Vinitaly 2025: il Grand Tour del vino italiano tra cultura e sfide internazionali
Scopri il Vinitaly 2025, un viaggio tra i vini italiani e le sfide dei dazi USA. Un evento tra cultura e geopolitica.

Baroncini
Un nuovo Grand Tour, aperto non solo all’aristocrazia – in quel caso europea settecentesca –, ma anche a un mondo variopinto e popolare, nel senso più alto del termine. Un Grand Tour d’Italia che racconta luoghi, storie, passioni, culture, vite attraverso il vino. Un Grand Tour per declamare, con il grande Mario Soldati, semplicemente una parola che si ripete: vino al vino. È il Vinitaly 2025 che si apre e che vi raccontiamo, in queste pagine, con il rigore dell’approfondimento scientifico; ma anche con lo stupore dei viaggiatori di altri secoli, di cui sopra; e, infine, con la passione e la professionalità di imprenditori che sono artisti, artigiani, sarti della bottiglia.
Benvenuti al Vinitaly, benvenuti nel romanzo del vino: dal Trentino-Alto Adige alla Sicilia e alla Sardegna, dall’Emilia-Romagna alle Marche fino alla Toscana e alla Lombardia, scaveremo nella provincia italiana alla ricerca, e qui torno a Soldati, del "vino prelibato, che schiva ogni pubblicità", che "vuole essere scoperto e conosciuto in solitudine, o nella religiosa compagnia di pochi amici". Ma anche del vino che diventa soprattutto comunità: non solo festa, ma un patrimonio di valori condiviso, un ‘mondo’ che racconteremo non solo sulla carta da conservare e ritagliare, ma anche sui nostri siti e sui social con approfondimenti e aree dedicate.
Parlare di vino, di cibo e dunque di impresa oggi è coraggioso e delicato. Significa addentrarsi nel perimetro della geopolitica e degli equilibri internazionali che stanno cancellando patti transatlantici e antichi baricentri mediterranei. Le esportazioni Oltreoceano sono arrivate a oltre 67 miliardi secondo l’osservatorio economico sui mercati esteri del Governo, le importazioni hanno superato i 25 miliardi. Secondo le ultime proiezioni del Csc di Confindustria i solidi legami produttivi tra le due sponde dell’Atlantico sulla chimica e il farmaceutico "potrebbero essere un deterrente alla rincorsa tariffaria".
Va peggio per le spedizioni di vino verso gli Stati Uniti a causa dei timori legati ai dazi: il blocco potrebbe costare 6 milioni al giorno alle cantine italiane, afferma la Coldiretti. Ma non solo. Proprio alla vigilia del Vinitaly, il direttore generale Unione italiana Vini, Paolo Castelletti ha denunciato che "i dazi sono di fatto già applicati. Gli gli importatori americani hanno bloccato l’import dei nostri vini temendo di dover farsi carico loro del dazio, perché non c’è una norma che quantomeno adesso escluda dai dazi i prodotti che sono in transito".
Tutto ciò avverrebbe nel boom di vendite tricolori negli Usa per l’agroalimentare italiano, con 7,8 miliardi di euro e un +17% sul 2023. Vino al vino: ma con un occhio agli equilibri internazionali, americani soprattutto.