Usa: il Doge di Musk ha licenziato i dipendenti della FDA che vigilavano sulla sua azienda Neuralink
I dipendenti della Food & Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, incaricati della sorveglianza sulle attività della startup di Elon Musk, Neuralink, sono stati licenziati nel fine settimana nel quadro del piano di riduzione della forza lavoro del governo federale attuato dal nuovo dipartimento Usa per l’Efficienza Governativa (Doge), guidato proprio dall’uomo più ricco del […]

I dipendenti della Food & Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti, incaricati della sorveglianza sulle attività della startup di Elon Musk, Neuralink, sono stati licenziati nel fine settimana nel quadro del piano di riduzione della forza lavoro del governo federale attuato dal nuovo dipartimento Usa per l’Efficienza Governativa (Doge), guidato proprio dall’uomo più ricco del mondo e principale alleato del presidente Donald Trump.
La notizia è stata confermata all’agenzia di stampa britannica Reuters da due fonti anonime interne all’ente federale statunitense, secondo cui i tagli al personale della FDA hanno coinvolto una ventina di persone impiegate nell’ufficio per il controllo dei dispositivi di medicina neurologica e fisica, alcuni dei quali lavoravano proprio al monitoraggio delle attività di Neuralink. Questa divisione della Food & Drug Administration supervisionava infatti, tra l’altro, le applicazioni e le sperimentazioni cliniche della startup di Musk, che progetta dispositivi connessi alla rete da impiantare nel cervello per comunicare con i computer direttamente attraverso il pensiero.
Le fonti citate da Reuters si sono dette convinte che i dipendenti licenziati dalla FDA su indicazione del Doge di Musk non “siano stati presi di mira specificamente per il loro lavoro sulle applicazioni Neuralink”. Ma il licenziamento di una ventina di persone impiegate nella divisione di controllo dell’ente potrebbe comunque ostacolare le attività di supervisione dell’agenzia federale. Tra i dipendenti della FDA licenziati però figurerebbero gli scienziati addetti all’esame delle richieste di sperimentazione di nuovi dispositivi medici con meno di due anni di servizio nell’ente federale, con minor esperienza e meno tutelati dal punto di vista contrattuale.
Musk ha grandi ambizioni per Neuralink che, secondo l’uomo più ricco del mondo, alla lunga dovrebbe facilitare il trattamento di patologie come obesità, autismo, depressione e persino schizofrenia. L’azienda ha impiantato il primo chip in un essere umano il 28 gennaio 2024, dopo aver ricevuto l’approvazione per la sperimentazione proprio dalla FDA nel settembre 2023. Valutata circa cinque miliardi di dollari, prima del ritorno di Donald Trump alla Casa bianca, Neuralink ha dovuto affrontare ripetute richieste di controlli sui suoi protocolli di sicurezza da parte delle autorità statunitensi, che hanno riscontrato una serie di anomalie. Tanto che nel gennaio 2024 il dipartimento dei Trasporti di Washington aveva multato la startup per aver violato le norme relative al movimento di materiali pericolosi.
Attualmente, la società è impegnata a testare su un numero limitato di pazienti disabili un nuovo chip che consente alle persone paralizzate di utilizzare dispositivi digitali usando il solo pensiero. L’azienda sta inoltre sviluppando un altro impianto neurologico che punta a ridare la vista ai non vedenti, la cui sperimentazione, secondo Neuralink, è stata approvata dalla FDA l’anno scorso.
Dopo aver speso più di 250 milioni di dollari per far rieleggere il presidente Donald Trump, l’uomo più ricco del mondo nonché patron di colossi come Tesla, X e Space X ha ottenuto dalla Casa bianca la guida del nuovo dipartimento Doge, che ufficialmente ha il compito di analizzare la spesa governativa e proporre soluzioni “tecniche” per ridurre gli sprechi, tagliando miliardi di dollari di inefficienze dell’amministrazione federale statunitense. Ultimamente però l’ente, che risponde solo all’ufficio esecutivo del presidente Usa, si è anche assunto l’incarico di far rispettare l’ordine di Trump che ha cancellato le politiche volute da Biden a tutela della diversità, dell’equità e dell’inclusione, il che ha dato al suo dipartimento accesso a tutta l’amministrazione americana. In barba ai suoi numerosi conflitti di interesse.