Trump, dazi sospesi e chance per Meloni: cosa accadrà tra 90 giorni
La decisione americana di congelare le tariffe apre una breccia nei rapporti transatlantici che Meloni potrebbe sfruttare nel suo viaggio a Washington per rilanciare le relazioni economiche

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha deciso di sospendere per 90 giorni i dazi imposti a numerosi paesi mondiali, lasciando fuori solo la Cina, che invece subirà un ulteriore irrigidimento fiscale. La notizia arriva mentre le borse globali oscillano e diversi governi si preparano a rispondere.
Dopo settimane passate a brandire il bastone, Trump ha improvvisamente fatto dietrofront: un gesto che, tra una volgarità ostentata e un autocompiacimento da palcoscenico, apre uno spiraglio per trattative. Giorgia Meloni potrebbe trarre vantaggio da questa decisione, mentre si appresta a partire per Washington con una proposta tutt’altro che ornamentale: abbattere dazi su entrambe le sponde dell’Atlantico.
La presidente del Consiglio volerà a Washington il 17 aprile con la formula “zero per zero” sotto il braccio: via le tariffe industriali da entrambe le parti, senza paracaduti o ambiguità. Non è chiaro se la trattativa sarà rivolta solo per l’Italia o anche per l’Ue visto che la premier prima della partenza andrà colloquio con Ursula Von der Leyen.
Sospensione temporanea dei dazi Usa, esclusa la Cina
Donald Trump ha annunciato uno stop ai dazi per gran parte dei partner commerciali, ma ha riservato alla Cina un trattamento ben più severo: nuova imposta al 125% e nessuna stretta di mano all’orizzonte. Su Truth Social, il presidente si è vantato di essere stato contattato da oltre 75 Paesi ansiosi di negoziare e – su sua “ferma raccomandazione” – restati immobili. In cambio, ha concesso loro una tariffa simbolica del 10%. Davanti ai repubblicani riuniti, ha riassunto lo spirito del momento con una delle sue perle, che noi edulcoriamo: “fanno la fila per chiedermi di cancellare i dazi”.
Pechino ha risposto a muso duro, rincarando la dose fino all’84% su una vasta gamma di prodotti americani e tirando fuori la carta della “soppressione economica”. Il Ministero del Turismo ha sconsigliato ai cittadini cinesi di mettere piede negli Stati Uniti, mentre da parte sua Amazon ha iniziato a ripulire il carrello: annullati alcuni ordini in arrivo dalla Cina per alleggerire l’impatto delle nuove tariffe.
Effetto domino sui mercati finanziari globali
Le piazze americane hanno stappato champagne: S&P +7,3%, Nasdaq +9%, Dow Jones +6,6%. Tutto in una manciata d’ore, dopo la giravolta sui dazi. In Europa, invece, il brindisi è rimasto in frigo. Francoforte, Parigi e Londra hanno chiuso in calo, trascinando con sé anche Milano, che ha perso il 2,75%. A Tokyo la seduta si è chiusa con una botta del 3,9%, poi però il Nikkei ha mostrato un segno di vita e ha rimesso insieme un +6%. Una giornata per stomaci forti.
Meloni prepara la missione a Washington per cancellare i dazi industriali
Giorgia Meloni si prepara a incontrare Donald Trump il 17 aprile, portando con sé una proposta netta: cancellare i dazi industriali tra Stati Uniti e Unione Europea. Il tempismo gioca a suo favore: la sospensione dei dazi per 90 giorni apre uno spiraglio che Meloni cercherà di trasformare in una finestra stabile. L’Italia punta a inserirsi in questa tregua momentanea con un’iniziativa più strutturata, sfruttando il margine diplomatico prima che le porte si richiudano.
Le previsioni non sono semplici. Se Trump dovesse accettare la formula “zero per zero”, l’Italia potrebbe ottenere un vantaggio competitivo notevole per settori come automotive, meccanica e agroalimentare. Secondo fonti di Palazzo Chigi, l’obiettivo è anche rafforzare il ruolo dell’Italia come interlocutore privilegiato con Washington, soprattutto in un’Europa dove la convergenza sulle risposte ai dazi è tutt’altro che scontata.
Al contrario, un fallimento potrebbe costringere Roma ad alzare ulteriormente il livello di intervento pubblico per tutelare le filiere strategiche. Non è una passeggiata, ma se dovesse riuscirci, l’Italia avrebbe molto più di un applauso da portare a casa.