A Firenze ancora proroghe per i dehors: l’uscita dalla crisi non giustifica altri rinnovi

di Ilaria Agostini Overdose da tavolini, terrazze e dehors. Nelle città turistiche, l’occupazione di suolo pubblico da parte degli esercizi di somministrazione di cibi e bevande diventa una questione che sempre più somiglia a quella delle concessioni balneari: un diritto “temporaneo” sul suolo demaniale, che si tramuta in diritto acquisito e non soggetto a decadenza. […] L'articolo A Firenze ancora proroghe per i dehors: l’uscita dalla crisi non giustifica altri rinnovi proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 2, 2025 - 10:25
 0
A Firenze ancora proroghe per i dehors: l’uscita dalla crisi non giustifica altri rinnovi

di Ilaria Agostini

Overdose da tavolini, terrazze e dehors. Nelle città turistiche, l’occupazione di suolo pubblico da parte degli esercizi di somministrazione di cibi e bevande diventa una questione che sempre più somiglia a quella delle concessioni balneari: un diritto “temporaneo” sul suolo demaniale, che si tramuta in diritto acquisito e non soggetto a decadenza.

In assenza di una normativa nazionale (che il governo promette entro fine anno, all’insegna della liberalizzazione), i regolamenti locali sui dehors, in effetti, creano un vuoto in cui le lobby della ristorazione si muovono con agio. Senza neanche arricchire le casse comunali. Il canone nazionale di occupazione di suolo pubblico, infatti, per le città medie (100.000-500.000 ab.) assomma a 60 euro annui a metro quadro. Al tributo si aggiungono misure localmente disposte: coefficienti agevolativi o moltiplicatori. Quale che sia il coefficiente applicato, resta un prezzo di favore quando si pensi che a Milano un mq in un locale commerciale può arrivare ai 20.000 euro annui.

A Firenze, dal periodo pandemico vige un regime di proroghe, puntualmente rinnovate. Il prossimo 14 marzo scadrà il provvedimento di giunta che ha allungato i tempi di esistenza delle occupazioni di suolo pubblico “straordinarie” (e se ne paventa il rinnovo fino all’arrivo della normativa nazionale). Le occupazioni straordinarie si sommano alle “ordinarie”: 14.000 mq di terrazze di bar e ristoranti in centro storico previsti dal regolamento urbanistico. Un’invasione che, a prima vista, appare poco regolata.

Le disposizioni del Regolamento comunale d’igiene prevedono, è vero, rigidi rapporti tra posti a tavola, mq delle cucine e numero di servizi igienici. E, per ogni posto a tavola, impone un metro quadro, necessario per un agevole servizio a tavola e per la comoda assunzione dei cibi da parte degli avventori.

Ma come si applicano i parametri igienico-edilizi in caso di estensione su suolo pubblico della superficie per la somministrazione di cibi e bevande? Il Regolamento comunale, a ben vedere, non lascia spazio a dubbi: “Per gli esercizi di ristorazione i posti tavola delle pertinenze esterne s’intendono sostitutivi del numero di posti previsti all’interno degli esercizi” (art. 16). “Sostitutivi” significa che il numero di posti a tavola resta invariato. Norma di buon senso, in effetti, poiché in tal modo l’ampliamento esterno non influirebbe negativamente sui requisiti dimensionali e igienici sopra ricordati. Ma, al tempo stesso, norma la cui applicazione risulta dubbia: un veloce sopralluogo all’ora di pranzo nelle vie e nelle piazze del “mangificio” dimostrerebbe difatti che ai tavoli assiepati nei dehors non corrispondono tavoli vuoti nei locali interni. Ma questo potrà essere facilmente verificato da chi di dovere.

Con pedana o senza pedana, protette da ombrelloni o da strutture in ferro e vetro, avviluppate da plastiche trasparenti tipo campo profughi o da verde (anch’esso spesso di plastica), i dehors fiorentini sono destinati prioritariamente, se non esclusivamente, al turismo predatorio.

Oggi l’uscita dalla crisi del settore turistico – che ha raggiunto e ormai superato i fasti del pre-Covid – non giustifica ulteriori proroghe. Una dilazione di tempi, a ponte con il previsto riordino governativo, renderebbe cronica una situazione che va a detrimento della residenza nei centri storici, del commercio di prossimità e dell’agibilità delle strade cittadine. E che, viceversa, gioca a favore delle lobby della ristorazione che – non del tutto immuni da infiltrazioni mafiose – offrono lavoro povero (se non nero) e, non raramente, accoglienza turistica di bassa qualità.

L'articolo A Firenze ancora proroghe per i dehors: l’uscita dalla crisi non giustifica altri rinnovi proviene da Il Fatto Quotidiano.