Assogestioni pro Caltagirone in Generali?
Che cosa sta succedendo in Assogestioni in vista dell'assemblea decisiva per il futuro di Generali. La lettera di Fernando Soto

Che cosa sta succedendo in Assogestioni in vista dell’assemblea decisiva per il futuro di Generali. La lettera di Fernando Soto
Caro direttore, stufo del fatto che le mie proposte su commenti e approfondimenti di finanza italiana non ti eccitano come in passato (si sta capendo nulla di ‘sto casino in Generali, ci siamo infilati in arzigogoli legali che i lettori non seguono, mi hai detto papale papale giorni fa bocciandomi una mia proposta di pezzo, e lo scrivo a beneficio di quei quattro gatti che hanno scritto alla segreteria di Start Magazine lamentandosi di queste carenze informative, mi ha informato la segreteria che forse non ti ha inoltrato le missive).
Siccome comunque sto studiando il tema (pensa che ho intenzione pure di sciropparmi i documenti allegati alla consultazione della Consob sul ddl Capitali) e vedo che si amplia la platea di giornali pro Caltagirone sul dossier Mediobanca-Generali (oggi mi pare che pure La Verità si sia allineata a Messaggero, Mattino, Gazzettino, Giornale, Libero, Tempo, Milano Finanza e non solo; sul fronte opposto mi pare si possa annoverare solo Repubblica, peraltro diretta da un ex dipendente del gruppo Caltagirone in quanto anche ex direttore di giornali della casa editrice del costruttore romano; quindi puoi immaginare, diciamo, lo sforzo di equidistanza), allora ho deciso di sfidare la tua pazienza e il tuo cerchiobottismo mandandoti questa lettera.
Accenno cronisticamente al contesto (e beneficio dei lettori) e poi approfondisco e commento (secondo il mio punto di vista) la questione.
Si è riaggiornato a venerdì il Comitato dei gestori per decidere sulla presentazione di una lista di minoranza per il Cda di Generali che possa raccogliere il sostegno degli investitori istituzionali e dei fondi di Assogestioni. Il Comitato, che come è emerso non è arrivato a una decisione, ha programmato un nuovo incontro, in quello che viene definito, spirito di collaborazione. L’avvocato Filippo Annunziata, attivato dal presidente del comitato Emilio Franco (che è ad di Mediobanca Sgr) ha stigmatizzato i rischi che la lista nascente sia viziata dai tanti conflitti d’interesse dei vari gestori e dai rischi d’ingovernabilità per Generali, se la lista del mercato togliesse voti a quella di Mediobanca che candida l’ad Donnet e il presidente Sironi, e la lista rivale di Caltagirone e Delfin fosse la più votata.
La decisione va, comunque, presa entro l’inizio della prossima settimana. L’orientamento prevalente dei gestori – se non altro quello dei gestori del gruppo Intesa Sanpaolo e di Banco Poste, gli unici operativi sul dossier non essendosi dichiarati in conflitto d’interesse – resta di fare la lista. Ed è già pronta una decina di nomi, proposti dai selezionatori di Chaberton Partners, da cui trarre il terzetto che in aprile potrebbe generare un consigliere del Leone.
E ora vado per punti così magari ti aiuto a comprendere
1. Tutti gli associati ad Assogestioni hanno firmato i principi italiani di stewardship che sono finalizzati a favorire la buona governabilità delle società. Non si capisce dunque perché il Comitato dei Gestori dovrebbe presentare una lista quando l’eventualità che il suo candidato sia eletto (obiettivo implicito nell’atto stesso di presentare la lista) dipenderebbe dai voti sottratti all’unica lista di maggioranza presentata (quella di Mediobanca che ricandida Donnet) con la logica conclusione di regalare la vittoria alla lista di Caltagirone ed eleggere un board esattamente spaccato a metà (6 consiglieri da un lato e 6 dall’altro + 1 Assogestioni). Sarebbe questo esito un supporto alla governabilità della società?
2. Se l’esito descritto sopra si verificasse, il rappresentate designato dal Comitato dei Gestori in Cda si troverebbe ogni volta ad essere l’ago della bilancia, avendo il potere de facto di decidere ciascuna delibera del consiglio in evidente contrasto con la mission e con lo statuto di Assogestioni che vieta di esprimere un’influenza dominante sulle società (motivo per cui le liste che presenta sono sempre e solo di minoranza)
3. I paragoni con l’assemblea di Generali del 2022 – che ho letto su taluni giornali – non reggono perché lì si fronteggiavano due liste di maggioranza e chi avesse vinto avrebbe avuto una maggioranza netta di 9 consiglieri. Non vi era quindi alcun rischio né in relazione al punto 1) né in relazione al punto 2). Se dei paragoni vanno fatti sarebbero con le assemblee di Tim del marzo 2024 (dove infatti Assogestioni non presentò una lista) o di Impregilo del 2012 (idem). Se poi si volesse insistere con il paragone dell’assemblea del 2022 dove Assogestioni presentò la lista ma non riuscì ad eleggere nessuno allora la domanda dovrebbe essere: vogliamo fare un’altra figura di palta?, scusami la scurrilità caro direttore, ma forse leggendo troppo Dagospia anche il mio eloquio sta degenerando.
4. Dopo il parere di Filippo Annunziata sulla definizione di indipendenza di giudizio presentato nella riunione del comitato dei gestori di venerdì scorso la rappresentante di Anima e Kairos ha deciso di fare un passo indietro e non partecipare più alla definizione della lista di candidati per Generali. Se tale lista verrà dunque presentata avrà un vizio di forma: sarà frutto di un processo cui ha partecipato, almeno fino a un certo punto, un rappresentante in conflitto di interessi.
Non sono sicuro di essermi spiegato, visto che codeste faccende di recente non ti appassionano più. E siccome non vuoi pezzi pallosi e troppo tecnici, allora ricorro a queste missive come eccitante sperando che ti torni la voglia di occuparti di queste trame anche se mi rendo conto che alla tua età le passioni iniziano ad essere ardue (ma solo perché la direzione di un giornale ti porta a seguire tanti temi, non fraintendermi).
A questo punto, come dici tu, salutoni.
Gianluca Zappa