Banca Generali batte tutti i target
Andrea Giacobino Dopo aver superato i target di raccolta e centrato gli ambiziosi obiettivi del piano triennale elevando il concetto di consulenza non solo al mondo del private banking, ma anche a quello dei family office grazie alla versatilità a soluzioni personalizzate e alla visione patrimoniale complessiva, ora Banca Generali si prepara ad alzare... Leggi tutto

Andrea Giacobino
Dopo aver superato i target di raccolta e centrato gli ambiziosi obiettivi del piano triennale elevando il concetto di consulenza non solo al mondo del private banking, ma anche a quello dei family office grazie alla versatilità a soluzioni personalizzate e alla visione patrimoniale complessiva, ora Banca Generali si prepara ad alzare ulteriormente l’asticella.
Nuova dimensione
L’obiettivo è duplice: da una parte, mettendo a disposizione del consulente finanziario la tecnologia dell’AI per l’operatività e l’iper-personalizzazione, dall’altra valorizzando il concetto di gruppo bancario per mettere a disposizione dei clienti nuove opportunità di servizio in logica protezione e supporto alle imprese. Una vera e propria “AI private e investment bank” a vantaggio delle prospettive dei banker del Leone che da un decennio risultano sempre protagonisti per crescita pro-capite nei flussi e nei portafogli medi che oggi superano i 44 milioni.
Numeri da record
Il ruggito di dicembre, con il miglior risultato mensile di raccolta netta della propria storia ed un dato relativo i servizi di investimento che supera il miliardo di euro, ben fotografa le ambizioni della realtà guidata da Gian Maria Mossa che, oltre alla crescita dei consulenti, ha dalla sua il feeling con il mercato che gli riconosce la capacità di mantenere gli impegni a prescindere dalle complessità esterne. I 6,6 miliardi di flussi del 2024 (+18% su base annuale) seguono infatti gli 11,6 miliardi del biennio precedente, portando a oltre 18 miliardi il saldo del triennio, come stabilito nel target del piano industriale di tre anni fa, alla vigilia dell’esplosione dell’inflazione e del conseguente rialzo dei tassi che ha segnato il 2022 come l’anno peggiore per la finanza dal dopoguerra. Allo stesso modo, come promesso nel triennale, le masse della banca hanno già superato il tetto dei 100 miliardi (103 miliardi), con un grado di diversificazione unica sul mercato: oltre 23 miliardi in soluzioni di investimento quali advisory e gestioni patrimoniali, un unicum nel settore; oltre 23 miliardi di soluzioni “a la carte” con la forza dell’offerta lussemburghese BGFML e la distribuzione dei migliori asset manager al mondo e 27 miliardi di soluzioni assicurative con le innovative soluzioni ibride che rappresentano il massimo della personalizzazione in ambito assicurativo.
Quotazioni in forte crescita
Tutto questo non è sfuggito agli occhi attenti del mercato, tanto che il titolo di Banca Generali è stato tra i migliori dallo scorso anno con un balzo in termini di ritorno totale compreso del generoso dividendo di oltre il 50%, arrivando alla soglia dei 5,8 miliardi di capitalizzazione per quasi 50 euro. All’arrivo di Mossa, circa 11 anni fa, la banca aveva circa 25 miliardi di masse e il titolo viaggiava a 17 euro. “Siamo allo stesso tempo una growth e value company, che riesce a combinare uno sviluppo a doppia cifra con il ritorno per i nostri shareholders”, dichiara l’amministratore delegato. Siamo alla vigilia di una nuova fase di crescita della nostra banca, frutto di scelte strategiche forti fatte in passato: oltre 20 anni fa abbiamo deciso di diventare banca rete, puntando tutto sulla qualità delle persone e sulla relazione con i clienti; la costruzione di una rete forte, di grande qualità e comunione di valori ci ha permesso poi, oltre 10 anni fa, di investire per essere un interlocutore di riferimento nel mondo del private banking facendo leva su servizi di wealth management, tecnologia e partnership con i migliori operatori di mercato. Così siamo diventati una banca-rete diversa, in grado di competere con i player tradizionali appartenenti ai grandi gruppi bancari”. I risultati sono stati impressionanti: dal sedicesimo posto nella classifica dei player di mercato per la clientela private di 10 anni fa, Banca Generali si posiziona oggi al terzo posto, subito dietro ai primi due conglomerati italiani ma con una grande differenza: il focus totale su come fare crescere la professionalità ed i portafogli dei consulenti finanziari.
Più spazio ai dati
“Oggi – prosegue Mossa – ci troviamo in una nuova fase in cui possiamo diventare unici, grazie a una piattaforma data driven, AI based e con un modello di servizio che va anche oltre confine e che valorizza i nostri clienti imprenditori con l’operazione Intermonte. La nostra visione resta molto chiara: quella di essere la prima banca private per valore del servizio, innovazione e sostenibilità”.
Lo scorso anno non ha dato solo un’accelerazione alla crescita finanziaria e di masse della banca, ma anche a livello numerico la rete guidata dal vicedirettore generale Marco Bernardi sta toccando nuovi picchi avvicinandosi ai 2.400 profili, grazie agli oltre 150 inserimenti e alla forte soddisfazione interna, come emerge dalle ricerche di settore, che cementa una fidelizzazione ai vertici dell’industria.
Reclutamenti in corso
“Crediamo nel valore delle persone e nel futuro della professione e per questo investiamo sia sui profili senior per ampliare l’offerta, sia sempre di più su giovani talenti. Il target è duplice: under 40 con buone esperienze e giovani under 30 da affiancare ai profili più senior che trovano così il giusto supporto per le crescenti complessità del loro business, guadagnando così tempo e spazio per concentrarsi sullo sviluppo e cura dei clienti” spiega Mossa. “Per i ragazzi da inserire in struttura abbiamo predisposto dei percorsi guidati su misura, con un mix di formazione ed esperienza sul campo, capitanati da uno dei nostri migliori manager di lungo corso e dall’expertise di una squadra d’eccellenza che porta il plus delle proprie esperienze”. L’evoluzione fianco a fianco dei banker è uno dei tratti distintivi della banca del Leone che nell’ultimo biennio ha visto aumentare significativamente il numero di team di professionisti che coprono ormai oltre quinto delle masse, arrivando ad assumere in taluni casi la fisionomia di strutture sulle orme dei family office più evoluti.
Epsansione internazionale
All’impegno per il talento e lo sviluppo della rete, che sono una priorità strategica degli ultimi anni della banca, si sono poi accostate tutta una serie di progettualità che hanno avuto un deciso balzo in avanti negli ultimi mesi. La prima riguarda la Svizzera, con il debutto dalla scorsa primavera di Bg Suisse che nei mesi successivi ha proseguito nella messa a punto degli aspetti operativi e ha iniziato ad attirare le prime masse e banker portando il business elvetico complessivo a circa 1,4 miliardi. L’offerta ha visto l’affiancamento alle proposte della controllata Bg Valeur di Lugano, anche l’accesso alle esclusive linee di gestioni patrimoniali della banca, dando ancora più possibilità di personalizzazione alla clientela e, a breve, si completerà con il servizio di consulenza evoluta su portafogli amministrati. Allo stesso modo ha preso vita l’innovativo servizio di BG International Advisory che consente ai clienti italiani con risparmi oltreconfine di poter comodamente gestirli col proprio banker da casa, così da avere maggiore controllo, trasparenza e timing nelle scelte di asset allocation. “Abbiamo voluto – spiega Mossa – dar vita ad un qualcosa di nuovo in Svizzera e il lungo percorso autorizzativo ha richiesto più tempo del previsto, ma i risultati triennali sono stati comunque rispettati anche senza il contributo che ci saremmo aspettati anticipatamente da Bg Suisse. Il servizio di consulenza sulle masse all’estero dall’Italia è un unicum che ci dà un significativo vantaggio competitivo per quei 70-80 miliardi di masse stimate dei nostri connazionali oltreconfine. E’ un modo per riappropriarci degli assets oggi all’estero, lasciando il deposito in logica multi booking center oltre confine, ma allo stesso tempo fornendo i servizi di investimento dall’Italia e con banker italiani. Infine, vogliamo anche dare un servizio di qualità ai banker ticinesi in primis, ai piccoli family office ed external asset manager, per un modello di business professionale che ha grande potenzialità”.
Il capitolo Intermonte
Un secondo pillar strategico di quest’anno riguarda lo sviluppo delle sinergie e delle attività di Intermonte a favore delle Pmi, oggetto di grande attenzione e progetti dedicati dalla banca. L’opa annunciata lo scorso settembre ha dato una scossa al sistema -anticipando la stagione delle grandi manovre poi seguite da Unicredit in Germania e sul Banco che, a sua volta, ha messo nel mirino Anima e Mps, salita invece alle cronache per le mire su Mediobanca- a conferma dell’istinto da “first mover” della banca triestina. E’ infatti, la prima volta che una rete di consulenti compie un passo così importante nell’investment banking, e una decina d’anni fa sempre Banca Generali era stata la prima a rivoluzionare il mondo del private nazionale salendo nelle sfere della raccolta e diventando sempre più protagonista in quel mondo, tanto che il vicedirettore generale Andrea Ragaini è stato nominato alla guida di AIPB. “L’operazione con Intermonte – continua Mossa – spalanca grandi opportunità per i nostri banker e per i loro clienti imprenditori. Pensiamo alle sfide legate alla competitività e al mercato dei capitali e al contributo della ricerca e delle competenze che si delineano. Il nostro Paese ha bisogno di player forti che lavorino per valorizzare le imprese e rafforzare il mercato dei capitali anche con percorsi di quotazione. Ma il deal ape anche nuove opportunità nell’ambito della negoziazione, con focus su derivati per protezione e soluzioni strutturate, oltre ovviamente all’advisory sui portafogli con focus piccole e medie imprese”.
Il deal è subito piaciuto anche al mercato come ha dimostrato il rally dell’ultimo trimestre, poiché alle convergenze di attività si sommano anche sinergie industriali in logica di internalizzazione dei margini e l’ampio consenso dagli azionisti al termine dell’Opa a fine gennaio con oltre il 95% di adesioni, parla da solo.
Le partecipazioni strategiche
Con l’acquisizione di Intermonte la galassia del gruppo Banca Generali diventa ancora più corposa, delineando – insieme ad alcune partecipazioni strategiche – un quadro unico non solo per profondità, ma anche per gli stimoli dalle diverse ramificazioni. Dalla fiduciaria Generfid nel wealth management alla fabbrica di prodotti BGFML sempre più focalizzata sull’esclusività dei comparti gestiti; passando da Bg Suisse a Intermonte, fino alle partecipazioni nella sim Bg Saxo per il trading, Conio nei wallet col sistema più innovativo in Europa nella sicurezza dei portafogli di cripto, o alla holding esclusiva Beyond Investments per le grandi famiglie nel private equity, l’ecosistema assume contorni dalle suggestioni di grande interesse. “Cerchiamo – aggiunge il capo azienda – le migliori professionalità e skills per portare un’esperienza unica. Il contributo delle partecipate non si traduce in un mero valore economico, ma è la condivisione di conoscenze, il confronto sulle best-practice, e la visione comune di valori e ricerca spasmodica della qualità che rendono positivo e costruttivo il modello”.
Spinta all’innovazione
Il trait d’union di questa ragnatela di attività e progetti è garantito dalla tensione al digitale e dalla spinta all’innovazione. Banca Generali è stata anche qua la prima a creare una piattaforma proprietaria per il dialogo sui servizi di wealth management e poi a guidare l’evoluzione del modello “app store” nell’accesso ai servizi per la clientela. Il passo successivo ha visto poi l’integrazione del digitale nei diversi ambiti operativi ed ora il lavoro si confronta con le opportunità che arrivano dall’AI. Per guidare la grande spinta all’innovazione ed allo sviluppo delle piattaforme, Mossa ha chiamato un talento del digital-fintech italiano, Matteo Concas, classe ’87, tra i protagonisti del lancio in Italia e in Europa di N26, poi general manager di Mooney, creata dalla combinazione delle attività fintech di Intesa Sanpaolo ed Enel.
Un profilo da startupper per accelerare nelle dinamiche sia interne operative, sia nell’interfaccia e nei servizi, da mettere a disposizione ai propri clienti. “Nel nuovo piano che presenteremo all’inizio dell’estate l’intelligenza artificiale sarà un pilastro importante. Vediamo grandi potenzialità a diversi livelli, nel dialogo, segmentazione e valorizzazione del servizio, fino alla gestione interna e nella relazione banca-cliente-banker” conclude Mossa. La determinazione nell’AI della banca è stata notata persino da un gigante come Microsoft che ha scelto BG come primo partner in Italia nel con cui avviare un pilota esclusivo nell’allargamento dei servizi del proprio motore Copilot Office 360 alla quasi totalità della platea dei dipendenti. Una full immersion nell’AI per accelerare le nuove modalità di lavoro. Un’ulteriore mossa da first mover che punta a tracciare il solco anche per il prossimo triennio da prima della classe nell’evoluzione del private banking.