Anticiclone in ritardo: un fenomeno meteo da conoscere

  Con il mese di Maggio ormai ben avviato e la Primavera nel suo pieno sviluppo, molti iniziano a chiedersi quando farà la sua comparsa la prima, vera ondata di caldo estivo. Eppure, le analisi meteo più recenti disegnano un quadro piuttosto diverso rispetto alle aspettative più ottimistiche: l’Anticiclone nordafricano, protagonista abituale delle estati italiane, appare attualmente in ritardo sulla tabella […] Anticiclone in ritardo: un fenomeno meteo da conoscere

Mag 11, 2025 - 17:19
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Anticiclone in ritardo: un fenomeno meteo da conoscere
Con il mese di Maggio ormai ben avviato e la Primavera nel suo pieno sviluppo, molti iniziano a chiedersi quando farà la sua comparsa la prima, vera ondata di caldo estivo. Eppure, le analisi meteo più recenti disegnano un quadro piuttosto diverso rispetto alle aspettative più ottimistiche: l’Anticiclone nordafricano, protagonista abituale delle estati italiane, appare attualmente in ritardo sulla tabella di marcia, lasciando l’Italia in balia di correnti più fresche e instabili, che contrastano lo sviluppo di condizioni stabilmente calde. Questo ritardo, però, non è frutto del caso, né può essere spiegato semplicemente osservando ciò che accade sul suolo europeo. Per comprendere davvero il comportamento dell’Alta Pressione africana, occorre volgere lo sguardo molto più a sud, laddove l’Oceano Atlantico tropicale incontra le coste occidentali dell’Africa: il Golfo di Guinea. Meteo e Oceano: il peso decisivo del Golfo di Guinea Il Golfo di Guinea, spesso ignorato nei resoconti meteorologici di uso comune, rappresenta in realtà uno dei fulcri climatologici più rilevanti dell’intero emisfero settentrionale nel periodo compreso tra Maggio e Ottobre. È proprio da quelle acque che si originano alcuni dei processi atmosferici più decisivi per la stagione estiva nel bacino del Mediterraneo centrale, Italia compresa. Ciò che rende quest’area oceanica così determinante è la temperatura della superficie del mare, tecnicamente chiamata SST (Sea Surface Temperature). Le anomalie di temperatura in quella porzione di Oceano sono in grado di modulare, amplificare o smorzare la risposta dell’Anticiclone nordafricano, alterandone la spinta verso nord e determinando così l’intensità e la frequenza delle ondate di calore. Golfo di Guinea: acque più calde, estate più debole I dati raccolti tramite osservazioni satellitari e boe oceaniche mostrano, a Maggio 2025, una tendenza significativa verso temperature marine superiori alla norma nel settore centrale e orientale del Golfo di Guinea. Questo significa che il mare, in quella zona, sta rilasciando meno calore verso l’atmosfera, provocando una minor differenza di pressione tra l’Oceano e l’entroterra africano. In termini pratici, questo scenario implica: Acque calde nel Golfo di Guinea = Monsoni africani più deboli → ITCZ in ritardo → Anticiclone nordafricano bloccato più a sud → Meno caldo sull’Italia. Viceversa, se le acque del Golfo fossero più fredde, si attiverebbe una catena di eventi completamente opposta: Acque fredde = Monsoni più attivi → ITCZ più a nord → Anticiclone africano che sale verso l’Europa → Maggiori ondate di calore. ITCZ: perché è fondamentale la convergenza intertropicale Uno degli indici meteorologici più trascurati nei bollettini ordinari, ma fondamentali per chi studia i meccanismi globali del clima, è l’ITCZ, ossia la Zona di Convergenza Intertropicale. Questa fascia, situata attorno all’equatore, rappresenta il punto d’incontro tra gli alisei provenienti da nord-est e da sud-est. È una zona di forte instabilità atmosferica, caratterizzata da nuvolosità profonda e precipitazioni intense, che si sposta stagionalmente verso nord durante la nostra Primavera ed Estate, sotto la spinta dei monsoni africani. Nel Maggio 2025, l’ITCZ risulta in ritardo di circa 100 chilometri rispetto alla sua posizione media di questo periodo. Una distanza che, sebbene sembri modesta su scala geografica, ha grandi implicazioni meteorologiche per l’intero bacino del Mediterraneo. Un ritardo dell’ITCZ significa che l’intera struttura di Alta Pressione subtropicale resta confinata più a sud, limitando la sua capacità di portare stabilità atmosferica e caldo intenso sull’Italia. Vediamo come nasce l’Anticiclone estivo Per comprendere perché il movimento dell’Anticiclone nordafricano dipenda così fortemente dal comportamento del Golfo di Guinea e dell’ITCZ, bisogna addentrarsi nei meccanismi fisici che regolano la circolazione atmosferica estiva. Durante i mesi caldi, il suolo dell’entroterra africano, soprattutto tra il Sahel e il Sahara, subisce un rapido riscaldamento a causa della radiazione solare intensa. In parallelo, l’Oceano Atlantico tropicale mantiene temperature relativamente più basse. Questo squilibrio termico genera un forte gradiente barico tra continente e oceano. Da questo contrasto nasce il cosiddetto Monsone africano, una corrente di aria umida che risale il continente da sud verso nord, trasportando umidità, ma soprattutto spingendo verso nord anche l’ITCZ. È proprio questo processo a determinare l’ascesa dell’Anticiclone nordafricano verso il Mar Mediterraneo. Quando la fascia di convergenza riesce a raggiungere latitudini prossime ai 30-35°, l’Alta Pressione africana riesce a stabilizzarsi anche sull’Italia, facendo schizzare le temperature verso l’alto e innescando le famigerate ondate di calore. Ma se, come in questo Maggio 2025, l’intero meccanismo si muove con lentezza, allora anche l’estate mediterranea rallenta la sua comparsa. Scenari per l’Estate 2025: che cosa ci attende Alla luce del quadro appena delineato, appare sempre più probabile che anche l’inizio di Giugno si mantenga al di sotto delle aspettative in termini di caldo. L’espansione dell’Alta Pressione subtropicale, infatti, sarà probabilmente condizionata negativamente dalla persistenza delle anomalie termiche nel Golfo di Guinea. Il rischio è quello di una fase iniziale dell’Estate 2025 caratterizzata da instabilità atmosferica e temperature più miti, con il possibile ritorno di correnti atlantiche o addirittura incursioni di aria fresca dal nord Europa, capaci di innescare temporali improvvisi e giornate nuvolose. Le grandi ondate di calore, quelle che normalmente investono il Paese tra fine Maggio e metà Giugno, sembrano quindi rimandate, forse anche oltre la seconda metà di Giugno. Ciò non significa che il caldo sarà assente, ma che non sarà costante e generalizzato. Potremmo assistere a brevi fasi calde, legate a espansioni temporanee dell’Anticiclone delle Azzorre o a pulsazioni deboli dell’Anticiclone africano, ma mancherà quella continuità tipica delle estati torride degli ultimi anni. Cosa succede nelle regioni italiane Sul fronte nazionale, le regioni settentrionali sembrano quelle che beneficeranno maggiormente di queste dinamiche, almeno nella prima parte di Giugno. Le correnti occidentali o nord-occidentali porteranno freschezza notturna e temperature contenute durante il giorno, alternate a qualche fase di instabilità prealpina. Il Centro Italia vivrà una situazione più variabile, con alternanza tra giornate tiepide e soleggiate e passaggi nuvolosi accompagnati da rovesci temporaleschi, soprattutto lungo l’Appennino. Al Sud e sulle Isole Maggiori, le temperature tenderanno a salire un po’ di più, ma senza particolari eccessi. La Sicilia e la Sardegna, in particolare, potrebbero vivere fasi più asciutte ma non ancora afose, con valori termici comunque inferiori alle medie stagionali di una tipica Estate africana. Cambiamenti climatici: un equilibrio in bilico In un contesto di cambiamenti climatici globali, un’Estate come quella che si profila per il 2025 rappresenta una eccezione oppure un possibile cambio di tendenza? L’anomalia osservata nel Golfo di Guinea potrebbe essere frutto di una variazione temporanea, oppure potrebbe inserirsi in una nuova fase dell’Oscillazione Atlantica, che andrebbe a modificare in modo sostanziale le dinamiche meteo estive europee.

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