Teodoro Valente, presidente Agenzia Spaziale Italiana: «Nello Spazio ci sarà anche l’Italia» | L’intervista di Marco Panella
Roma, cerniera sud est. Tra la via Casilina e il raccordo anulare, una mezzaluna specchiata annuncia l’avamposto delle politiche spaziali nazionali. Dal 2023 l’Agenzia Spaziale Italiana è presieduta da Teodoro Valente, ingegnere e docente di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università Sapienza di Roma, intervistato da Marco Panella sul Tempo di domenica 6 aprile. Lo […] L'articolo Teodoro Valente, presidente Agenzia Spaziale Italiana: «Nello Spazio ci sarà anche l’Italia» | L’intervista di Marco Panella proviene da Osservatorio Riparte l'Italia.

Roma, cerniera sud est. Tra la via Casilina e il raccordo anulare, una mezzaluna specchiata annuncia l’avamposto delle politiche spaziali nazionali.
Dal 2023 l’Agenzia Spaziale Italiana è presieduta da Teodoro Valente, ingegnere e docente di Scienza e tecnologia dei materiali all’Università Sapienza di Roma, intervistato da Marco Panella sul Tempo di domenica 6 aprile.
Lo Spazio è sempre più affollato. Tra Agenzie governative e grandi player privati la prospettiva è di collaborazione, competizione o sostituzione?
«Sì, c’è traffico nello Spazio e la prospettiva è che di attori spaziali, grandi, medi, piccoli, pubblici e privati ce ne saranno sempre di più. Uno scenario da cui emergono due considerazioni basilari. La determinazione dei progetti strategici, per naturale interconnessione tra Spazio, difesa e sicurezza, rimane nel perimetro delle decisioni istituzionali. La capacità di stabilire partnership pubblico-privato per beneficiare anche degli aspetti commerciali della nuova era spaziale è un vantaggio competitivo. Collaborazione quindi, ma anche sana competizione per ottimizzare risorse, conseguire risultati e mitigare il rischio. La sostituzione delle Agenzie governative da parte dei player privati invece la escludo».
In questo scenario, un sistema di regole nuove non era rinviabile?
«Esattamente e il primo assetto normativo europeo pensato per interpretare il nuovo scenario spaziale è la nostra legge sullo Spazio che, nel momento in cui arrivano operatori con legittime finalità private, stabilisce regole certe per tutelare l’interesse pubblico, ma anche per favorire lo sviluppo della filiera spaziale. Legge che ci assegna nuovi compiti, come essere uno dei soggetti per l’attuazione della normativa dal punto di vista autorizzativo e la proprietà degli asset del sistema Iride, sviluppato in collaborazione con ESA su fondi PNR Italia. Compiti che esprimono la fiducia delle Istituzioni verso le donne e gli uomini dell’Agenzia».
Economia dell’orbita bassa, esplorazione dello spazio e permanenza umana di lungo periodo. Dove ci esprimiamo al meglio?
«In questi ambiti il nostro ecosistema spaziale con oltre 300 aziende, di cui circa il 75% piccole imprese e il restante distribuito tra large system integrator e piccolissime startup, esprime eccellenza, ma io ne aggiungo due. Il comparto dei lanciatori, con Avio e i Vega, che ci danno una capacità strategica e automa di accesso allo Spazio. Il sistema della ricerca, con oltre 70 centri tra università ed enti pubblici. L’economia dell’orbita bassa ha grandi prospettive: telecomunicazioni, stazione spaziale, osservazione della Terra. Ricordo la costellazione Cosmo Skymed, progetto ASI e Ministero della Difesa, satelliti con tecnologia radar capaci di vedere con qualunque condizione meteo, fiore all’occhiello della tecnologia italiana. Prisma, satellite iper-spettrale che restituisce informazioni anche sulla composizione chimico-fisica del terreno. Iride è invece il nuovo programma di osservazione che prevede una costellazione di oltre 60 satelliti, quasi il doppio degli attuali: procedure ESA, ma interamente spesato su fondi PNR Italia e realizzato da aziende italiane. L’esplorazione vuol dire Luna, a breve, e da II il salto su Marte. Noi ci siamo con i moduli abitativi sviluppati da Thales Alenia Space, parte italiana sottolineo, e sui quali abbiamo una partnership con NASA. Con i moduli siamo impegnati anche per la capsula Orion della futura stazione spaziale cislunare. Ricordo poi che la metà dei moduli pressurizzati sulla ISS sono nostri e che sulla ISS abbiamo finanziato oltre 90 sperimentazioni scientifiche utili per migliorare la qualità della vita sulla Terra. Sperimentazioni che, grazie alla partnership NASA, conduciamo durante tutto l’anno e non solo quando a bordo c’è un nostro astronauta. Moonlight è invece il programma ESA affidato a un consorzio di aziende italiane con capofila Telespazio, che garantirà i sistemi di navigazione e di telecomunicazioni per le future esplorazioni sulla Luna».
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