Alle porte del caos | L’analisi di Goffredo Buccini
Giorni fa – scrive Goffredo Buccini sul Corriere della Sera – Vladimir Putin ha commentato i piani di Trump per l’annessione della Groenlandia. Li ha definiti «seri e storicamente fondati». Una dichiarazione forse un po’ laterale, eppure assai utile per capire dove tiri il vento geopolitico al solo leggervi in filigrana le «storiche» rivendicazioni russe […] L'articolo Alle porte del caos | L’analisi di Goffredo Buccini proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Giorni fa – scrive Goffredo Buccini sul Corriere della Sera – Vladimir Putin ha commentato i piani di Trump per l’annessione della Groenlandia. Li ha definiti «seri e storicamente fondati».
Una dichiarazione forse un po’ laterale, eppure assai utile per capire dove tiri il vento geopolitico al solo leggervi in filigrana le «storiche» rivendicazioni russe sull’Ucraina.
La Cina ha poi provveduto a dissipare gli ultimi dubbi in materia, dispiegando attorno a Taiwan navi e aerei per esercitazioni «a fuoco vivo». Con un’intimidazione più pesante che mai, per vedere l’effetto che fa.
A ciascuno il suo feudo. Ciò che può accadere come conseguenza di una capitolazione totale o parziale di Kiev è, insomma, già sotto i nostri occhi.
Poco cambia se avrà quale premessa la veloce consegna a Mosca di un’Ucraina annichilita oppure se sarà l’esito di un processo a tappe magari contraddittorio ma segnato dal fil rouge dello sganciamento americano già in atto.
E non ci riferiamo, qui, all’evidente pericolo per l’Europa di avere alle porte un dittatore con smanie egemoniche senza più la valorosa resistenza ucraina a farle da scudo.
Stiamo parlando piuttosto del crollo di un tabù strutturato dopo la Seconda guerra mondiale e, almeno in teoria, valido erga omnes: l’illiceità delle conquiste territoriali.
È niente di meno che questo l’ordine planetario sabotato da Trump con l’abbandono della distinzione tra aggredito e aggressore e con l’umiliazione inflitta a Zelensky nello Studio Ovale.
Oltre le porte del caos, c’è il ritorno della guerra di occupazione.
Si trova sempre un appiglio storico o etnico per giustificare un atto di forza, come Hitler fece nei Sudeti.
La Carta delle Nazioni è nata nel 1945 proprio in risposta a queste logiche: statuendo principi come l’integrità territoriale, la sovranità, la non ingerenza negli affari interni altrui.
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