A Gedda nel nome di Montessori, la scuola italiana che promuove inclusione, pace e futuro
Alla scuola italiana a Gedda, in Arabia Saudita, la fotografia di Maria Montessori non c’è accanto a quella del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, a quella di Re Salman bin Abdulaziz Al Saud e del principe Mohammed bin Salman appese in bella vista all’ingresso, ma ovunque si respira l’atmosfera del metodo educativo che prende […] L'articolo A Gedda nel nome di Montessori, la scuola italiana che promuove inclusione, pace e futuro proviene da Il Fatto Quotidiano.

Alla scuola italiana a Gedda, in Arabia Saudita, la fotografia di Maria Montessori non c’è accanto a quella del presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella, a quella di Re Salman bin Abdulaziz Al Saud e del principe Mohammed bin Salman appese in bella vista all’ingresso, ma ovunque si respira l’atmosfera del metodo educativo che prende il nome dalla dottoressa di Chiaravalle. A “contagiare” il Regno dove si applica ancora la legge della Sharia e dove non esistono partiti o sindacati, sono due donne italiane Rosalia Mottola, coordinatrice didattica e Marzia Di Lernia che svolge le funzioni di direttore amministrativo. Con loro un consiglio d’amministrazione con presidente Sami Labib che vive da anni a Crema.
Il bell’edificio, voluto nel 1966 dalla comunità italiana per aderire alle richieste delle numerose famiglie italiane allora presenti, è a pochi chilometri dalla meravigliosa cornice della città che ha da poco ospitato il Gran Premio della Formula Uno. Ad accoglierci sono i colori del nostro Paese sul cancello. Ogni giorno più di cento studenti della scuola dell’infanzia, della primaria e delle medie, provenienti da ogni parte del mondo, studiano in questa realtà che sta compiendo una vera e propria rivoluzione: tra i banchi si imparano l’arabo, l’inglese e l’italiano. A differenza delle scuole pubbliche ove le sezioni sono ancora separate tra maschi e femmine qui vivono insieme. I disabili che non sempre nelle scuole del Regno sono inclusi trovano docenti di sostegno preparati grazie anche alla collaborazione con la struttura di “Help Center”.
Chi decide di mandare il figlio alla scuola italiana lo fa per scelta. Spesso sono famiglie che arrivano dal Libano, dal Sud America, dall’Egitto, dalla Giordania. Qualcuno anche dall’Italia. Lia Mottola, ha alle spalle l’esperienza dell’istituto “Quarenghi” a Milano che da anni lavora con il metodo Montessori. “Quando abbiamo iniziato anche a Gedda – ci raccontano le due donne – a progettare con gli insegnamenti della pedagogista italiana abbiamo cambiato il volto della scuola”. Basta guardarsi attorno per rendersene conto. Alla scuola dell’infanzia i bambini imparano a contare con le perle oro e con la torre rosa; allenano i sensi con le tavole del liscio e del ruvido e con le bottigliette per gli esercizi olfattivi. Non manca il globo dei continenti. I piccoli giocano felici, in maniera autonoma così alla primaria e alla secondaria vivono la scuola riflettendo, ragionando in più lingue. In una classe incontriamo una maestra di Gaza, nell’altra una di Napoli.
In totale sono 21 insegnanti formate, preparate. Ci sono un orto didattico, un’aula dedicata all’arte, una biblioteca con tanto di pianoforte e una palestra oltre ad un bel campo sportivo all’esterno. “Questa è una scuola di pace. Lavoriamo molto – spiegano Mottola e Di Lernia – su questo valore. Abbiamo festeggiato il Natale e celebrato con un minuto di silenzio la morte di Papa Bergoglio parlando loro di un uomo di pace. Altro temi a noi cari sono l’alimentazione, l’ecologia”. Quando entriamo alla scuola dell’infanzia i bambini stanno facendo lezione di coding: “Ci prepariamo al futuro. Questi nostri alunni andranno nel mondo”.
L'articolo A Gedda nel nome di Montessori, la scuola italiana che promuove inclusione, pace e futuro proviene da Il Fatto Quotidiano.