Vendite al dettaglio in forte calo a gennaio, Wall Street poco mossa

Il dato diffuso oggi sulle vendite ha mostrato una riduzione dei consumi nel primo mese dell’anno proprio mentre Trump continua a valutare nuovi dazi.

Feb 14, 2025 - 16:26
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Vendite al dettaglio in forte calo a gennaio, Wall Street poco mossa

Future di Wall Street leggermente sotto la parità mentre gli investitori attendono maggiori informazioni sui dazi del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, mentre i dati macro diffusi oggi hanno mostrato un calo nel Paese delle vendite al dettaglio di gennaio.

I future sullo S&P500 cedono lo 0,10% quando manca circa un’ora all’avvio delle contrattazioni ufficiali, dopo che ieri l’indice aveva chiuso 6.118,71, vicino al suo massimo storico. Rosso leggero anche per i contratti sul Nasdaq (-0,10%) e sul Dow Jones (-0,20%).

Il dollaro non riprende dal calo di ieri subìto nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD sale a 1,0473, mentre si rafforzano l’oro (2.963 dollari) e il Bitcoin (96.700 dollari).

Salgono anche i prezzi del petrolio: Brent a 75,79 dollari (+1%) e greggio WTI a 71,94 dollari (+0,90%).

Le vendite al dettaglio del mese di gennaio sono risultate in calo dello 0,9% su base mensile, ben oltre le previsioni degli analisti (-0,2%) e livello nettamente inferiore a quello precedente (+0,7%).

Nel corso della giornata sono attesi i commenti del presidente della Federal Reserve di Dallas, Lorie Logan, in agenda per le ore 21 italiane.

Ieri Trump ha incaricato il suo team economico di elaborare piani per i dazi reciproci per tutti i Paesi che tassano le importazioni Usa, anche se la direttiva non li ha ancora imposti.

Howard Lutnick, il segretario al commercio scelto da Trump, ha detto che l'amministrazione valuterà i dazi su ciascun Paese coinvolto analizzandoli uno alla volta, con le analisi sulla questione che saranno completate entro il 1° di aprile.

"La reazione ai dazi reciproci è stata tenue e suggerisce che gli investitori si sono allontanati, almeno temporaneamente, dal trading fino alla prossima serie di dati sull'inflazione o sulla fiducia economica", evidenziano gli analisti di Société Generale.

Il dollaro oggi resta ancora debole dopo il maggior calo in tre settimane arrivato ieri. "Il volume di notizie sulle tariffe è aumentato come ci si aspetterebbe, ma l'impatto sul dollaro sta diminuendo", evidenzia Michael Metcalfe, responsabile della strategia macro di State Street Global Markets, e questo “riflette in parte il fatto che i gestori patrimoniali hanno già un sovrappeso significativo nel dollaro e, se non altro, nel 2025 hanno ridotto le posizioni".

"Il fatto che Trump non abbia preso di mira esplicitamente l'Europa ieri e abbia lasciato una scadenza ad aprile per negoziare con lui porta un po' di sollievo", secondo Karen Georges, gestore di fondi presso Ecofi a Parigi.

La lettura dell'indice dei prezzi al consumo più caldo del previsto di mercoledì ha provocato un breve calo di azioni e obbligazioni. Gli analisti di Bank of America ritengono che un'inflazione più rapida negli Stati Uniti potrebbe effettivamente rivelarsi positiva per i mercati perché costringerà Trump ad adottare tariffe meno severe.

Le pressioni sui prezzi sono una "benedizione sotto mentite spoglie", spiega Michael Hartnett di BofA in una nota, in quanto significano che "Trump deve agire con prudenza sulle tariffe per evitare di alimentare una seconda ondata di inflazione".

Oggi erano attesi i dati sulle vendite al dettaglio, tenuti sott’occhio dagli investitori in quanto potevano fornire informazioni circa il comportamento dei consumatori di fronte agli alti livelli dei prezzi mostrati nel corso di questa settimana.

La pressione sui prezzi resta una priorità per Wall Street dopo i due report sull'inflazione pubblicati questa settimana, che hanno influito sulle speranze di tagli dei tassi di interesse. I trader prevedono almeno un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base entro la fine dell'anno, con oltre il 33% di possibilità di un'ulteriore riduzione, secondo i dati forniti da Lseg.

Nvidia (-0,10%): ha ridotto la sua partecipazione nell'azienda britannica di chip Arm Holdings di circa il 44% ed è uscita dalle sue partecipazioni in Serve Robotics e SoundHound AI nel quarto trimestre. Al tempo stesso ha acquisito partecipazioni di 1,7 milioni di azioni nella startup cinese a guida autonoma WeRide (+96%).

Moderna (-2%): perdita nel quarto trimestre di 2,91 dollari per azione, superiore alle stime degli analisti di -2,68 dollari (dati LSEG).

Airbnb (+13%): riporta ricavi per il quarto trimestre per 2,48 miliardi di dollari, superiore alle stime di 2,42 miliardi di dollari (dati LSEG).

GameStop (+8%): starebbe considerando di investire in Bitcoin e altre criptovalute, secondo fonti di CNBC, seguendo l’esempio di Strategy.

DaVita (-10%): Berkshire Hathaway di Warren Buffett vende 203.091 azioni delle azioni della società per portare le sue partecipazioni a circa 35,89 milioni di azioni, una quota del 45% che vale quasi 6,4 miliardi di dollari.

Applied Materials (-5%): prevede ricavi per il secondo trimestre di 7,1 miliardi di dollari, inferiori alle stime degli analisti di 7,21 miliardi (dati LSEG).

Roku (+13%): ha previsto ricavi netto per 4,61 miliardi di dollari per l'intero 2025, superiori alle stime degli analisti di 4,59 miliardi (dati LSEG).

Dexcom (+3%): ricavi nel quarto trimestre per 1,11 miliardi di dollari, leggermente superiore alle stime degli analisti di 1,10 miliardi (dati LSEG).

Microsoft

UBS: ‘buy’ e prezzo obiettivo confermato a 510 dollari.

Netflix

Bernstein: ‘buy’ e target price sempre a 1.200 dollari.

Walmart

Argus: ‘buy’ e prezzo obiettivo aumentato da 100 a 115 dollari.

AirBnb

JP Morgan: ‘neutral’ e prezzo obiettivo alzato da 142 a 160 dollari.