Addio al test d'ingresso medicina, ma arriva il "semestre filtro"
lentepubblica.it L’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria cambia (anche se comunque un tetto rimane): arriva l’addio al test d’ingresso medicina, ma si introduce un “semestre filtro” per le matricole. Scopriamo di cosa si tratta. Con l’approvazione della riforma voluta dal Ministero dell’Università e della Ricerca, il sistema del numero chiuso subisce una trasformazione […] The post Addio al test d'ingresso medicina, ma arriva il "semestre filtro" appeared first on lentepubblica.it.

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L’accesso alle facoltà di Medicina, Odontoiatria e Medicina Veterinaria cambia (anche se comunque un tetto rimane): arriva l’addio al test d’ingresso medicina, ma si introduce un “semestre filtro” per le matricole. Scopriamo di cosa si tratta.
Con l’approvazione della riforma voluta dal Ministero dell’Università e della Ricerca, il sistema del numero chiuso subisce una trasformazione significativa: i test d’ingresso vengono aboliti, sostituiti da un nuovo modello di selezione basato su un semestre di valutazione.
Il nuovo modello per la facoltà di medicina: addio al test d’ingresso, ma successivo semestre di valutazione per gli studenti
La selezione avverrà attraverso un semestre-filtro, durante il quale gli studenti dovranno affrontare esami standardizzati su materie fondamentali come biologia, chimica, fisica e logica. La valutazione sarà basata su criteri oggettivi e uniformi a livello nazionale, al fine di garantire una selezione equa e meritocratica. Al termine del periodo, verrà stilata una graduatoria nazionale basata sui risultati ottenuti.
La scelta della sede per proseguire gli studi dipenderà:
- dalla posizione in graduatoria
- dalle preferenze espresse
- e dalla disponibilità dei posti nei singoli atenei.
Questo sistema intende ottimizzare l’allocazione degli studenti, evitando disparità tra le università e garantendo un equilibrio tra domanda e offerta formativa.
Un’ulteriore novità è la possibilità per gli studenti di iscriversi contemporaneamente a un secondo corso di laurea nell’area delle Scienze della Salute, come Biotecnologie mediche o Scienze infermieristiche. I crediti formativi universitari acquisiti potranno essere riconosciuti in futuro, offrendo un percorso di studi più flessibile e diversificato. Questa opportunità mira a favorire una maggiore interdisciplinarità nella formazione e a creare profili professionali più completi, capaci di rispondere alle esigenze del sistema sanitario.
Obiettivo: incrementare il numero dei laureati
La riforma non si limita a modificare l’accesso agli studi di Medicina, ma prevede anche un incremento del numero di laureati: nei prossimi sette anni le università italiane formeranno 30.000 medici in più, un risultato reso possibile grazie a maggiori finanziamenti per le strutture didattiche e ospedaliere. L’obiettivo è rispondere alla carenza di personale sanitario, rafforzando al contempo la qualità della formazione.
L’iniziativa ha le intenzioni dunque di un cambiamento di prospettiva: l’università non sarà più un ostacolo per chi sogna di diventare medico, ma un percorso formativo più equo e accessibile, capace di selezionare i futuri professionisti della sanità in base alle reali competenze e non solo a un test iniziale.
Le dichiarazioni del ministro Bernini
Il Ministro Anna Maria Bernini ha definito la riforma “una rivoluzione che valorizza le vocazioni e il merito degli studenti“. Con questa novità, tutti i candidati potranno iscriversi liberamente al primo semestre di corso. Durante questo periodo, le valutazioni e gli esami standardizzati a livello nazionale determineranno l’accesso al secondo semestre, regolato da un numero programmato in base al fabbisogno del Servizio Sanitario Nazionale e alle disponibilità degli Atenei.
Secondo il Ministro, l’obiettivo è eliminare le barriere economiche e sociali che hanno a lungo limitato l’accesso alla formazione medica: “Diciamo addio ai quiz d’ingresso che hanno favorito più i ricorsi legali che una vera selezione basata sulle competenze“. La riforma punta a garantire pari opportunità a tutti gli studenti e a ridurre il fenomeno dell’emigrazione all’estero per studiare Medicina
Le critiche delle opposizioni
Tuttavia dalle opposizioni arrivano veementi critiche alla Riforma Bernini. Per Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, la riforma «è l’ennesimo inganno da parte del governo Meloni agli studenti, un bluff: la tanto acclamata “abolizione” del test di medicina non è altro che una manovra di propaganda che nasconde un semplice spostamento della selezione al secondo semestre. La proposta di legge contiene numerose incognite, l’unica cosa certa è che si lascia libera la frequenza del primo semestre, senza però incrementare le risorse. Ciò inevitabilmente comporterà disagi e abbassamento della qualità della didattica».
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