Affari italiani non è più affare di Angelo Maria Perrino?
Un anno fa l'ingresso nella società editrice di tre soci, oggi l'addio di Angelo Maria Perrino dalla direzione. Che succede in Affari italiani?

Un anno fa l’ingresso nella società editrice di tre soci, oggi l’addio di Angelo Maria Perrino dalla direzione. Che cosa succede in Affari italiani?
“Affaritaliani.it cambia volto dopo 29 anni: Angelo Maria Perrino lascia la direzione. Al suo posto Marco Scotti”. E’ la stessa testata online registrata a Milano l’11 aprile del 1996 (una data importante che rende il sito la prima testata online del nostro Paese) a darne notizia, anche se probabilmente i virgolettati più interessanti, da leggere tra le righe della diplomazia di rito, stanno altrove. Ma ci si arriverà a breve.
COME MAI ANGELO MARIA PERRINO LASCIA LA DIREZIONE?
La notizia è di quelle importanti, specie per Affari italiani dal momento che Angelo Maria Perrino, instradato verso i 71 anni, di Affaritaliani.it è stato il fondatore, azionista e direttore responsabile. Non è dato sapere se resterà in qualche modo azionista, ma sicuramente non il terzo. “La vera motivazione di questo abbandono – si legge su Prima Comunicazione – sta nella perdita di fiducia e entusiasmo verso il giornalismo digitale: “totalmente condizionato dal SEO” (ovvero quelle regole di scrittura che rendono gli articoli più appetibili per Google e gli altri motori di ricerca, così da risultare per primi nelle risposte che questi restituiscono agli utenti come fonti quando vengono interpellati dagli internauti. Ndr).
Ma è difficile da credere. Perché Affari italiani è stato appunto il primo giornale Web del Paese: come potrebbe mai essere stanco il suo direttore nonché fondatore delle regole che hanno reso Internet ciò che è oggi? Sarebbe come se la Ferrari si ritirasse dalla Formula 1 perché stanca di correre o il Corriere dal mondo dei quotidiani cartacei stufo del fatto che l’inchiostro della carta sporca i polpastrelli. Senza considerare che Affari italiani ai pezzi pop, persino un po’ sbracati, pensati per acchiappare clic, non ha mai rinunciato. E infatti Prima stessa sottolinea come Perrino avesse deciso di vendere Affari Italiani un anno fa per “condividere le fatiche della gestione editoriale” con tre soci, “che hanno storie imprenditoriali diverse e che non sempre collimavano con l’idea di editore che ha Perrino”. Una convivenza forzata non più tollerabile?
LO SCORSO ANNO L’INGRESSO DI TRE SOCI
Bisogna dunque riavvolgere il film di un anno, tornare sempre al mese di aprile (ricorrente nella storia della testata e del suo fondatore che ha scelto di dimettersi proprio nell’ultimo giorno di aprile del 2025) e ritrovare online la foto di un Angelo Maria Perrino, per la verità non troppo sorridente, circondato dai suoi tre nuovi soci: Marcello Antelmi, imprenditore, fondatore con Perrino della manifestazione “La Piazza” e già consigliere delegato della società editrice, Paolo Ardito, che già da tempo aveva la concessione per la pagina di RomaItalia, e Fabio Massa, entrato in Affaritaliani.it 19 anni fa come giornalista e da 10 anni alla guida di un gruppo attivo in campo editoriale (con la gestione della pagina di Milano di Affaritaliani.it), negli eventi e nella fornitura di servizi alle aziende. Massa è il presidente delle Stelline e fondatore della kermesse Italia Direzione Nord. L’amministratore unico della società diventava il già citato Marcello Antelmi che in un articolo dell’epoca dichiarava: “E’ un onore aver avuto la possibilità di rilevare Affaritaliani.it dal suo fondatore, un maestro di giornalismo di specchiata moralità che continuerà nella sua funzione di direttore. Insieme a Paolo Ardito e Fabio Massa abbiamo formato una compagine che conosce e apprezza Affaritaliani.it, avendo tutti e tre un rapporto ormai pluriennale non solo di lavoro ma anche umano con una realtà […] senza padroni e senza padrini”.
Da parte sua Angelo Maria Perrino spiegava: “C’erano diversi pretendenti innamorati del progetto e desiderosi di investirvi. Ho scelto di metterlo nelle mani amiche e sapienti di imprenditori solidi e competenti, che già da anni lavorano al mio fianco per il giornale e che mi hanno richiesto di mantenere la direzione del giornale ad libitum. Apporteranno risorse finanziarie, manageriali e industriali che daranno ad Affaritaliani.it nuove idee, linfa ed energia per affrontare adeguatamente l’agguerrito ma affascinante contesto competitivo dell’editoria contemporanea. Ad maiora, dunque. Avanti e insieme”.
Insomma, dodici mesi fa il mondo dell’editoria web era “affascinante”, dodici mesi dopo Angelo Maria Perrino chiude la porta dietro di sé dicendosi stufo delle regole Seo. Qualcosa non torna. E ciò che è certo è che quell'”avanti e insieme” non è stato un proposito particolarmente longevo.
LA HOLDING SOCRATE E I SOCI
L’editore Uomini e Affari Srl con sede legale a Milano e uffici a Ceglie Messapica nel Brindisino è di proprietà della Holding Socrate Srl, meneghina anch’essa, che ha come soci Kalia Srl (32,5 per cento) di Ceglie Messapica focalizzata sulla manutenzione del paesaggio, Esclusiva Srl (22,5 per cento) di Fabio Massa, Brave Capital Srl (22,5 per cento), holding finanziaria del gruppo Millennials, di Paolo Ardito e Giant Srl (22,5 per cento). Il CdA della controllante è presieduto da Marcello Antelmi, di Ceglie Messapica. Il conto economico della Holding Socrate Srl è presto detto: zero fatturato al 31 dicembre del 2023, esattamente come l’anno precedente, costi ante imposte per 2.510 euro e perdite d’esercizio a fine ’23 per 2.764 euro.
UOMINI E AFFARI IN NUMERI
Tornando invece alla Uomini e Affari, il valore della produzione a fine 2023 era di poco sopra il milione e mezzo, 1.549.094, rispetto al milione e 288mila euro dell’esercizio antecedente, con costi per 1.518.125 euro (1.359.798 al 31.12 del ’22) per un risultato ante imposte di 27mila euro (27.022) e una perdita d’esercizio di 1.386 euro, comunque di molto inferiore a quella riscontrata nel 2022 da 97.471 euro.