Alex si è rimesso in marcia. Contro l’infamia
Leo Turrini Il Conte di Montecristo è vivo e lotta insieme a noi. O meglio: marcia in beata solitudine, vincendo non solo...

Leo Turrini
Il Conte di Montecristo è vivo e lotta insieme a noi. O meglio: marcia in beata solitudine, vincendo non solo una gara regionale sui 10 chilometri in Veneto. In realtà, il 40enne Alex Schwazer, oro olimpico a Pechino 2008, ha vinto simbolicamente contro chi ha preteso di condannarlo a irrilevanza, indifferenza, anonimato. Il Conte di Montecristo, creatura letteraria del geniale Dumas, si vendicava di nemici subdoli e crudeli. Alex non potrà farlo: reo confesso di doping nel 2012, nel 2016 ha rifiutato l’accusa di aver barato di nuovo. Qualcuno (compreso chi scrive queste righe) ha creduto nella sua innocenza. Ma chi doveva decidere, tramite un processo kafkiano, gli ha appiccicato il marchio dell’infamia. Otto anni di stop e addio. A nulla sono servite decisioni ben diverse della giustizia ordinaria. Schwazer ha scontato la pena fino all’ultimo giorno. Nessuno gli restituirà il tempo perduto. E ci sarà sempre chi dubiterà della sua buona fede. Eppure, Alex si è rimesso in marcia, anche se ha mancato il record italiano senior categoria 40 anni a causa di tre ammonizioni ricevute (un minuto di penalità). Tuttavia in marcia, non più sognando medaglie, bensì per il piacere di essere se stesso. Forse questa piccola storia merita di essere sottratta all’oblio.