Asset allocation, bond high yield Usa sotto la lente di Capital Group
Il mercato delle obbligazioni corporate high yield Usa ha generato degli ottimi risultati agli investitori nel 2024, segnando un rendimento annuo dell’8,2% sulla base dell’indice Bloomberg US Corporate High Yield 2% Issuer Capped. Questo risultato fa seguito a un anno altrettanto forte nel 2023, che ha visto il mercato salire del 13,5 per cento. Tuttavia,... Leggi tutto

Il mercato delle obbligazioni corporate high yield Usa ha generato degli ottimi risultati agli investitori nel 2024, segnando un rendimento annuo dell’8,2% sulla base dell’indice Bloomberg US Corporate High Yield 2% Issuer Capped. Questo risultato fa seguito a un anno altrettanto forte nel 2023, che ha visto il mercato salire del 13,5 per cento.
Tuttavia, la fine del 2024 ha visto una notevole flessione dei mercati a causa di una svolta hawkish della Fed, con un’ulteriore incertezza sull’impatto dell’agenda politica dell’amministrazione Trump e, di conseguenza, sulla traiettoria futura dell’inflazione e dei tassi d’interesse.
Ma secondo Flavio Carpenzano, investment director reddito fisso di Capital Group occorre restare ottimisti sulle obbligazioni corporate high yield USA nel 2025. Ecco di seguito spiegati i motivi.
Economia Usa resiliente
“Prevediamo che la crescita globale rimarrà positiva, anche se a un ritmo più lento – afferma – Carpenzano – a nostro avviso, saranno probabilmente gli Stati Uniti a trainare la maggior parte di questa crescita, poiché rimangono più resilienti di altre economie sviluppate. In linea di massima, l’economia statunitense ha beneficiato di una forte produttività e della spesa per i consumi, di un mercato del lavoro resistente (anche se in rallentamento) e dei venti di coda derivanti dalla spesa per investimenti pubblici e in conto capitale. Questi temi si sono rafforzati dopo le elezioni. I tagli fiscali e la deregolamentazione potrebbero incrementare i profitti in alcuni settori, ma questi benefici devono essere soppesati con i possibili effetti negativi dei dazi e delle riduzioni della spesa pubblica degli uffici governativi. I dazi potrebbero essere introdotti rapidamente e il livello e la portata delle ritorsioni saranno cruciali nel determinare il loro impatto sugli utili societari. È importante notare che il mercato high yield statunitense è in gran parte orientato verso l’interno (cioè, comprende un gran numero di emittenti corporate domiciliati negli Stati Uniti), con una minore dipendenza dai ricavi esteri e quindi meno influenzato dai mercati valutari globali rispetto all’investment grade. Ciò dovrebbe significare che gli eventuali effetti negativi di potenziali dazi e guerre commerciali saranno probabilmente relativamente modesti e potenzialmente più che compensati dai benefici derivanti dal conseguente aumento della domanda interna di beni e servizi”.
I fattori tecnici sembrano favorevoli
“La volontà di Trump di ridurre le aliquote d’imposta sulle società e la promozione della deregolamentazione dovrebbero essere delle notizie positive per le imprese. In particolare, la deregolamentazione dovrebbe stimolare l’attività di M&A (fusioni e acquisizioni), che potrebbe crescere a seguito di un periodo di relativa calma. Detto ciò, nonostante l’aumento dell’offerta di nuove emissioni, ci aspettiamo che l’attività netta di nuove emissioni e M&A rimanga una parte minore dell’attività complessiva del mercato. Prevediamo che il volume delle nuove emissioni continuerà a essere guidato dai rifinanziamenti, che potrebbero fornire un contesto tecnico relativamente favorevole”, sostiene l’esperto di Capital Group.
Fondamentali solidi
“Prevediamo che i fondamentali dell’high yield rimarranno stabili, in linea con le nostre previsioni positive per l’economia statunitense in generale. A nostro avviso, i livelli di leva finanziaria potrebbero aumentare in misura modesta, a causa dell’incremento delle attività di M&A (fusioni e acquisizioni) e dell’emissione di debito. Tuttavia, prevediamo che la crescita positiva degli utili compenserà parte di questo aumento e contribuirà a mantenere i leverage ratio ai livelli attuali o quasi. Inoltre, ci aspettiamo che i tassi di default rimangano al di sotto della media storica, anche se alcuni settori (come quello sanitario, della difesa e delle telecomunicazioni) e specifici emittenti potrebbero sperimentare una gamma più ampia di risultati. Gli spread creditizi rimangono ristretti rispetto al loro range storico, dato l’attuale contesto economico. Questo restringimento è stato determinato da una maggiore visibilità per quanto riguarda la crescita globale e da un miglioramento delle prospettive degli utili. Anche l’aumento della qualità media del credito nel settore high yield e il ridimensionamento delle aspettative di default hanno contribuito al restringimento degli spread. Riteniamo che le valutazioni rimangano comprese all’interno del range di oscillazione, anche se gli spread potrebbero aumentare rispetto ai livelli attuali” afferma poi Carpenzano.
“Nonostante gli spread high yield siano storicamente ristretti, i rendimenti all-in rimangono interessanti, offrendo la possibilità di ottenere forti rendimenti da reddito e fungendo potenzialmente da cuscinetto contro la volatilità degli spread. La duration più breve del settore dovrebbe inoltre offrire una diversificazione per i portafogli a reddito fisso più ampi. Ad esempio, un approccio che combini le obbligazioni corporate high yield Usa con altri segmenti del reddito fisso a più alto rendimento, come il debito dei mercati emergenti, potrebbe contribuire a fornire un livello di reddito più consistente, offrendo agli investitori l’accesso a un ampio ventaglio di opportunità con una diversificazione economica molto maggiore e driver di rischio e rendimento differenziati”, conclude l’esperto di Capital Group.