Apple batte le stime, ma le azioni crollano: pesano i dazi e i margini di crescita in rallentamento
Apple ha pubblicato ieri, a mercati chiusi, i risultati finanziari relativi al secondo trimestre fiscale, riportando dati superiori alle attese degli analisti. Tuttavia, i timori per l’impatto crescente dei dazi e una performance deludente nella divisione Servizi hanno spinto il titolo in calo di quasi il 4% nelle contrattazioni after-hours. Risultati solidi, ma con qualche […] L'articolo Apple batte le stime, ma le azioni crollano: pesano i dazi e i margini di crescita in rallentamento proviene da Word2Invest.

Apple ha pubblicato ieri, a mercati chiusi, i risultati finanziari relativi al secondo trimestre fiscale, riportando dati superiori alle attese degli analisti. Tuttavia, i timori per l’impatto crescente dei dazi e una performance deludente nella divisione Servizi hanno spinto il titolo in calo di quasi il 4% nelle contrattazioni after-hours.
Risultati solidi, ma con qualche ombra
Nel dettaglio, Apple ha registrato un utile per azione (EPS) di 1,65 dollari, superando i 1,63 dollari previsti. Anche il fatturato complessivo ha battuto le attese, attestandosi a 95,4 miliardi di dollari contro i 94,66 miliardi stimati. Tutti i principali segmenti hardware hanno riportato dati positivi:
- iPhone: 46,84 miliardi di dollari (stima: 45,84 miliardi)
- Mac: 7,95 miliardi di dollari (stima: 7,77 miliardi)
- iPad: 6,4 miliardi di dollari (stima: 6,20 miliardi)
- Wearables, Home e Accessori: 7,52 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 7,95 miliardi previsti
In linea con le attese il margine lordo, fermo al 47,1%.
Tuttavia, a deludere è stata la divisione Servizi, uno dei segmenti più strategici per la crescita futura dell’azienda, con un fatturato di 26,65 miliardi di dollari rispetto ai 26,70 miliardi attesi. La crescita annua del comparto si è fermata all’11,65%, in netto rallentamento rispetto al 14,2% dello stesso trimestre dello scorso anno.
L’impatto dei dazi inizia a pesare
L’attenzione del mercato si è concentrata soprattutto sull’outlook per il trimestre in corso. Il CEO Tim Cook ha spiegato che l’impatto dei dazi nel trimestre appena concluso è stato limitato grazie a una gestione ottimale della supply chain. Ma il peggio potrebbe arrivare ora.
Apple prevede che i dazi aggiungeranno 900 milioni di dollari ai costi del trimestre in corso, un dato che ha immediatamente raffreddato l’entusiasmo degli investitori. Il fatturato per il trimestre in corso dovrebbe crescere tra il 2% e il 4% rispetto agli 85,78 miliardi dell’anno precedente, con un margine lordo previsto al 46%. Le stime degli analisti indicavano un utile per azione di 1,48 dollari su 89,45 miliardi di dollari di ricavi.
Cook ha ammesso che “è molto difficile fare previsioni oltre giugno”, vista l’imprevedibilità della politica commerciale americana. Per ora, Apple continua a diversificare la propria catena di fornitura: circa la metà degli iPhone venduti negli USA viene già prodotta in India, mentre molti altri dispositivi arrivano dal Vietnam, dove le barriere tariffarie sono più contenute rispetto alla Cina.
Delude il comparto wearables, pesa il confronto con Vision Pro
Sul fronte hardware, oltre all’iPhone che ha battuto le attese, i Mac e gli iPad hanno mostrato una tenuta soddisfacente. Al contrario, la divisione Wearables, Home e Accessori ha registrato un calo del 5% su base annua, con 7,52 miliardi di dollari di fatturato. Il calo è stato in parte attribuito al confronto con il trimestre precedente, che aveva beneficiato del lancio del visore Vision Pro.
Le vendite nella Grande Cina – che include anche Taiwan e Hong Kong – sono scese leggermente a 16 miliardi di dollari. Cook ha sottolineato che, escludendo l’effetto dei cambi, le vendite sarebbero risultate stabili. Viceversa, le Americhe, mercato domestico di Apple, hanno registrato una crescita dell’8% grazie a un incremento della domanda anticipata legato ai dazi imminenti.
Buyback e dividendo aumentato, ma i mercati restano cauti
Apple ha annunciato un nuovo programma di riacquisto azioni da 100 miliardi di dollari, leggermente inferiore rispetto ai 110 miliardi autorizzati nel 2023. Contestualmente, ha dichiarato un aumento del dividendo del 4%, portandolo a 26 centesimi per azione.
Questi segnali di fiducia verso la stabilità finanziaria dell’azienda non sono però bastati a bilanciare l’incertezza sui margini futuri.
Rinviate le funzionalità AI promesse per Siri
Un altro elemento che ha suscitato perplessità riguarda il ritardo nel rilascio di alcune funzionalità basate sull’intelligenza artificiale, annunciate durante l’estate 2024. Tra queste, le nuove capacità dell’assistente vocale Siri, che erano state protagoniste della campagna pubblicitaria ora ritirata. Secondo alcuni analisti, questi ritardi potrebbero penalizzare l’attrattività dei nuovi modelli di iPhone, in un contesto sempre più competitivo.
Conclusione
Apple resta una delle aziende più solide e profittevoli al mondo, ma l’intensificarsi della guerra commerciale, i costi crescenti legati ai dazi e il rallentamento dei servizi rappresentano ostacoli reali. I margini rimangono alti e la domanda hardware tiene, ma l’incertezza sul futuro pesa. Per il mercato, la vera domanda è se Apple riuscirà a mantenere il suo primato anche in un contesto sempre più instabile e tecnologicamente competitivo.
Approfondimento
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