“Airport Theory”: la folle sfida TikTok che ti fa arrivare in aeroporto 15 minuti prima della chiusura del gate

Arrivare in aeroporto con largo anticipo, rilassarsi in lounge, fare shopping, godersi un pasto o un drink prima del volo? Roba da “boomer”. La nuova tendenza tra i viaggiatori più giovani, lanciata su TikTok, si chiama “airport theory” e sfida a fare tutto in 15 minuti: dal varco d’ingresso fino al gate d’imbarco. Un’impresa che, […] L'articolo “Airport Theory”: la folle sfida TikTok che ti fa arrivare in aeroporto 15 minuti prima della chiusura del gate proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 20, 2025 - 17:02
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“Airport Theory”: la folle sfida TikTok che ti fa arrivare in aeroporto 15 minuti prima della chiusura del gate

Arrivare in aeroporto con largo anticipo, rilassarsi in lounge, fare shopping, godersi un pasto o un drink prima del volo? Roba da “boomer”. La nuova tendenza tra i viaggiatori più giovani, lanciata su TikTok, si chiama “airport theory” e sfida a fare tutto in 15 minuti: dal varco d’ingresso fino al gate d’imbarco. Un’impresa che, in piena stagione di vacanze primaverili, sta diventando sempre più popolare (e rischiosa). Secondo Google, le ricerche di “airport theory” sono al massimo storico per il secondo mese consecutivo. E persino la TSA (Transportation Security Administration), l’agenzia statunitense per la sicurezza nei trasporti, ha lanciato un avvertimento ironico su X: “consigliamo di testare la ‘airport theory’, ma sarà molto imbarazzante se la provate di domenica e vi siete dimenticati di spostare avanti l’orologio…”. Ma in cosa consiste esattamente questa “teoria dell’aeroporto”? E perché gli esperti la sconsigliano?

TikTok, si sa, è una fucina di consigli di viaggio e sfide di ogni tipo. Dallo “skiplagging” (prenotare voli con scalo per risparmiare, ma scendere alla prima tappa) al “rawdogging” (viaggiare senza cibo o intrattenimento a bordo), fino all’ultima tendenza, l'”airport theory”, che spinge i viaggiatori a ridurre al minimo il tempo trascorso in aeroporto, arrivando appena 15 minuti prima della chiusura del gate. Una sfida che alcuni utenti hanno tentato (con risultati alterni). C’è chi, come @momlifewithtiff, sconsiglia di provarci, dopo aver rischiato di perdere il volo ed essere stata costretta a chiedere di passare avanti nella fila ai controlli di sicurezza. C’è chi, come @jenny_kurtzz, ha fallito miseramente, arrivando al gate già chiuso. E chi, come @itslexismith, sembra aver padroneggiato l’arte dell'”airport theory”, arrivando alla fila per i controlli di sicurezza del LAX quattro minuti dopo l’orario di imbarco previsto e riuscendo comunque a salire a bordo.

Ma è davvero possibile “padroneggiare” l’airport theory?
La risposta, ovviamente, dipende da molti fattori. In un piccolo aeroporto regionale, in un giorno infrasettimanale, senza bagaglio da imbarcare e con il TSA PreCheck (un programma che consente di accedere a controlli di sicurezza più rapidi), forse sì. Ma negli aeroporti più trafficati degli Stati Uniti (e del mondo), come Atlanta, Dallas-Fort Worth, Denver, Los Angeles o Chicago, la sfida si fa decisamente più ardua. A Denver, ad esempio, il sesto aeroporto più trafficato del mondo, percorrere il solo Concourse B (1,45 miglia, pari a oltre 2,3 km) richiederebbe, a passo spedito, più di 15 minuti. Senza contare il tempo per eventuali navette interne.

E poi ci sono gli imprevisti: la fila al check-in per imbarcare il bagaglio (soprattutto se non si ha uno status prioritario con la compagnia aerea), i controlli di sicurezza (anche con il TSA PreCheck, un controllo casuale o una bottiglia d’acqua dimenticata nello zaino possono rallentare tutto), e così via. “Ci sono molti ottimi consigli sui social media, ma l”airport theory’ è una ‘trovata’ che si può tranquillamente evitare“, dice Katy Nastro, esperta di viaggi, a Forbes. “Questo concetto nasce dal desiderio della maggior parte delle persone di trascorrere il minor tempo possibile in aeroporto prima della partenza del volo. E capiamo il perché. Gli aeroporti di questi tempi possono essere affollati e sembrare costosi”.

Quanto tempo prima arrivare in aeroporto, quindi?
La regola generale è di arrivare due ore prima di un volo nazionale e tre ore prima di un volo internazionale. Durante le settimane di punta, come le vacanze o il 4 luglio, gli aeroporti consigliano di arrivare ancora prima (ad esempio, due ore prima dell’orario di imbarco, non di partenza, per un volo nazionale). In alcuni casi, si può tagliare un po’ sui tempi (se si viaggia solo con il bagaglio a mano, si ha il TSA PreCheck o si vola di martedì o mercoledì, i giorni meno affollati). Ma la “regola” dei 15 minuti, secondo Nastro, è decisamente troppo rischiosa: “Proprio come un autobus o un treno parte, indipendentemente dal fatto che tu sia sulla banchina con un biglietto, un aereo non ti aspetterà“, avverte.

Cosa succede se si perde il volo?
Se si perde il volo, si rischia di dover pagare un nuovo biglietto, se la compagnia aerea non offre assistenza per la riprotezione sul volo successivo. Fortunatamente, la maggior parte delle compagnie aeree ha una sorta di regola del “flat-tire” (letteralmente, “gomma a terra”), che consente di essere riprenotati sul primo volo disponibile (ma, sottolinea Nastro, una sfida TikTok non rientrerà tra le cause di forza maggiore…). “Se invece stai cercando di prendere una coincidenza, la situazione si complica ulteriormente e potresti rischiare la cancellazione dell’intero itinerario, in quanto considerato ‘no-show’“, spiega Nastro. “Questo potrebbe essere un errore molto costoso, perché potresti dover pagare un nuovo biglietto per lo stesso giorno, che probabilmente non sarà economico”.

Insomma, la gravità delle conseguenze dipende dalla compagnia aerea e dall’itinerario. Nella migliore delle ipotesi, se si perde il volo per essere arrivati in ritardo, c’è un altro volo in partenza entro poche ore e la compagnia aerea riprenota il passeggero gratuitamente o con una piccola penale. Ma se si vola su una rotta con un solo volo al giorno o pochi voli a settimana, il viaggio potrebbe essere compromesso, soprattutto se il volo successivo è già pieno. E le compagnie aeree potrebbero anche addebitare il costo del nuovo itinerario. Insomma, cercando di risparmiare tempo con l'”airport theory”, si rischia di perdere tempo e denaro, oltre a creare disagi agli altri viaggiatori. Forse, per una volta, è meglio seguire il consiglio degli esperti (e della TSA) e arrivare in aeroporto con un po’ di anticipo.

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