Auto, chimica, tessile e non solo: quale sarà l’impatto dei dazi sulla Germania?
L'impatto dei dazi di Trump sulla Germania: ecco quali settori industriali ne escono peggio e quali meglio. Il punto di Pierluigi Mennitti.

L’impatto dei dazi di Trump sulla Germania: ecco quali settori industriali ne escono peggio e quali meglio. Il punto di Pierluigi Mennitti
L’annuncio di Donald Trump sui nuovi dazi doganali colpisce la Germania nel mezzo di un vuoto politico. Il governo uscente è ormai svuotato, non ha né forza né voglia di indirizzare una reazione, mentre quello nuovo è ancora nell’incubatore delle trattative fra i partiti. È probabile che la decisione americana di andare fino in fondo sui dazi acceleri la fase del confronto fra i partiti: si tratta d’altronde di affrontare la terza grande emergenza in appena cinque anni, dopo la pandemia e il ritorno della guerra in Europa.
La delega a Bruxelles della risposta europea è dunque per Berlino non solo un obbligo ma anche un toccasana in questa fase. Ma è chiaro che l’annuncio delle misure protezionistiche di Trump avrà effetti pesanti sulla già malata economia tedesca: la Germania, in quanto potenza esportatrice, è tra i paesi più vulnerabili. Vediamo settore per settore quali sono le previsioni degli analisti, raccolte dai principali media tedeschi.
LA MAZZATA SUL SETTORE AUTOMOBILISTICO
Per Berlino, questa decisione si traduce innanzitutto in un duro colpo al cuore pulsante della sua economia: l’industria automobilistica. Gli Stati Uniti rappresentano infatti uno dei mercati più importanti per i produttori tedeschi, e l’introduzione immediata di dazi del 25% su automobili e componenti mette in serio pericolo un settore già sotto pressione. BMW, Volkswagen e Mercedes-Benz si troveranno a fronteggiare costi aggiuntivi stimati in circa undici miliardi di euro, secondo l’analisi della società Bernstein. Il problema non riguarda soltanto l’export di vetture finite, ma anche le catene di fornitura globali: i dazi sulle componenti renderanno più onerosa la produzione negli stabilimenti statunitensi delle aziende tedesche, riducendo la loro competitività.
In particolare, i produttori senza stabilimenti negli Stati Uniti, come Porsche (gruppo VW), subiscono danni maggiori. La stessa Volkswagen, che esporta una grande parte delle sue 730.000 auto vendute negli Usa, ha annunciato l’introduzione di una “tassa di importazione” sui suoi modelli per compensare i costi aggiuntivi e ha temporaneamente sospeso le importazioni via ferrovia dal Messico, decidendo di immagazzinare temporaneamente le auto europee nei porti.
TESSILE, LA DIPENDENZA DALL’ASIA
Anche il settore tessile tedesco è stato fortemente penalizzato, in particolare Adidas, che ha registrato un calo delle azioni superiore al 10% dopo la conferenza di Trump. L’azienda produce il 90% della sua merce in Asia, con il 40% delle scarpe proveniente dal Vietnam, colpito da dazi del 46%. Anche Puma ha subito un impatto significativo, con una riduzione del valore azionario del 5%, nonostante avesse già ridotto la produzione in Cina a favore di Vietnam e Indonesia.
E anche il gigante statunitense Nike, che condivide molte fabbriche con Adidas e Puma, sta affrontando difficoltà simili, dimostrando come i dazi abbiano un effetto globale sul settore.
INGEGNERIA MECCANICA, RIPENSARE IL MODELLO DI EXPORT
L’industria dell’ingegneria meccanica, anch’essa come l’automotive vitale per la Germania, sta affrontando una fase di adattamento. Secondo l’associazione del settore VDMA, il 60% delle aziende è colpito dai dazi statunitensi. Il presidente Bertram Kawlath sottolinea che le aziende statunitensi continueranno ad aver bisogno di prodotti tedeschi per determinate tecnologie chiave, il che potrebbe attenuare l’impatto delle misure protezionistiche.
Ma per Stefan Klebert, ceo dell’azienda Gea, “il modello di esportazione tedesco deve essere ripensato”: i dazi segnano la fine dell’epoca in cui la Germania dominava il commercio globale senza restrizioni.
CHIMICA, PROBLEMI PER I FORNITORI MEDI
Le grandi aziende chimiche tedesche come BASF, Evonik, Lanxess e Covestro hanno limitato l’impatto dei dazi grazie alla loro presenza diretta negli Stati Uniti. Solo il 7,5% delle esportazioni chimiche tedesche è diretto infatti negli Usa. Tuttavia, le piccole e medie imprese del settore, che producono esclusivamente in Germania e Europa, potrebbero subire danni significativi se i loro prodotti non fossero unici e facilmente sostituibili da alternative statunitensi.
L’intero settore chimico è inoltre vulnerabile alle ripercussioni economiche globali: se i dazi rallentano la crescita negli Stati Uniti ed Europa, la domanda di prodotti chimici diminuirà di conseguenza.
SETTORE SIDERURGICO: LA MINACCIA ASIATICA
L’industria siderurgica tedesca non subisce danni immediati, osservano diversi analisti, poiché esporta solo un milione di tonnellate di acciaio all’anno negli Stati Uniti, rispetto ai 37 milioni di tonnellate prodotte complessivamente. Tuttavia, il vero rischio sta nelle importazioni asiatiche: i produttori temono un afflusso di acciaio destinato originariamente agli Stati Uniti, che potrebbe saturare il mercato europeo e ridurre i prezzi.
IMPATTO RELATIVO PER L’INDUSTRIA ELETTRICA
Per l’industria elettrica, l’impatto dei dazi è meno significativo. Nel 2024, il 10% delle esportazioni tedesche di prodotti elettrici, per un valore di 25 miliardi di euro, è stato destinato agli Stati Uniti. Tuttavia, gli Stati Uniti dipendono fortemente dalle importazioni, coprendo solo la metà della domanda con la produzione interna. Questo potrebbe costringere le aziende statunitensi a continuare ad acquistare dai fornitori tedeschi, ma a un prezzo più alto.
LA FARMACEUTICA È (PER ORA) ESENTATA
L’industria farmaceutica, almeno per il momento, è esente dai dazi. Farmaci essenziali come insuline, antibiotici e vaccini non sono stati colpiti. Tuttavia, il governo statunitense sta valutando un’indagine separata su questo settore, lasciando aperta la possibilità di futuri dazi.
Con oltre il 25% delle esportazioni farmaceutiche tedesche dirette negli Usa, il settore teme ripercussioni nel caso in cui le restrizioni vengano estese, con possibili aumenti dei prezzi dei farmaci e problemi di approvvigionamento per i pazienti.
ECCO CHI SONO I BENEFICIARI DEI DAZI
Non tutti i settori industriali tedeschi soffrono per le nuove tariffe. Alcune aziende con stabilimenti negli Stati Uniti, come la metallurgica Klöckner & Co, beneficeranno dell’aumento dei prezzi dell’acciaio, sottolinea l’Handelsblatt. Anche alcuni grandi gruppi chimici potrebbero trarre vantaggio dalla riduzione della concorrenza cinese, che rende più competitivi i loro impianti negli Stati Uniti.
La guerra commerciale aperta dall’amministrazione Trump ridefinirà le dinamiche commerciali anche tra Germania e Stati Uniti, con effetti che gli esperti già valutano differenziati a seconda del settore. Se da un lato alcune aziende devono riorientarsi per mitigare le future perdite, dall’altro alcune realtà, specie locali, potrebbero paradossalmente sfruttare le nuove condizioni di mercato per aumentare i propri margini di profitto.