Una leadership europea per la stabilità e lo sviluppo del mondo
Dopo la Seconda guerra mondiale, sotto la guida americana, si è formato un ordine economico globale con il dollaro al centro, sostenuto dal FMI e dalla Banca Mondiale, garantendo stabilità e sviluppo.

Miran, il consigliere economico di Trump, vuole che il resto del mondo finanzi ancora di più gli USA. E i capitali fuggono, con la parallela discesa del dollaro e dei buoni del tesoro americani, che pagano ora interessi maggiori di Italia o Grecia. Trump ha fatto uscire gli USA dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dagli accordi sul clima di Parigi, ed entro l'estate deciderà quali altre organizzazioni internazionali lasciare.
Negli ultimi mesi sembrava possibile un’uscita dalla BM e dal FMI, le cui sedi e politiche dipendono dall'azionista di maggioranza relativa, cioè gli USA con il 16,49% dei voti, perché gli Stati europei mantengono divise le loro quote, in nome di una sovranità nazionale che ci rende impotenti. Il Segretario al Tesoro Bennet ha annunciato che gli USA non usciranno, ma esigono di abolire le politiche contro i cambiamenti climatici, pro diversità, e di attenersi strettamente agli interessi e alle scelte americane.
Unendo le quote dei 27 Stati membri, l'Unione Europea avrebbe il 25,53% dei voti. Il FMI e la BM si sposterebbero nell'UE, che ne determinerebbe le politiche, assumendo una leadership mondiale rispetto alla stabilità finanziaria, alle politiche per lo sviluppo nel mondo. Sarebbe un primo passo verso una politica estera europea, affidando la rappresentanza unitaria dell’UE nel FMI e nella BM alla Commissione (come già nell’Organizzazione Mondiale del Commercio) e alla Banca Centrale Europea. Mostreremmo che di fronte al ritiro della leadership americana - o alla pretesa di politiche contrarie ai valori e agli interessi del mondo - abbiamo la volontà e la capacità di contribuire alla stabilità mondiale. Ci metteremmo nella posizione di stringere alleanze e rafforzare la cooperazione con tutte le aree del mondo.
Insieme alla costruzione della difesa e della politica estera europea, qui si decide se l’UE sarà davvero un soggetto politico in un mondo dominato da Stati di dimensioni continentali, come USA, Cina, Russia e India, in cui gli Stati nazionali europei sono troppo piccoli per contare qualcosa.
Roberto Castaldi, Direttore Euractiv Italia