Almeno 4 ore d’aria per i detenuti al 41 bis, la Consulta: «Il carcere sia più umano con fine rieducativo»

La Corte costituzionale ha rivisto il limite imposto per i detenuti al cosiddetto carcere duro. Ma restano ancora possibili le restrizioni per i singoli detenuti L'articolo Almeno 4 ore d’aria per i detenuti al 41 bis, la Consulta: «Il carcere sia più umano con fine rieducativo» proviene da Open.

Mar 18, 2025 - 14:44
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Almeno 4 ore d’aria per i detenuti al 41 bis, la Consulta: «Il carcere sia più umano con fine rieducativo»

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Una condizione di vita in carcere «più rispondente al senso di umanità» e il dovere di conformare la rigidità del 41 bis al «fine rieducativo della pena»: la Consulta ha dichiarato non costituzionale e espunto dalla legge il limite massimo di due ore d’aria per i detenuti sotto regime di carcere duro. Secondo la Corte, a meno di «giustificati motivi» o di casi in cui sia prevista «sorveglianza particolare», ha valore l’articolo 10 della Legge sull’ordinamento penitenziario, che stabilisce un minimo di quattro ore all’aria aperta. Viene così accolta la questione sollevata dal Tribunale di sorveglianza di Sassari senza che, specifica la sentenza della Corte costituzionale, sia messo in discussione «l’impiatno complessivo del regime speciale».

L’intervento della Consulta

«La limitazione della permanenza all’aperto, che non può svolgersi in gruppi superiori a quattro persone, ad una durata non superiore a due ore al giorno fermo restando il limite minimo di cui al primo comma dell’articolo 10». Questo era il testo dell’articolo 41-bis, comma 2-quater, lettera f della legge di ordinamento penitenziario. E questa frase, precisamente il primo periodo della lettera f, è stato dichiarato incostituzionale dalla Consulta. Secondo i giudici costituzionali, anche i detenuti al 41 bis devono essere sottoposti al medesimo regime di ore d’aria rispetto ai detenuti “regolari”, ossia le quattro ore previste dall’articolo 10. E proprio questo articolo rimane valido anche per la facoltà di ridurre la stessa durata fino a due ore «per giustificati motivi con provvedimento del direttore dell’istituto».

La spiegazione della Corte: «Comprime la libertà, ma non impatta sulla sicurezza della collettività»

Il limite di due ore, scrive la Consulta nella sentenza, è «non ragionevole» e «non conforme alla finalità rieducativa della pena». I motivi sono molteplici. In primo luogo, è già prevista una limitazione straordinaria della libertà per quanto riguarda il cosiddetto gruppo di socialità, ossia quel «gruppo di persone molto ristretto (non più di quattro) opportunamente selezionato dall’amministrazione penitenziaria». Il limite di due ore, dunque, «comprime la possibilità per i detenuti di fruire di luce naturale e aria», ma allo stesso tempo «nulla fa guadagnare alla collettività in termini di sicurezza». Un obiettivo a cui, secondo i giudici costituzionali, deve invece provvedere esclusivamente la selezione del gruppo di socialità. In secondo luogo, poi, alzare le ore d’aria quotidiane a quattro permetterebbe di «delineare una condizione di vita penitenziaria che, non solo oggettivamente ma anche e soprattutto nella percezione dei detenuti, possa essere ritenuta più rispondente al senso di umanità».

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