Abusi edilizi a Milano, l’assessore di Torino Mazzoleni è indagato per la quarta volta. M5s: “Il sindaco lo rimuova”. Ma il Pd lo difende
In Consiglio comunale le opposizioni chiedono le dimissioni. Ma il Pd fa quadrato L'articolo Abusi edilizi a Milano, l’assessore di Torino Mazzoleni è indagato per la quarta volta. M5s: “Il sindaco lo rimuova”. Ma il Pd lo difende proviene da Il Fatto Quotidiano.

E sono quattro. Per la quarta volta l’assessore all’Urbanistica di Torino, Paolo Mazzoleni, è indagato in un’inchiesta su presunti abusi edilizi realizzati a Milano, nello specifico quella che ha portato ai domiciliari Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale nel capoluogo lombardo. Anche in questo caso Mazzoleni, membro della giunta del sindaco Pd Stefano Lo Russo, è finito sotto accusa per la sua attività di progettista, scelto dal gruppo Abitare In per il “Lambrate Twin Palace” di via Sbodio: dall’ordinanza di custodia cautelare risulta indagato in concorso con Oggioni e altri per falso in atto pubblico, ma secondo La Stampa a suo carico ci sono anche le ipotesi di lottizzazione abusiva e abuso edilizio. Già per tre volte negli ultimi due anni il nome dell’assessore era stato iscritto dalla Procura di Milano nel’ambito di fascicoli su presunte violazioni urbanistiche: si tratta delle indagini sullo studentato “Scalo house” a Isola, sulle Residenze Lac al Parco delle Cave e su un palazzo di sette piani in piazza Aspromonte, costruito all’interno di un cortile.
La nuova contestazione innesca le richieste di dimissioni in Consiglio comunale, con il Pd che però sceglie di fare quadrato intorno all’assessore. “La scelta di Lo Russo di nominare Mazzoleni si è rivelata un errore: il sindaco ponga rimedio e lo sostituisca”, attacca il capogruppo M5s Andrea Russi. “Come può un architetto letteralmente tempestato da inchieste e avvisi di garanzia, legati alla sua professione a Milano, svolgere serenamente il proprio lavoro di assessore all’urbanistica al Comune di Torino?”, chiede. Sottolineando inoltre che “ad oggi il lavoro di Mazzoleni è stato carente: non c’è traccia del nuovo Piano regolatore a oltre tre anni dall’insediamento, si rilevano ritardi su praticamente tutte le grandi trasformazioni urbanistiche, la valutazione della localizzazione del nuovo ospedale di Torino nord alla Pellerina è stata, a nostro giudizio, sbagliata, e a ciò si aggiunge il ritardo nell’applicazione della delibera che dovrebbe trasformare l’area ex Thyssen in un parco”. Per questo il consigliere esorta il sindaco Lo Russo ad “assumersi la responsabilità dell’errore commesso” e rimpiazzare l’assessore “con qualcuno in grado di assumerne serenamente le deleghe”. Polemiche anche da Fratelli d’Italia: “Il nostro assessore all’Urbanistica alle prese con il Nuovo piano regolatore, ha la serenità giusta per affrontare questa sfida cruciale per la città?”, domanda il consigliere Ferrante De Benedictis.
Dal Pd, però, la difesa dell’architetto pluri-indagato è inscalbfibile. “Piena fiducia nell’operato dell’assessore Paolo Mazzoleni e nel lavoro svolto fino ad oggi per la città”, afferma il capogruppo Claudio Cerrato, sottolineando che “le indagini in corso non riguardano il suo operato di amministratore a Torino, ma episodi legati alla sua carriera professionale precedente a Milano”. Cerrato parte poi al contrattacco: “Chi oggi chiede le sue dimissioni dimostra di applicare due pesi e due misure rispetto alla giustizia, adottando un atteggiamento garantista per i propri esponenti, ma giustizialista nei confronti degli altri esponenti politici. Un approccio strumentale che non contribuisce al dibattito politico serio”, protesta. Dimenticando però il tempo in cui l’attuale sindaco, suo predecessore nel ruolo di capogruppo, denunciava ai magistrati presunti illeciti su cui poi innestare battaglie politiche. Un esempio? Nel 2018 Lo Russo aveva segnalato alla Procura di Torino un incarico affidato dall’Unione montana dei comuni olimpici della Via Lattea (che include località sciistiche come Sestrière, Oulx e Cesana) all’architetto Alberto Sasso, in passato candidato del M5s, per redigere il pre-dossier di candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali 2026. A distanza di anni, nel 2023 l’inchiesta su Sasso e i sindaci è stata archiviata.
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