"Avori di Volterra": si presenta il libro che restituisce un pezzo di storia alla città

Il volume, curato da Magdi Nassar, si svela l'11 aprile al Ridotto del Teatro Persio Flacco

Apr 9, 2025 - 15:53
 0
"Avori di Volterra": si presenta il libro che restituisce un pezzo di storia alla città

Volterra, 9 aprile 2025 - L'11 aprile alle 17:30, il Ridotto del Teatro Persio Flacco di Volterra ospiterà la presentazione del volume "Avori di Volterra", curato da Magdi Nassar e pubblicato dall'Accademia dei Sepolti con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra. Il libro ricostruisce la storia della collezione di avori un tempo custodita nella biblioteca Guarnacci e venduta nel 1880 dal Comune di Volterra, con la conseguente dispersione di questi capolavori tra i più prestigiosi musei e collezioni private del mondo. Tra le opere più significative spiccano un pastorale eburneo con la Visitazione dei Magi, oggi al Victoria and Albert Museum di Londra, un vincastro con il Battesimo di Cristo, di proprietà del magnate statunitense Ronald Lauder, e raffinate scatole medio-bizantine, la più pregiata delle quali si trova presso il Museo di Cluny a Parigi. Nassar ha individuato negli archivi cittadini attestazioni che confermano l'origine locale di alcuni di questi oggetti, testimonianza di una forte tradizione devozionale ed artistica. La vendita degli avori fu una decisione politica dettata dalla necessità di finanziare il riallestimento del museo etrusco Guarnacci, trasferito nel 1877 a Palazzo Desideri-Tangassi. Il direttore del Museo, Niccolò Maffei, all’epoca deputato nel Parlamento italiano e più avanti sindaco di Volterra, orchestrò la vendita, attirando l'interesse di importanti antiquari, tra cui Alessandro Castellani, eroe risorgimentale ed istrionico mercante d’arte romano con contatti di altissimo profilo in tutto il mondo. La vicenda innescò un acceso dibattito che coinvolse collezionisti, mercanti, intellettuali, istituzioni locali e nazionali, con interventi del Prefetto e del Ministro dell’Istruzione. Il Comune affidò infine agli antiquari Raffaele Dura e Jules Sambon un'asta, probabilmente fittizia, che fruttò 70.000 lire, consentendo di saldare i debiti del Museo. Il catalogo dell’incanto ed i calchi in gesso realizzati nel 1880 rimangono le uniche testimonianze di questi oggetti a Volterra.