Usa-Ucraina, cosa si sa degli accordi in cantiere su gas e minerali critici

Trump ha parlato con Putin di negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Intanto, Zelensky cerca di garantirsi il sostegno americano attraverso un accordo sui minerali critici, che potrebbe venire firmato già alla Conferenza di Monaco.

Feb 13, 2025 - 13:39
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Usa-Ucraina, cosa si sa degli accordi in cantiere su gas e minerali critici

Trump ha parlato con Putin di negoziati di pace tra Russia e Ucraina. Intanto, Zelensky cerca di garantirsi il sostegno americano attraverso un accordo sui minerali critici, che potrebbe venire firmato già alla Conferenza di Monaco

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha fatto sapere di aver parlato con il suo omologo russo Vladimir Putin in “una telefonata lunga e molto produttiva” durante la quale i due si sarebbero messi d’accordo per avviare dei negoziati sulla fine della guerra in Ucraina. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato informato successivamente.

Molte cose non sono chiare, ma sembrerebbe che la Casa Bianca voglia svolgere un ruolo di mediatrice tra Kiev e Mosca. Il rischio per l’Ucraina è che l’amministrazione Trump, mossa dalla volontà di “chiudere” velocemente il dossier per esibire una vittoria politica e concentrarsi su altro, possa spingerla ad accettare una “pace ingiusta”, cioè maggiormente favorevole all’aggressore.

L’APPROCCIO MATERIALISTICO DI ZELENSKY

Il governo ucraino ha già capito che non riuscirà a ottenere da Trump interesse per la propria causa né sostegni di varia natura utilizzando gli stessi appelli morali che avevano invece funzionato (abbastanza) con il suo predecessore, Joe Biden. Zelensky, di conseguenza, ha cambiato strategia, passando a promettere la stipula di accordi economici per catturare l’attenzione di Trump e cercare così di garantirsi il mantenimento del supporto americano.

Il presidente ucraino ha detto ad esempio che sarebbe interessato ad acquistare il gas liquefatto americano. E ha offerto anche i depositi nazionali di minerali critici, come il titanio (per l’industria aerospaziale) e il litio (per le batterie). Il paese possiede inoltre riserve importanti di uranio, grafite, minerale ferroso e carbone; ma non di terre rare, di cui Trump ha parlato qualche giorno fa a proposito di un ipotetico accordo che garantirebbe a Washington l’accesso a questi metalli in cambio della fornitura di aiuti economici e militari a Kiev.

Trump ha dichiarato a Fox News di volere dall’Ucraina “l’equivalente di circa 500 miliardi di dollari di terre rare” – non è chiaro se in cambio di aiuti futuri o di quelli passati -, e che questa avrebbe “essenzialmente accettato”. È probabile che il presidente abbia utilizzato il termine “terre rare” in maniera generica per riferirsi piuttosto ai “minerali critici”, un raggruppamento più ampio di cui le terre rare fanno parte, di solito.

GLI INVESTITORI AMERICANI CHE PUNTANO AI MINERALI CRITICI DELL’UCRAINA

L’interesse per i minerali critici ucraini da parte degli ambienti americani vicini a Trump è nato sulla fine del 2023, quando un consorzio formato da TechMet (una società di investimento nei minerali critici partecipata dal governo americano e dal fondo sovrano del Qatar) e da Ronald Lauder (imprenditore e amico di Trump) hanno presentato alle autorità dell’Ucraina un’offerta per un giacimento di litio, situato nella parte centrale del paese.

Lauder, peraltro, è la persona che ha influenzato di più Trump sull’idea di acquistare la Groenlandia per annetterla al territorio degli Stati Uniti: l’isola è ricca di terre rare, nichel e cobalto.

UN ACCORDO ALLA CONFERENZA DI MONACO SULLA SICUREZZA

Negli anni della prima amministrazione Trump, l’Ucraina riuscì a garantirsi il sostegno americano – anche militare – contro la presenza filorussa nelle regioni dell’est attraverso l’acquisto del carbone estratto in Pennsylvania. Adesso sta cercando di presentarsi come una partner preziosa per la sicurezza degli Stati Uniti facendo leva sulle proprie riserve di minerali critici e sul timore che queste possano finire in mano a nazioni avversarie, come la Cina (che già domina le filiere di queste materie prime) e ovviamente la Russia: una parte dei giacimenti ucraini sono effettivamente già finiti sotto il controllo russo, in quanto localizzati nella parte orientale del paese.

Le autorità ucraine stanno allora insistendo sul fatto che il paese possiede depositi di quasi la metà dei cinquanta minerali che gli Stati Uniti considerano critici per la loro sicurezza nazionale ed economica, a partire dal titanio e dal litio.

Nei giorni scorsi il segretario americano del Tesoro, Scott Bessent, si è riunito a Kiev con Zelensky per discutere i dettagli di un accordo sui minerali critici, dichiarando che “in cambio di questo accordo, gli Stati Uniti continueranno a fornire supporto materiale all’Ucraina”. Zelensky ha detto che l’intesa potrebbe venire raggiunta durante la Conferenza di Monaco sulla sicurezza, che si terrà dal 14 al 16 febbraio.