Algoritmo ispirato alle galassie insegna all’IA a pensare da sola

Le galassie e le loro leggi fisiche ispirano un'IA più simile all'intelligenza naturale. Il Torque Clustering impara da solo. L'articolo Algoritmo ispirato alle galassie insegna all’IA a pensare da sola è tratto da Futuro Prossimo.

Feb 17, 2025 - 09:40
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Algoritmo ispirato alle galassie insegna all’IA a pensare da sola

La prossima volta che alzerete gli occhi al cielo in una notte stellata, pensate che quelle stesse galassie che ammirate stanno ispirando il futuro dell’intelligenza artificiale. Un team di ricercatori in Australia ha sviluppato un algoritmo ispirato alle leggi fisiche che governano la fusione delle galassie per creare un’IA capace di pensare in modo davvero autonomo. È una di quelle scoperte che cambiano le regole del gioco. Come funziona? Provo a spiegarvelo.

Verso un’intelligenza artificiale davvero autonoma

Il nuovo algoritmo, denominato Torque Clustering, segna un passo significativo verso un’intelligenza artificiale più vicina a quella naturale. Come spiega il professor Chin Teng Lin della University of Technology, Sydney, in natura gli animali imparano osservando, esplorando e interagendo con l’ambiente, senza istruzioni esplicite. Questo nuovo approccio all’IA cerca di replicare proprio questo processo naturale di apprendimento.

Questa tecnologia, che strizza l’occhio alla fase di “embodiment” (le intelligenze artificiali “montate” in robot umanoidi per dotarle di un corpo fisico), si discosta dall’attuale paradigma dominante del “supervised learning”, che richiede grandi quantità di dati somministrati manualmente. Il Torque Clustering, invece, opera in modo completamente autonomo, scoprendo da solo strutture e modelli intrinseci all’interno dei dati dati.

La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista IEEE Transactions on Pattern Analysis and Machine Intelligence, se volete approfondirla ve la linko qui. Ma in che senso l’algoritmo è ispirato alle galassie?

L’ispirazione da galassie e leggi fisiche dell’universo

Il dottor Jie Yang, primo autore dello studio, spiega che l’algoritmo prende il nome dal concetto fisico di momento torcente, un principio che, ad esempio, nello spazio governa le interazioni gravitazionali durante la fusione delle galassie. Si basa su due proprietà naturali dell’universo: massa e distanza.

Questa connessione con la fisica fondamentale non è solo poetica, ma aggiunge un livello di significato scientifico al metodo. L’algoritmo ha dimostrato prestazioni eccezionali, raggiungendo un punteggio medio di accuratezza del 97,7% nei test, superando significativamente i metodi tradizionali che si fermano intorno all’80%.

Applicazioni pratiche e potenzialità

Il Torque Clustering può analizzare efficacemente enormi quantità di dati in campi diversissimi come biologia, chimica, astronomia, psicologia, finanza e medicina. Mi entusiasma pensare alle potenziali applicazioni: dalla rilevazione di pattern di malattie alla scoperta delle frodi, fino alla comprensione del comportamento umano.

La versatilità dell’algoritmo è impressionante: può adattarsi a diversi tipi di dati, con forme e densità variabili: questa flessibilità lo rende uno strumento prezioso per una vasta gamma di applicazioni pratiche.

Il futuro dell’intelligenza artificiale

Questa scoperta potrebbe supportare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generale, particolarmente nel campo della robotica e dei sistemi autonomi. Il codice open-source è stato reso disponibile ai ricercatori, permettendo alla comunità scientifica di contribuire al suo sviluppo.

Come nota il dottor Yang, l’anno scorso il Premio Nobel per la fisica è stato assegnato per scoperte fondamentali che hanno permesso l’apprendimento supervisionato con reti neurali artificiali (3 anni prima noi lo avevamo anche in qualche modo previsto, ricordate?) L’apprendimento non supervisionato ispirato al principio del momento torcente potrebbe avere un impatto ancora più significativo.

Dalle galassie ai robot

L’approccio del Torque Clustering potrebbe ridefinire il panorama dell’apprendimento non supervisionato, aprendo la strada a un’IA veramente autonoma. Le implicazioni sono vaste: dall’ottimizzazione del movimento robotico al controllo e al processo decisionale autonomo.

Bello che questa ricerca dimostri che guardare alle leggi fondamentali dell’universo aiuti a sviluppare sistemi di intelligenza artificiale più naturali ed efficaci. È un promemoria che le risposte più profonde a volte si trovano osservando i meccanismi più basilari della natura.

Questa convergenza tra fisica cosmica e intelligenza artificiale non solo apre nuove frontiere nella ricerca, ma ci ricorda anche quanto ancora possiamo imparare dall’osservazione dell’universo che ci circonda.

L'articolo Algoritmo ispirato alle galassie insegna all’IA a pensare da sola è tratto da Futuro Prossimo.