Wall Street verso apertura in verde, Trump minaccia nuovi dazi
La Casa Bianca aveva escluso smartphone e computer dai dazi reciproci sulla Cina alleviando le preoccupazioni degli investitori ma la guerra commerciale sembra ben lontana dall’essere terminata.

Wall Street verso apertura al rialzo dopo un fine settimana sempre caratterizzato dalle decisioni di Donald Trump sulle sue politiche commerciali che avevano spinto all’ottimismo sulla guerra dei dazi.
Così, i future sul Nasdaq guadagnano l’1,80% quando manca circa un’ora al suono della campanella della Borsa di New York, seguiti in scia dai contratti sullo S&P500 (+1,50%) e da quelli sul Dow Jones (+1%).
Dollaro statunitense ancora in calo nei confronti dell’euro, con il cross EUR/USD a 1,1425, sempre ai massimi dal novembre 2021. Poco mosso l’oro, in leggera ritirata dopo aver toccato un nuovo record storico a 3.261 dollari l’oncia (future), mentre il Bitcoin scambia ancora sopra quota 84 mila dollari.
Se la Casa Bianca aveva escluso smartphone e computer dai dazi reciproci sulla Cina, offrendo un sollievo temporaneo alle importazioni tech degli Usa, in queste ore il ‘ciclone’ Trump è tornato a colpire. Parlando nel corso di un evento sportivo, il tycoon ha minacciato nuove tariffe sul tech, dai semiconduttori all’elettronica di largo consumo, ridimensionando l’ottimismo su possibili de-escalation delle sue guerre economiche.
Il Presidente ha minimizzato la tregua definendola come “temporanea”, per poi dichiarare perentoriamente: “Nessuno sfuggirà ai nostri dazi”. Trump ha poi rilanciato promettendo nuove barriere a breve sui microchip e sull’intera supply chain di tecnologia ed elettronica, affermando che è nel mirino di inchieste e misure di sicurezza nazionale per reindustrializzare l’America. “Prenderemo in esame i semiconduttori e tutta la catena di forniture dell’elettronica nelle nostre indagini sulle tariffe per ragioni di sicurezza nazionale”, ha scritto sul suo media Truth Social.
Domenica, poi, il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, ha dichiarato che questi prodotti elettronici sarebbero presto stati coperti da imposte che, a suo dire, sarebbero state distinte da quelle imposte a specifici Paesi.
Nel frattempo, i dazi di base del 10%, entrato in vigore il 5 aprile, rimangono in vigore per tutte le importazioni interessate negli Stati Uniti.
Prosegue la stagione degli utili a Wall Street e oggi era il turno di Goldman Sachs dopo i numeri delle altre grandi big banks statunitensi pubblicati venerdì scorso.
La banca ha registrato un aumento del 15% degli utili nel primo trimestre, grazie alla volatilità del mercato che ha portato a ricavi record nel trading azionario e ad un aumento dei risultati del reddito fisso.
L'utile di Goldman è salito a 4,74 miliardi di dollari, o 14,12 dollari per azione, per i tre mesi conclusi il 31 marzo, ha detto lunedì la banca. Rispetto ai 4,13 miliardi di dollari, o 11,58 dollari per azione, dell'anno precedente.
"Sebbene stiamo entrando nel secondo trimestre in un contesto operativo nettamente diverso rispetto all'inizio dell'anno, rimaniamo fiduciosi nella nostra capacità di continuare a sostenere i nostri clienti", dichiarava l'amministratore delegato David Solomon.
Tra gli altri grandi nomi, questa settimana sono attesi anche i risultati di Johnson & Johnson (domani) e Netflix (giovedì).
Goldman Sachs (+2%): utile salito a 4,74 miliardi di dollari, o 14,12 dollari per azione, per i tre mesi conclusi il 31 marzo, in crescita rispetto ai 4,13 miliardi di dollari, o 11,58 dollari per azione, dell'anno precedente.
Eli Lilly (+1%): Pfizer (-0,80%) ha annunciato di aver interrotto lo sviluppo della pillola sperimentale per la perdita di peso chiamata danuglipron.
Best Buy (+6%): sale dopo che Trump ha annunciato l’esenzione dai dazi su alcuni prodotti elettronici.
Webull (+137%): venerdì scorso ha debuttato sul Nasdaq chiudendo in rialzo del 10% a 13,25 dollari dopo aver completato la fusione con la società di assegni in bianco SK Growth Opportunities Corporation.
M&T Bank (-2%): ha ridotto le previsioni su ricavi netti da interessi da 7,1-7,2 miliardi di dollari a 7,05-7,15 miliardi per il 2025.
Microsoft
UBS: buy e prezzo obiettivo ridotto da 510 a 480 dollari.
Alphabet
Jefferies: buy e target price fermo a 200 dollari.
Apple
UBS: neutral e prezzo obiettivo confermato a 236 dollari.
BlackRock
Evercore ISI: buy e target price tagliato da 1.100 a 950 dollari.
Micron
Citigroup: buy e prezzo obiettivo abbassato da 110 a 120 dollari.
Broadcom
Citigroup: buy e target price ridotto da 220 a 210 dollari.