Saman Abbas, il fratello ai giudici: “Ho visto mio zio che prendeva per il collo mia sorella”
In aula presenti tutti e cinque i familiari imputati: il padre della vittima, Shabbar Abbas, lo zio Danish Hasnain e la madre Nazia Shaheen, detenuti. A piede libero, i due cugini, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz L'articolo Saman Abbas, il fratello ai giudici: “Ho visto mio zio che prendeva per il collo mia sorella” proviene da Il Fatto Quotidiano.

“Ho visto mio zio che prendeva per il collo mia sorella, era tra la seconda e la terza serra”. Alì Haider, il fratello di Saman Abbas, ha cominciato a testimoniare, in occasione della seconda udienza del processo d’appello iniziato una settimana fa, a Bologna in corte d’Assise, per l’omicidio della sorella, la 18enne di origini pachistane e residente a Novellara, nel Reggiano, scomparsa nella primavera del 2021 e i cui resti sono stati ritrovati un anno e mezzo dopo. Il giovane ha fornito la sua testimonianza da dietro un paravento. Per la morte della giovane in primo grado sono stati condannati all’ergastolo la madre e il padre della 18enne e lo zio Danish Hasnain a 14 anni. In aula presenti tutti e cinque i familiari: il padre di Saman, Shabbar Abbas, lo zio Danish Hasnain e la madre Nazia Shaheen, detenuti. Quest’ultima indossa, come la volta scorsa, una tunica tradizionale, con un ampio velo di color rosa chiaro che copre il capo e la mascherina chirurgica che rende visibili solo gli occhi. A piede libero, i due cugini, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz.
Le risposte del testimone – Alla domanda se c’erano altre persone il ragazzo che aveva già testimoniato in primo grado ha detto: “C’erano i cugini, Noman e Ikram. Ho visto solo la faccia”, ha risposto, confermando in sostanza le dichiarazioni fatte in primo grado. “Se glieli faccio vedere li può indicare?”, ha domandato il giudice Pasquale Stigliano. “Non me la sento”, ha detto il giovane testimone. In aula sono presenti sia Ikram Ijaz che Nomanhulaq Nomanhulaq, assolti in primo grado. E poi cosa successe? “L’ha portata dietro le serre, mio zio”. E poi? “Mio padre mi disse di stare davanti alla porta, per via delle telecamere”. Dopo aver visto lo zio prendere per il collo la sorella, non chiese ai genitori cosa stava succedendo? Non ne parlò con lo zio in seguito? “Ho sempre avuto paura“, ha detto il testimone rispondendo a domande di giudice e procura generale. Il ragazzo ha raccontato anche che il padre, rientrò in casa portando lo zaino di Saman, “poi lo mise al secondo piano”.
Con un filo di voce, in un italiano incerto, tra monosillabi e tanti “non ricordo” il fratello di Saman ha ripercorso con grande difficoltà gli ultimi minuti di vita della sorella 18enne, uccisa la sera del 30 aprile 2021 a Novellara. Poi quando la sostituta procuratrice generale Silvia Marzocchi gli ha domandato di raccontare cosa vide quando la sorella uscì di casa per l’ultima volta, accompagnata da padre e madre, il giovane è rimasto in silenzio e infine, su sollecitazione del presidente della Corte di assise di appello di Bologna Domenico Stigliano, ha chiesto di sospendere l’audizione.
Prima il giovane ha raccontato che fece vedere ai genitori le registrazioni delle chat della sorella col fidanzato, fatte su richiesta della madre. A quel punto come reagì il padre? “Si arrabbiò tantissimo, mia sorella disse che non era vero, poi prese le sue cose e voleva andare via”. E i genitori? I genitori, ha spiegato il ragazzo, diedero a Saman della carta, “sono sicuro al 100% che non erano i documenti, erano stati nascosti”, ha detto il testimone, ma non riuscendo a precisare di più su quest’affermazione, nonostante le domande della pg. A quel punto la sorella, che era vestita con abiti pachistani andò in bagno a cambiarsi, uscì con jeans e giacca, ha raccontato il ragazzo. Il padre era ancora arrabbiato? “Non ricordo, ricordo che la mamma diceva a Saman di non andare”. Ma poi uscirono in tre, Saman, padre e madre, come documentato dai video di sorveglianza della casa. E il fratello dove si trovava, sulla soglia? “Non ricordo”, ha risposto ancora.
In apertura di udienza è stato proiettato il video, di circa quaranta minuti di un filmato realizzato dagli inquirenti e che mette in sequenza varie registrazioni del 29 e 30 aprile 2021 a Novellara, in diversi momenti e da diverse telecamere, così da rendere possibile una visione di insieme delle mosse dei familiari imputati nelle ultime ore di vita della giovane pachistana. La testimonianza del ragazzo proseguirà il 13 marzo.
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