Acca Larentia, chiesto il processo per 31 militanti di CasaPound per violazione della legge Scelba

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 31 persone, tutte appartenenti a CasaPound, che effettuarono il saluto romano il 7 gennaio del 2024 nel corso della commemorazione per Acca Larentia. Un appuntamento che si è ripetuto anche quest’anno con la partecipazione di 1300 persone. I pm, coordinati dal procuratore capo Francesco […] L'articolo Acca Larentia, chiesto il processo per 31 militanti di CasaPound per violazione della legge Scelba proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 1, 2025 - 15:21
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Acca Larentia, chiesto il processo per 31 militanti di CasaPound per violazione della legge Scelba

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 31 persone, tutte appartenenti a CasaPound, che effettuarono il saluto romano il 7 gennaio del 2024 nel corso della commemorazione per Acca Larentia. Un appuntamento che si è ripetuto anche quest’anno con la partecipazione di 1300 persone. I pm, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, contestano la violazione delle leggi Mancino e Scelba.

La Cassazione – L’anno scorso, tra le polemiche, era intervenuta la Corte di Cassazione a dire che il saluto romano è penalmente rilevante solo se, “avuto riguardo a tutte le circostanze del caso, sia idoneo a integrare il concreto pericolo di riorganizzazione del disciolto partito”. Le Sezioni unite della Corte di Cassazione – lo speciale collegio che risolve i contrasti interpretativi interni – aveva annullato con rinvio la condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano nei confronti di otto militanti di CasaPound, che si erano prodotti nel saluto e nella “cerimonia del presente” il 29 aprile del 2016 durante la cerimonia in ricordo di Sergio Ramelli, il 19enne missino ucciso a Milano nel 1975. La decisione era arrivata a pochi giorni dalla polemica politica innescata dalle centinaia di saluti romani alla commemorazione della strage di via Acca Larentia a Roma.

Quella commemorazione per gli inquirenti rifletteva “la liturgia delle adunanze usuali del disciolto partito fascista”. Il procedimento venne aperto alcuni giorni dopo l’adunata in una strada non lontana da via Tuscolana. Le indagini sono state affidate dagli inquirenti alla Digos e ai carabinieri che grazie all’analisi di una serie di video sono riusciti a individuare gli autori del saluto romano con la “chiamata del presente”.

Per stabilire la sussistenza di reato, in caso di saluto romano, osserva la Cassazione, il giudice deve “in concreto” e alla luce di valutazioni complessive, accertare “la sussistenza” di una serie di elementi, tra cui “il contesto ambientale, la eventuale valenza simbolica del luogo, il numero dei partecipanti, la ripetizione insistita dei gesti”, idonei a dare concretezza al pericolo di “emulazione”.

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