AI e Made in Italy per tutti: il bando “vIvA” del Fondo Repubblica Digitale, ecco come partecipare

Martina Lascialfari, DG del Fondo per la Repubblica Digitale, presenta “vIvA”, il bando nato con Google.org per dare competenze di intelligenza artificiale a chi è più vulnerabile, con focus il Made in Italy. A disposizione 2,6 miliardi. Scadenza: 12 giugno L'articolo AI e Made in Italy per tutti: il bando “vIvA” del Fondo Repubblica Digitale, ecco come partecipare proviene da Economyup.

Apr 11, 2025 - 18:28
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TECNOLOGIA SOLIDALE

AI e Made in Italy per tutti: il bando “vIvA” del Fondo Repubblica Digitale, ecco come partecipare



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Martina Lascialfari, DG del Fondo per la Repubblica Digitale, presenta “vIvA”, il bando nato con Google.org per dare competenze di intelligenza artificiale a chi è più vulnerabile, con focus il Made in Italy. A disposizione 2,6 miliardi. Scadenza: 12 giugno

Pubblicato il 11 apr 2025

Antonio Palmieri

Fondatore e presidente di Fondazione Pensiero Solido



AI in Italia

Martina Lascialfari, come Direttrice Generale del Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale immagino stia vivendo anni intensi…

“In effetti…diciamo che non ho tempo per annoiarmi, perché il Fondo porta avanti un’importante missione sociale attraverso una partnership innovativa tra pubblico e privato sociale…”

…cioè tra Governo e l’Associazione di Fondazioni e Casse di risparmio
(Acri)…

Sì. Come sa, operiamo nell’ambito degli obiettivi di digitalizzazione previsti dal PNRR per migliorare le competenze digitali delle persone. La dotazione del Fondo viene da versamenti delle Fondazioni di origine bancaria, alle quali viene riconosciuto un credito d’imposta. Le iniziative lanciate e quindi da portare a compimento sono tante…

Partiamo dalla più recente. Ho letto che avete promosso un nuovo bando,
il bando “vIvA”, un’iniziativa congiunta tra il Fondo per la Repubblica Digitale e Google.org. Di cosa si tratta?

Con questo bando, intendiamo sostenere progetti che uniscano innovazione tecnologica e inclusione sociale, offrendo a chi è più a rischio di esclusione le competenze per affrontare le sfide del futuro. Vogliamo rendere l’intelligenza artificiale un’opportunità concreta anche per le fasce più vulnerabili della popolazione, come da missione del Fondo. Il progetto mira a selezionare e finanziare percorsi formativi per sviluppare competenze digitali specifiche nell’ambito dell’intelligenza artificiale, con un focus particolare sui settori del Made in Italy.

Qual è l’entità del finanziamento e come verrà distribuito?
Il bando prevede un ammontare complessivo di 2.600.000 euro, con fondi messi a disposizione in parti uguali dal Fondo per la Repubblica Digitale e da Google.org. Questa somma sarà destinata a progetti formativi che rispondano agli obiettivi del bando. Possono candidarsi soggetti non profit ed enti pubblici, anche in partenariato con aziende che possono fornire know–how in ambito di intelligenza artificiale.

Perché avete scelto di concentrarvi sull’intelligenza artificiale e sul Made in Italy?Il Made in Italy è il pilastro fondamentale della nostra economia. Settori come l’agroalimentare, il commercio, il metalmeccanico, il mobile e arredo, la moda e il turismo caratterizzano l’economia nazionale. In questi ambiti l’impiego dell’IA rappresenta un’opportunità straordinaria per acquisire un vantaggio competitivo, sia in termini di efficienza che di produttività. Attualmente, il Made in Italy è caratterizzato da una scarsa integrazione delle tecnologie avanzate rispetto ad altri settori, il che ne limita la capacità competitiva nel mercato globale.

Dazi permettendo…
Noi facciamo la nostra parte formando le persone in modo adeguato, sulle questioni di geopolitica interverrà chi di dovere…”

Risposta diplomatica, ma corretta. Torniamo al nuovo bando. Approfondiamo le criticità che avete individuato e che intendete affrontare con questa iniziativa?L’IA rappresenta una delle frontiere più promettenti della tecnologia, con un inedito potenziale trasformativo dei sistemi produttivi e quindi del mondo del lavoro. Lo studio The economic opportunity of AI in Italy (2024) stima che l’IA possa assistere il 58% dei lavori in Italia e contribuire a un incremento dell’8% del PIL nei prossimi dieci anni. Anche il Future of Jobs Report 2025 del World Economic Forum identifica l’IA come il fattore tecnologico con il maggiore impatto che guiderà la trasformazione del mondo del lavoro tra il 2025 e il 2030, nonché una delle core skills richieste dalle aziende. Perciò l’azione sulle competenze è improrogabile.

Quali sono le vostre aspettative in termini di impatto di questa iniziativa?
Con “vIvA”, vogliamo garantire a tutti l’opportunità di essere parte attiva di questa trasformazione. Per questo il bando si rivolge a progetti destinati a persone particolarmente vulnerabili, come disoccupati, inattivi, NEET, lavoratori a rischio di demansionamento o sostituzione, persone con disabilità, minoranze sottorappresentate, vittime di violenza, e chi vive in aree svantaggiate o contesti emarginati. Accrescere la consapevolezza circa le opportunità e i vantaggi offerti dall’IA nel Made in Italy porterà inevitabilmente a un aumento dell’impiego di questo strumento e alla conseguente richiesta di competenze ad esso legate. Questo significa nuove opportunità lavorative e un’economia italiana più competitiva.

La scadenza per la presentazione dei progetti?
Per partecipare c’è tempo fino al 12 giugno. Tutti i dettagli sono disponibili sul nostro sito fondorepubblicadigitale.it

Questo nuovo bando si inserisce nel Piano Strategico 2025-2026. Quali sono i punti principali del Piano e quante le risorse stanziate?
Mettiamo in campo risorse per 100 milioni di euro, nonostante la rimodulazione prevista dalla Legge di Bilancio 2025. Il Comitato di indirizzo strategico del Fondo ha delineato quattro direttrici fondamentali. Innanzitutto, realizzeremo lo scale up di bandi già realizzati come Futura, Onlife, Prospettive, Polaris e Digitale sociale, pubblicando nuovi avvisi aperti a tutte le organizzazioni interessate. Per questa iniziativa abbiamo stanziato circa 85 milioni di euro.

Traduciamo per i non addetti ai lavori. Cosa intende con “scale up” dei bandi già realizzati?
“Significa finanziare un numero più ridotto di progetti, ma di maggiori dimensioni sia in termini economici che di beneficiari raggiunti. I progetti che hanno dimostrato maggiore impatto nella fase sperimentale riceveranno una premialità. Il nostro obiettivo strategico è duplice: da una parte valutiamo l’impatto dei progetti formativi che sosteniamo, dall’altra replichiamo su scala più vasta, con gli adeguati adattamenti, i modelli che si dimostrano più efficaci. In questo modo, vogliamo offrire al Governo le migliori pratiche, affinché possano essere utilizzate nella definizione di future politiche nazionali per la crescita delle competenze digitali e l’inclusione digitale nel Paese.”

Un’altra novità è l’apertura di una linea di cofinanziamento. Di cosa si tratta?
Es1 prevista una dotazione di 5 milioni di euro per attrarre risorse private e portare avanti collaborazioni strategiche, sostenendo progetti con un alto potenziale di efficacia. Un esempio in questa direzione è proprio il bando “vIvA”, di cui abbiamo parlato prima, co-supportato da noi e da Google.org.

Ho letto che il Piano prevede anche un’attenzione particolare ai Centri di Facilitazione Digitale
Esatto. A brevissimo prevediamo la pubblicazione di un bando specifico, con 5 milioni di euro, per il potenziamento dei Centri di Facilitazione Digitale. Questa iniziativa, elaborata in collaborazione con il Dipartimento per la Trasformazione Digitale con l’obiettivo di fornire opportunità di alfabetizzazione digitale ai cittadini su tutto il territorio nazionale, è un buon modo per avvicinare le persone alla tecnologia, partendo dall’imparare a usare il digitale per soddisfare esigenze concrete della quotidianità.

Portare la tecnologia alle persone e non le persone alla tecnologia è una modalità interessante di limitare il divario digitale. Infine, ultimo ma non ultimo, il Piano aumenta, anzi, raddoppia le risorse per il bando Fuoriclasse, cosa che mi sta particolarmente a cuore perché riguarda l’insegnamento dei Mestieri del digitale ai carcerati. Può spiegarci perché?
Sì, raddoppieremo il plafond del bando Fuoriclasse, passando da 5 a 10 milioni d euro, perché offrire una seconda possibilità a chi ha sbagliato e sta pagando la sua pena è un dovere civico. In questo caso ancora di più, il digitale diventa un fattore abilitante per sostenere il reinserimento sociale e professionale delle persone detenute. Una questione che non è sentita solo da noi, considerando l’alto numero di proposte pervenute: alla chiusura del bando, lo scorso 10 febbraio, ne abbiamo ricevute ben 244.

Una conferma che il digitale può essere uno strumento che abilita non solo la trasformazione tecnologica, ma anche quella umana e in meglio: questa è ciò che alla Fondazione Pensiero Solido chiamiamo tecnologica solidale.

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