Banco Bpm, l’altolà Unicredit «Così è impossibile decidere»

Unicredit ferma le manovre su Banco Bpm dopo la decisione del governo di imporre vincoli all’operazione ai sensi del Golden power. Le prescrizioni non consentono alla banca «di prendere alcuna decisione definitiva sulla strada da seguire in merito all’Offerta», ha scritto ieri l’istitituo guidato da Andrea Orcel in una lettera inviata al governo, in cui […] L'articolo Banco Bpm, l’altolà Unicredit «Così è impossibile decidere» proviene da Iusletter.

Apr 24, 2025 - 01:56
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Banco Bpm, l’altolà Unicredit «Così è impossibile decidere»

Unicredit ferma le manovre su Banco Bpm dopo la decisione del governo di imporre vincoli all’operazione ai sensi del Golden power. Le prescrizioni non consentono alla banca «di prendere alcuna decisione definitiva sulla strada da seguire in merito all’Offerta», ha scritto ieri l’istitituo guidato da Andrea Orcel in una lettera inviata al governo, in cui vengono evidenziati gli effetti che i vincoli potrebbero produrre sull’operazione e sull’attività di Unicredit.

In una nota diffusa prima dell’apertura dei mercati, messa a punto insieme ai legali, l’istituto spiega che i «vincoli sulle modalità di gestione delle future attività creditizie e della liquidità dell’entità combinata, sul diritto di cedere partecipazioni e di gestire in modo appropriato gli asset in gestione di Anima e sulle attività di UniCredit in Russia» potrebbero «danneggiare la sua piena libertà e capacità di adottare decisioni conformi ai principi di sana e prudente gestione in futuro, e persino portare a risultati non voluti (ad esempio l’imposizione di sanzioni a UniCredit a causa della presunta mancata osservanza di una qualsiasi delle prescrizioni)». Di qui la decisione di mettere in stand-by l’operazione e «al di là del diritto previsto in generale di chiedere all’autorità di riconsiderare la decisione emessa» spiega una nota, Unicredit ha replicato a stretto giro sottolineando che «il decreto contempla espressamente la possibilità per UniCredit di riferire immediatamente all’autorità se non le fosse possibile attuare – in tutto o in parte – le prescrizioni» e dunque «ha quindi prontamente risposto all’autorità esprimendo il proprio punto di vista sul decreto e resta in attesa di un riscontro».

Orcel auspica una risposta in tempi rapidi — la partenza dell’ops su Banco Bpm è calendarizzata per il 28 aprile — ma i legali stanno valutando le diverse opzioni possibili, dal ricorso al Tar al possibile ricorso a organismi europei, anche sulla base della valutazione che un mese fa la Bce ha autorizzato l’ops su Banco Bpm senza sollevare eccezioni. Un caso analogo è accaduto ad aprile del 2021 in Ungheria. Il ministero dell’Interno aveva opposto il Golden power al gruppo assicurativo austriaco Vig nell’acquisizione dell’ungherese Aegon. Pochi mesi dopo la Commissione Ue ha avviato un’indagine sulle motivazioni del provvedimento che invocava la sicurezza nazionale. Bruxelles ha accertato la violazione dell’articolo 21, paragrafo 4 del regolamento Merger ordinando di ritirare il veto all’acquisizione. Una vicenda diversa da quella di Unicredit e Banco ma che segnala come l’attenzione della Commissione Ue sull’esercizio del Golden power da parte degli Stati membri sia alta.

Le opzioni

I legali di Unicredit valutano più opzioni, fra cui il ricorso al Tar o alle istituzioni europee

L’altro tema toccato da Unicredit nelle sue osservazioni inviate al governo tocca il disallineamento con altre operazioni italiane aperte sul mercato. L’uso dei poteri speciali in un’operazione domestica tra due banche italiane «non è comune e non è chiaro perché sia stato invocato in relazione a questa specifica operazione, ma non per le altre operazioni simili attualmente in corso sul mercato italiano». Il riferimento è all’Ops del Monte dei Paschi su Mediobanca, a quella di Bper su Pop Sondrio e a quella del Banco su Anima Holding.

Infine il capitolo Russia e l’uscita accelerata dal Paese che non dipende solo dalla volontà di Unicredit ma da condizioni di mercato e dalle approvazioni presidenziali russe. La banca «si impegna a continuare a ridurre la propria presenza in Russia, già diminuita del 90% circa negli ultimi tre anni, in linea con la decisione della Bce».

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