“Assaggio il fegato crudo di un maiale appena sacrificato. È dolce, saporito, delicato, sembra un biscotto”: il video choc di Michele Ruschioni
Ha creato notevole disgusto, e ha fatto molto discutere, il video di Michele Ruschioni, ideatore della pagina Instagram Braciami ancora L'articolo “Assaggio il fegato crudo di un maiale appena sacrificato. È dolce, saporito, delicato, sembra un biscotto”: il video choc di Michele Ruschioni proviene da Il Fatto Quotidiano.

La nuova frontiera del food online è un fegato sanguinante di un maiale appena ucciso masticato con piacere da un uomo. Ha creato notevole disgusto, e ha fatto molto discutere, il video di Michele Ruschioni, ideatore della pagina Instagram Braciami ancora. La rapidissima premessa in sovraimpressione del video caricato da Ruschioni ricorda che “le immagini che seguono potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno”, e ancora: “Assaggio il fegato crudo di un maiale appena sacrificato”. Fiero come un bimbo che l’ha fatta grossa, Ruschioni agguanta un pezzo di fegato insanguinato e comincia una descrizione alla Hannibal Lecter: “più wild e più savage di così”. L’assaggiatore che pare più un assassino di animali che un gourmand ricorda che si trova in un paesino della Barbagia dove il rito prevede che all’uccisione del maiale si mangi il suo fegato crudo.
Ruschioni si infila in bocca un pezzetto di fegato e intanto sottolinea che le sue mani “grondano di emoglobina”: “È dolce, saporito, delicato, sembra un biscotto, ha la consistenza ostrica”, afferma virando poi nel romanesco: “Se ve piace l’ostrica ve potete magnà er fegato crudo della scrofa sacrificata”. Numerosi i commenti di fastidio: “Medioevo”; “Non tutta la Sardegna è così”; “fai schifo”; ma anche chi a sua volta provoca: “Se ti dicono di mangiare me..a la mangi?”. E non manca nemmeno chi insinua il dubbio che in realtà sia tutto finto, costruito ad arte: “Ma quale fegato, è barbabietola“, scrivono diversi utenti. “E’ una tradizione dal valore quasi sacrale per i pastori di Seulo, in Barbagia. Il maiale cresce e vive insieme a loro fino al giorno del ‘sacrificio’, come ci tengono a chiamarlo, e non ne viene sprecato neanche un grammo”, spiega Ruschioni all’Adnkronos . “Questa è la mia personale battaglia contro chi crede che gli animali siano il petto di pollo nella vaschetta di polistirolo. Di cui non sappiamo nulla, anzi possiamo presumere che abbia vissuto in batteria, soffrendo nella calca fino al giorno della macellazione. Della scrofa sarda invece sappiamo tutto: cosa ha mangiato, che acqua ha bevuto, che vita ha fatto” (come ci fosse differenza nell’uccidere un pollo di allevamento dall’uccidere un maiale in collina ndr).
Curioso che poi Ruschioni si preoccupi della questione sanitaria. Se si fa il gesto da duro di mangiare il fegato crudo cincischiare attorno a disciplinari cavillosi ha poco senso. E invece: “Mi fa sorridere chi pensa che io possa pubblicare immagini di un illecito. L’uomo nel video lo fa di mestiere. Ogni regione assegna ai singoli allevatori una quota di animali che possono essere abbattuti ‘per uso familiare’, ma è comunque una procedura che rispetta precisi standard sanitari”. Braciami ancora è una sorta di manifesto carnivoro dove esistono solo video e foto di carne cruda messa a cuocere su braci e forni con tanto di recensioni delle migliori steak house italiane. Un macellaro splatter, insomma, che si avventura in una specie di antropologia pornografica jacopettiana.
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