ricorda Castagna, per ammissione della stessa Unicredit, "porterebbe a una svalutazione di 5,5 miliardi".

Intanto l’assemblea approva bilancio e dividendi, tra i punti all’ordine del giorno. Presenti più del 60% degli azionisti. Tra i soci di maggioranza, oltre a Black Rock che detiene il 4,5%, è Crédit Agricole, salita al 19,8%, a fare da ago della bilancia. Castagna si dice fiducioso circa la scelta – ancora ignota – della banca francese, "azionista industriale con il quale è semplice far capire la nostra strategia". Una strategia stand alone, che – qualora l’Ops di Unicredit non andasse in porto – non sarebbe, stando alle parole dell’ad, destinata a cambiare: "Intorno a noi si è scatenato di tutto, ma sono certo che grazie alle potenzialità del nostro Piano e dell’acquisizione di Anima (sulla quale il Banco è salita al 90%) torneremo a essere protagonisti" conclude Tononi.