Una BCE dovish pronta ad agire in uno scenario di “eccezionale incertezza”: le prime reazioni dei gestori
Nuovo taglio dei tassi di 25 punti base ad aprile alla luce del deterioramento delle prospettive di crescita per le tensioni commerciali. Le case di gestione prevedono ulteriori tagli nel corso dell’anno, con la Banca centrale europea orientata verso una politica monetaria accomodante. L'articolo Una BCE dovish pronta ad agire in uno scenario di “eccezionale incertezza”: le prime reazioni dei gestori proviene da FundsPeople Italia.

In un contesto segnato dall’incertezza per le tensioni commerciali e i dazi, la Banca centrale europea (BCE) taglia i tassi di 25 punti base. Come atteso dai mercati, nella riunione di aprile Francoforte riduce nuovamente il costo del denaro, portando il tasso sui deposti dal 2,5% al 2,25 per cento. Si tratta del settimo taglio da quando la BCE ha iniziato ad allentare la politica monetaria a giugno dello scorso anno. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è sceso dal 2,65% al 2,40% e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale dal 2,90% al 2,65 per cento.
“Il processo disinflazionistico è ben avviato”, spiega la BCE nel comunicato riconoscendo tuttavia che le condizioni attuali sono caratterizzate da “un’eccezionale incertezza”, e che le prospettive di crescita si sono deteriorate a causa delle tensioni commerciali. L’Eurotower continuerà seguire un approccio guidato dai dati nell’orientamento di politica monetaria, senza un percorso definito sui tassi e le decisioni saranno prese riunione per riunione. “Mai come oggi è indispensabile essere dipendenti dai dati”, ha affermato Lagarde in conferenza stampa. Ciò a causa dei molteplici shock che caratterizzano lo scenario descritto da Lagarde, reso più cupo dai dazi e dalle guerre commerciali che dovrebbero rallentare crescita e consumi, mentre l’impatto sull’inflazione è ancora difficile da quantificare. “L’impatto netto sull’inflazione sarà chiaro nel corso del tempo”, ha spiegato Lagarde. Anche perché sui livelli dei prezzi potrebbero influire i piani di stimolo europei per infrastrutture e difesa, e inoltre non sono da escludere potenziali risvolti inflazionistici dei dazi. “La decisione di tagliare i tassi di 25 bps è stata presa all’unanimità”, ha affermato Lagarde, escludendo che qualche membro del consiglio direttivo si sia espresso in favore di un taglio da 50 punti base.
BCE pronta a sostenere l’economia
Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, mette in evidenza l’approccio proattivo della BCE che sembra intenzionata a prevenire la stagnazione dell’economia: “L’abbassamento del costo del debito dovrebbe favorire la spesa dei consumatori e gli investimenti da parte delle imprese, con una conseguente iniezione di fiducia verso un’economia sempre più alle prese con crescenti tensioni geopolitiche e con l’alterazione dei flussi commerciali internazionali”, afferma Flax. “Il nuovo taglio dovrebbe anche rafforzare il sentiment del mercato e dimostrare che la BCE è pronta ad agire”, afferma.
Tuttavia, per evitare un rallentamento significativo dell'Eurozona nel corso dell’anno secondo Felix Feather, economista di Aberdeen Investments, resta ancora molto da fare, in un contesto in cui le prospettive sono peggiorate significativamente. “Prevediamo ulteriori tagli durante l’estate, con la BCE orientata verso una politica monetaria pienamente accomodante, man mano che gli effetti negativi sulla crescita e le pressioni disinflazionistiche si rifletteranno nei dati economici”, afferma l’economista.
Dean Turner, Chief Eurozone Economist di UBS Global Wealth Management mette in luce come la BCE stia cercando di trovare un equilibrio tra gli impulsi dovish - come le preoccupazioni per la crescita, l'inflazione e i conflitti commerciali in corso - e gli sviluppi più hawkish, in particolare in relazione alla politica fiscale, soprattutto da parte della Germania. “È importante notare che la BCE mantiene aperte le sue opzioni. Ci aspettiamo un altro taglio dei tassi a giugno, con la possibilità di un ulteriore allentamento nel corso dell'anno”, dichiara Turner.
Possibili tagli superiori alle attese di mercato
Anche Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price, valuta la riunione di oggi in chiave “dovish”, un’interpretazione supportata dal fatto che la BCE ha eliminato il termine “restrittiva” dalla dichiarazione relativa all'orientamento della politica monetaria. “Il riconoscimento del rallentamento dell'inflazione è un segnale forte da parte delle BCE dell’intenzione di ridurre i tassi di riferimento in modo significativo al di sotto del tasso neutro. L'omissione dell'accenno alla politica restrittiva in materia di tassi di riferimento va quindi interpretata in questo contesto”, afferma l’esperto. “Questa dichiarazione è in linea con la nostra opinione secondo cui la BCE probabilmente taglierà il tasso di deposito all'1,5% o al di sotto”, spiega. “L'equilibrio dei rischi si è ora spostato verso un'inflazione inferiore all'obiettivo e la BCE probabilmente taglierà i tassi in misura maggiore rispetto a quanto scontato dai mercati finanziari”, osserva.
È d’accordo Simon Dangoor, Head of Fixed Income Macro Strategies di Goldman Sachs Asset Management. “Poiché l'attuale incertezza del mercato continua a rappresentare un rischio per la crescita economica dell’area euro, prevediamo altri tre tagli dei tassi consecutivi nei prossimi meeting, portando potenzialmente il tasso all'1,5% quest'anno”, afferma.
Anche Valentin Bissat, Senior Economist & Strategist di Mirabaud Asset Management, è concorde nel prevedere che quest’anno la BCE potrebbe ridurre ulteriormente il tasso d’interesse, portandolo al 2,00% a giugno e all'1,50% entro la fine dell'anno. “Alla luce dell'ultima indagine sul credito bancario nell'Eurozona pubblicata di recente, che ha evidenziato un leggero inasprimento del credito alle imprese e un indebolimento della domanda di prestiti, la trasmissione della politica monetaria è compromessa e occorre un ulteriore allentamento della politica monetaria”, spiega Bissat.
Sostengo ai rendimenti core europei
“La BCE ha allontato l'idea che i tassi restino in terreno restrittivo (anche perché la Lagarde ha osservato che non siamo in un ‘mondo senza shock’)”, aggiunge Peter Goves, head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM. In effetti, secondo l’esperto il “deterioramento” delle prospettive di crescita è una preoccupazione giustificata, così come il fatto di operare in un contesto di elevata incertezza. “La BCE è ora effettivamente pronta e flessibile in questo contesto”, argomenta. “Pertanto, i rendimenti core dell'Europa possono e probabilmente continueranno a essere sostenuti da questi fattori, con una tendenza ad incrementarsi nel medio termine. Anche i Bund dovrebbero continuare a risultare attrattivi grazie al loro status di bene rifugio in un contesto di volatilità dei mercati”, conclude.
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