Urso va avanti: “Riconvertire componentistica auto per la difesa e l’aerospazio. Il cingolato muove un trattore ma anche un blindato”

Il ministro delle Imprese: l'Europa "si è posta come obiettivo di raggiungere almeno il 3% di spesa sulla Difesa e quindi sulla Sicurezza. Ci sarà un’accelerazione sugli acquisti e sugli investimenti di ciò che serve per tutelare la pace e la libertà" L'articolo Urso va avanti: “Riconvertire componentistica auto per la difesa e l’aerospazio. Il cingolato muove un trattore ma anche un blindato” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 16, 2025 - 13:41
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Urso va avanti: “Riconvertire componentistica auto per la difesa e l’aerospazio. Il cingolato muove un trattore ma anche un blindato”

L’aveva annunciato due giorni fa incontrando i sindacati. Ora Adolfo Urso conferma: “Le collaborazioni e le affinità tra produzioni auto e difesa-aerospazio si sono sviluppate da anni e offrono grandi opportunità di crescita per la componentistica e le lavorazioni meccaniche. E’ in atto una nuova rivoluzione industriale che dobbiamo governare, a cominciare proprio dai mezzi di trasporto. E l’auto non potrà avere in futuro gli stessi volumi produttivi”. Morale, ribadisce il ministro delle Imprese parlando con il Messaggero, occorre riconvertire la filiera auto mettendola al servizio di difesa e sicurezza. Il piano, sembra di capire, sarà dettagliato a giugno quando è atteso “il primo documento di strategia industriale dopo trent’anni, per indirizzare il Paese verso le nuove opportunità di sviluppo. Intanto abbiamo messo in campo oltre 2,5 miliardi di euro per il comparto dell’auto, 1,6 miliardi per l’anno in corso tra contratti di sviluppo, accordi di innovazione, credito fiscale e incentivi mirati a veicoli di trasporto di altra tipologia”.

La prospettiva non deve stupire nessuno, secondo l’esponente di Fratelli d’Italia, perché il dual-use non è certo una novità: “Un microchip già adesso può servire per un’auto o per un satellite. La scheda elettronica funziona sia in un veicolo urbano sia in un elicottero. Il cingolato muove un trattore come un blindato che tutela i nostri militari in Libano“. Tanto basti a Cgil e Uil, che hanno definito l’idea “assurda” e fantozziana.

Del resto “l’Europa si è posta come obiettivo di raggiungere almeno il 3% di spesa sulla Difesa e quindi sulla Sicurezza”, ammonisce Urso, e pazienza se il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non ne vuol sapere. “È quindi verosimile che vi sarà un’accelerazione sugli acquisti e sugli investimenti di ciò che serve per tutelare la pace e la libertà nel nostro Continente. Lo stesso può dirsi per l’avventura spaziale dove possiamo svolgere un ruolo centrale: nelle stazioni orbitali si effettuano esperimenti sull’alimentazione, su nuovi farmaci e materiali e nel contempo si può meglio contrastare eventuali attacchi di missili supersonici”.

Nel frattempo l’Italia non è ferma, anzi. “In Piaggio Aerospace, l’accordo tra Baykar e Leonardo ci consente di essere i protagonisti in un mercato europeo che ammonterà ad oltre 100 miliardi”. Di cosa si parla? L’alleanza industriale per i droni da guerra annunciata a inizio marzo quando l’ad di Leonardo Roberto Cingolani ha detto che riconvertire impianti “dall’automobile al carro armato è un po’ difficile” ma si potrebbe pensare a collaborazioni per “strumenti più leggeri”.

Dobbiamo “porci il problema di come governare la transizione e trasformare una necessità in un’opportunità”, dice Urso. Perché “c’è una evoluzione dei costumi: l’auto, per esempio, non è più per i giovani un simbolo di libertà, la loro maggiore aspirazione, come lo è stato per noi. Poi nei mezzi elettrici vi sono molte meno componenti rispetto a uno endotermico: la sola batteria rappresenta il 40 per cento del valore. Infine, il trasporto sarà sempre più veicolato su altri soluzioni, ferrovie o i veicoli aerei senza pilota”. Ecco perché bisogna guardare ai settori “più attinenti con la tipologia produttiva del comparto dell’automotive, in cui si prevede una crescita produttiva: dall’aerospazio alla blue economy, dalla cybersicurezza all’industria della difesa. Con due driver sempre presenti: tecnologia green e digital”.

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